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Eroina (135940)

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on . Postato in Dipendenze e Abusi | Letto 641 volte

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Vanessa 17

Salve, volevo parlare del mio probrema con l'eroina. Ho incominciato a farne uso circa due anni fa, prima la sniffavo, ora, da circa un anno mi buco. Ho cominciato per divertimento con una mia amica, lei tutt'ora si fa, ed entra ed esce da una comunità all'altra. Mia madre l'ha scoperto, ma in comunità non mi manda e neanche al sert. Ho due amiche una è tossica come me, l'altra dice di volermi aiutare e starmi vicina, ma ogni giorno che passa si allontana e io non sò con chi parlare con chi sfogarmi. Ho bisogno di aiuto perchè non è questa la vita che volevo, mi sento sempre sola sempre depressa. Ho 17 anni e non ho più voglia di vivere. Cosa posso fare? Sono sola e l'eroina è troppo grande per me. Non riesco a smettere. Cosa posso fare? Grazie.

Mia cara Vanessa, mi fa molta tenerezza e dispiacere vedere una ragazza così giovane, tanto sola e disperata. E certo l’eroina ce lo mostra bene. La cosa importante è che sta chiedendo aiuto e lo sta facendo anche verbalmente, non solo con la sua condotta. Quando si parla di dipendenza infatti, il primo passo consiste nel riconoscere la presenza di un problema e nel fidarsi e affidarsi a chi può aiutarci, a risolvere questa problematica. Nel suo caso, mi sembra che questo riconoscimento c’è, lei ci sta chiedendo cosa può fare nella sua situazione. Ciò che manca è l’aiuto e la comprensione della sua famiglia. Lei ci descrive questa mamma che, dopo aver saputo del suo uso di eroina, ha continuato a fare la sua vita come se niente fosse. Non la manda né al sert né in comunità. Questo deve averle procurato molto dolore e molto sconcerto. Essere ignorati, dopo una tale affermazione, costituisce una vera e propria ferita. E chissà se il suo uso di sostanze, non volesse essere proprio un modo per essere veramente vista! Se fosse così, vuol dire che non si sente vista attraverso condotte più usuali e non distruttive. Bisognerebbe capire perché sua madre ha reagito in questo modo, alle sue parole. Non sono nella testa di sua madre, ma certe volte i genitori fanno come se niente fosse perché per loro, è troppo duro accettare qualcosa che li spaventa a morte: la droga è una realtà orribile e terrorizzante, soprattutto se legata ai propri figli. Riconoscere questa realtà, comporta anche sentirsi in colpa, temere di aver sbagliato in qualcosa, che contrasta con il desiderio di fare ciò che di meglio può esserci per i propri figli. Vedere di aver fallito proprio in questo, costituisce l’elemento più duro da affrontare per qualunque persona. Per cui, cara Vanessa, credo che la prima cosa che può fare è dire a sua madre, così chiaramente come l’ha detto a noi, che ha bisogno di aiuto, che da sola non ce la può fare e prima di tutto ha bisogno del Suo aiuto. Se lei comunica le sue emozioni e i suoi bisogni, senza giudicarla o additarla, sua madre non può ignorare quanto dice e chiede a cuore aperto. Anche per quanto riguarda le amiche può esserci un problema analogo, l’eroina fa molta paura e nonostante il desiderio di esserle vicina può darsi che le sua compagna, non ci riesca e ne sia spaventata. Il risultato è che lei si trova e si sente sempre più sola e sconcertata. Ma il passo decisivo per lei consiste nel chiedere aiuto all’esterno, ad una struttura preposta per questo tipo di problematica, ovvero il Sert. Lei comunque è giovane e ha una storia di uso di sostanze abbastanza recente, potrebbe anche chiedere aiuto ad uno psicologo esterno alla struttura, magari affiancato da uno psichiatra. E’ difficile dirle quale delle due soluzioni è la migliore. Dipende molto dal livello della sua condotta, al di là del fattore tempo, dipende proprio dal rapporto che ha con la sostanza: si tratta di uso, di abuso o di dipendenza? Lei dice che da sola non può farcela, questo lascerebbe supporre una dipendenza, ma mi chiedo se la dipendenza è realmente dall’eroina o se da ciò che ci sta dietro. Nel caso di una vera e propria dipendenza, si rende necessaria la frequenza ad una struttura, che la segua da vari punti di vista, compreso medico e farmacologico. Ogni persona comunque, è una cosa a sé ed ogni percorso d’intervento deve essere individualizzato. Le mie sono solo ipotesi, credo che una consultazione diretta può dare una valutazione più appropriata della sua situazione. Per cui, veda se preferisce andare ad un sert oppure ad un professionista esterno, per una prima consulenza, per farsi chiarezza e stabilire poi il percorso d’intervento che le sembra più appropriato. Forse può andare per mano con sua madre, verso la sua guarigione. Se ciò non fosse possibile, deve farlo comunque da sola, per sé e con sé. Ha già fatto il primo grande passo, adesso si tratta di farne altri, uno per volta. Raccolga tutta la sua motivazione e la sua forza e proceda per potersi riprendere la propria vita. Un grande in bocca al lupo!

(Risponde la Dott.ssa Sabrina Costantini)

Pubblicato in data 10/07/09
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