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Dipendenza da gioco (146389)

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on . Postato in Dipendenze e Abusi | Letto 648 volte

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Marco 32

Salve, sono arrivato, gentile dottore, ho toccato proprio il fondo e mi vergogno di me e di ciò che ho sempre fatto. Sono un giocatore definirei proprio cronico, non mi sono mai concesso tregue nella mia esistenza da quando avevo 15 anni ad oggi che ne ho 31 anni, solo che adesso sono arrivato proprio alla frutta. Da piccolo ho iniziato con i classici videopoker andando a giocarmi tutte quelle che erano le mie entrate: paghette di lavoro o soldi dei miei che mi davano per la scuola, senza curarmi di risparmiare e di avere qualcosa in tasca, ciò che contava e che conta, è di provare la brezza di una possibile fantomatica megavincita. Infatti, quando ho capito che non sarebbe stato possibile con i videopoker che al massimo pagavano 500 euro e non oltre ho mirato altrove, andando a dissanguare tutti i miei averi. Ho fatto prestiti finanziari e ho sempre lavorato per mantenermi IL GIOCO. Ho provato a svoltare pagina facendo l'agente di siti di scommesse, e per un pò ha funzionato, gli altri giocavano e indipendentemente dal fatto che vincevano o perdevano, io guadagnavo, e bene o male ero sempre nel settore gioco ma non toccavo le mie finanze. Tutto ha funzionato per 3 anni, magari giocavo, facevo qualche puntata ma stavo bene attento che le giocate che facevo non superassero le mie eventuali entrate derivanti da questa mia attività. Poi quest'anno la svolta super negativa, con una puntata di sole 10 euro (perchè ripeto ero diventato inverosimilmente responsabile) ho vinto quasi 10.000,00 con una scommessa, e lì si è risvegliato il marcio che c'è dentro di me, il giocatore bastardo che sono che non ho mai saputo cacciare dalla mia personalità nascosta perchè da allora ho iniziato di nuovo a inseguire le fantomatiche megavincite alzando il limite delle mie puntate senza più riuscire a controllarmi, perderndo il controllo totalmente delle mie capacità psichiche. Vado a lavoro e la testa è alle scommesse, sono con gli amici e penso a che partita sta giocando, sono con mia moglie e non smetto mai di guardare il livescore delle partite sul cellulare, arrivando al punto di giocarmi tutto ma proprio tutto, in termini di soldi e a scommettere su tutto: calcio, tennis, basket, baseball, ciclismo, l'impossibile sport che non seguo e che non ne capisco, ora sono 3 mesi che mi sto distruggendo e sono massacrato dai debiti, non riesco più a pagare le rate delle finanziarie vecchie che avevo, prendo lo stipendio e invece di togliermi i debiti lo "INVESTO" in puntate per tentare la vincita che mi ridia sollievo economico; e oggi sono proprio distrutto, ennesima domenica fatta di scommesse e di giocate per tentare di iniziare il nuovo mese con qualcosa in tasca, invece come prevedibile ho aggravato ancor di più la mia situazione,. Vede, quando sono un pò lucido (non sono nè alcolizzato, nè drogato), capisco che sbaglio e che se voglio uscirne devo smettere una volta per tutte, però non appena mi soffermo e penso a tutti i debiti che ho accumulato per il gioco non vedo nessuno spiraglio se non quello di realizzare una vincita per pagare tutto, non so cosa fare, mi sento uno schifo, tra un mese diverrò papà per la prima volta, e anzichè essere sereno e contento per questo lieto evento sono disperato triste e senza soluzioni, non so cosa potrò insegnare alla mia bimba, non so cosa fare, a chi rivolgermi, se solo potessi ottenere un prestito da qualche banca che mi permettesse di pagare i vecchi debiti, forse riuscirei a smettere, o se solo non avessi mai iniziato a giocare adesso non sarei qui a chiedere aiuto. Mi scusi se mi sono dilungato così tanto, ma nella mia vita reale non riesco a spiegare ai miei cari i problemi che mi affliggono e che non le nascondo, mi hanno fatto fare qualche brutto pensiero sul mio futuro. Cordialmente.

Carissimo Marco, quella che lei descrive purtroppo è una realtà comune a moltissime persone che come lei sono dipendenti dal gioco d'azzardo. Questa piaga, una vera e propria malattia, porta a vivere anche momenti importanti delle propria vita, come l'ennesima volta che si ottiene fiducia, l'ennesima volta che entra una liquidità da qualcuno che ci tiene a vederti sereno (se non un prestito, una garanzia e cose del genere), anche queste cose vengono viste in qualche modo come una vincita al gioco. In questa maniera, si perde ogni meccanismo che lega il giocatore alla realtà emotiva che lo circonda. Lei scrive questa e- mail dopo l'ennesima giornata di gioco. Sa benissimo che se avesse vinto almeno qualcosa, almeno fosse andato pari, non l'avrebbe scritta. Sarebbe stato maggiormente euforico, o quantomeno le pur basse vincite l'avrebbero tirata su dallo stato d'animo "depresso" che aveva mentre ha scritto l'e-mail quanto bastava per riconquistare una visione del futuro non troppo catastrofico, forse persino ottimista. Per cui non avrebbe cercato aiuto nemmeno via e- mail. Il primo passo, carissimo Marco, è quello che lei in questi momenti di lucidità riesce quasi a compiere, per poi purtroppo tornare indietro un'altra volta ancora. E di nuovo sulle montagne russe fino al prossimo giro di scommesse perse, la porta in faccia da chi avrebbe potuto concederle un prestito e nuovamente un piccolo tentativo di chiedere aiuto. Il gioco trasforma la propria vita in un cliché prestampato dove c'è appena lo spazio per pochi giorni, mesi, a volte qualche anno sparso qua e là di relativa calma. Poi però ci si rimette in coda, si monta sulla giostra e si riparte per i solito giro. Il primo passo, Marco, è quello di renderti conto una volta per tutte che la tua è una Malattia con la "M" maiuscola. Tu dici che non bevi, tu dici che non ti droghi, ma non è vero. Sei assuefatto al gioco d'azzardo come l'eroinomane all'eroina e l'alcolista alla bottiglia. Sei nella stessa condizione, identica. Pensi solamente alla tua droga, che è il gioco. E vai a lavorare per mantenerti il gioco. Poi leggendo la tua e-mail si scopre che hai una moglie ed una figlia. Ma sappiamo sia io che te, che tu vai a lavorare per mantenerti il gioco. Puoi riscoprire gli amori e gli affetti con tua moglie e con tua figlia, ma il primo passo è quello di guardarti allo specchio una buona volta, dirti che sei Malato, andare a farti curare. Questa malattia che tu hai determina nel tempo un modo di pensare, di vivere e di sentire le emozioni. Un'esempio è quando tu scrivi che con un prestito ancora forse smetteresti di giocare. Sei sicuro invece che non usciresti dalla banca felice e contento, che dopo un paio di giorni cominceresti a pensare che con una bella vincita metti tutto a posto, che smetterai di deludere le persone e che finalmente la tua famiglia sarà fiera di te, trovandoti nuovamente al casinò, alla bisca, su qualche sito di scommesse? Io penso che finirebbe così. Perchè non è un prestito che ti risolve i problemi, è curandoti che ti risolvi i problemi. Si tratta di andare alla ASL del territorio, non chiedere un prestito ma chiedere una cura. Che consiste nel frequentare i gruppi per il gioco d'azzardo patologico (questo è il nome della tua malattia), in alcuni casi, forse anche il tuo, chiedere l'aspettativa dal lavoro e farti 5 o 6 mesi in una comunità terapeutica residenziale che si occupa anche della dipendenza da gioco. Ho personalmente visto e sentito persone che dopo dei trattamenti come quelli descritti ringraziavano chi li ha aiutati di avergli fatto riscoprire le emozioni, gli affetti, il piacere di vivere. Queste cose sono grandi e richiedono un grande impegno da parte tua. Per esempio mettere da parte l'orgoglio, i pensieri grandiosi, ed ammettere che questo è uomo malato che vuole guarire. Per se stesso, per sua moglie, per sua figlia.

(Risponde il Dott. Massimo Giusti)

Pubblicato in data 15/10/2010
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