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Tossicodipendenza? (4176)

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on . Postato in Dipendenze e Abusi | Letto 508 volte

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Morgana, 33 anni

Salve. Non so perchè vi sto scrivendo. Forse solo per essere esortata, da qualcuno di competenza, nel fare qualcosa di concreto per un problema che sta diventando per me ingestibile. Premetto che ho avuto un passato di tossicodipendenza, superato, dopo 2 anni di comunità, da ormai 11 anni. Convivo da 4 anni con un uomo di 34 il quale, da un anno a questa parte, ha ricominciato a frequentare compagnie che non mi piacciono. Premetto, io ho avuto la mia esperienza "negativa" dalla quale ho tratto tutto il meglio che potevo trarne e ne ho fatto tesoro... Sono cresciuta, ho imparato a camminare con le mie gambe e non mi sono mai più voltata indietro rimpiangendo il passato. Anzi, ne ho fatto il mio punto di forza per correre più veloce degli altri e cercare di recuperare il tempo perso. Vengo al dunque. Ultimamente fa uso di cocaina, all'incirca 2 volte a settimana, e tutto questo nonostante le mie "sfuriate" sul non rispetto per il mio passato, la mia sofferenza, la mia scelta di vita e le mie continue puntualizzazioni sul fatto che forse ha qualche problema e che dovrebbe affidarsi a qualche psicoterapeuta. Puntulamente le sue risposte sono che per lui è tutto normale, che non è un tossico, che sono amici con i quali è cresciuto e che è un mio problema e non un suo problema... Insomma, tutte le volte mi sembra di rivedermi in uno specchio. Avverto la sua rabbia, la sua insoddisfazione, il suo malessere, il suo subire gli eventi... Mi sembra di sentire le stesse cose che dicevo io, le stesse scuse, le stesse manipolazioni per cercare di calmare l'interlocutore....
La cosa più grave è che più "batto il ferro" e più ottengo una reazione inversamente proporzionale. Insomma, non so più cosa devo fare... Cioè in cuor mio lo so... ma poi mi dico che potrebbe passare. Che deve passare. Il fatto scatenante è accaduto all'incirca un anno fa con il suicidio del fratello. Da allora è ingrassato, le sue crisi di asma sono aumentate ed è avvenuto il riavvicinamento con le persone che gli permettono "momenti di evasione". Io sicuramente non sono affatto tenera su questo discorso, sono dura, intransigente, ma credo e penso fermamente in tutto quello che dico... Non potrebbe essere altrimenti. Altrimenti, scusate la ripetizione, fossi tenera con lui lo sarei pure con me... Insomma, per farla breve, sono diventata peggio di una madre apprensiava, con l'unico risultato che non riesco a dargli una mano, spesso non gestisco la rabbia che provo e cerco di fargli deliberatamente male a parole per cercare di smuoverlo. Gli ho spiegato che per me è difficile essere obiettiva in questa situazione... che non può pretendere che resti impassibile al fatto che ogni tanto sniffi dopo quello che ho passato io. Che non è corretto, rispettoso e cosciente con i suoi comportamenti verso di me.
Gli ho anche chiesto di andare da uno psicoterapeuta insieme... perchè è anche una mia necessità trovare una soluzione a questo problema... Ho cercato di parlargliene facendo credere che principalmente una soluzione del genere mi potrebbe aiutare (facendo leva sul suo presunto amore nei miei confronti)... Ma il discorso è un altro. Io penso, come gli ho anche detto, che qualsiasi psicoterapeuta vedrebbe in questa situazione, un rischio per me, nonchè un problema serio per lui. Molte volte sono talmente sconfortata che penso di essermi imbarcata in una sorta di battaglia contro i mulini a vento.
So che la svolta in positivo di questa situazione non dipende da me... anzi forse io con la mia intolleranza la complico ulteriormente ma non voglio arrendermi. Io so che ha dei problemi da risolvere. Per tre anni siamo stati benissimo, poi sono successi, oltre il suicidio del fratello, altri eventi che lo hanno marchiato, segnato nell'animo... Si è chiuso a riccio nel suo dolore e nella sua rabbia, mai espressa fra l'altro, ed io son qui, da un anno a questa parte a cercare di dargli una mano, ma più la tendo e più si allontana. A chi mi devo rivolgere? A chi posso chiedere aiuto? Io penso di essere emotivamente troppo coinvolta per poter dargli una mano.. Non so cosa sia più consigliabile fra una terapia di coppia o una terapia individuale. Non so se la mia presenza possa aiutarlo ad aprirsi o sortire un effetto contrario. Io sono dispostissima a mettermi in discussione... Sono disposta a fare di tutto pur di farlo ricominciare a vivere nel vero senso della parola. Voglio che superi questo momento. Voglio che affronti ed impari a convivere con le sue paure...
Non so cosa altro aggiungere. Anche perchè è inutile sottolineare che questo periodo ha messo in seria discussione la mia fiducia in lui, nel nostro amore... Gli ho urlato in faccia tante di quelle volte questi miei dubbi, gli ho vomitato addosso rabbia, gli ho chiesto comprensione... ho fatto di tutto tranne che ignorare il problema. Vi prego indirizzatemi verso "una strada" percorribile che mi permetta di dargli una mano... sono talmete sconfortata che ultimamente il mio egoismo (o istinto di conservazione!!!!) si sta prepotentemente facendo risentire e mi spinge a "far finta di niente"... ma poi la mia coscienza ed i sensi di colpa "urlano"... Grazie.

Gentile signora credo che le converrebbe andare per prima lei da uno psicoterapeuta perchè questo suo insistere che ci vada il suo compagno probabilmente è uno spostamento di un suo stesso bisogno che lei proietta su di lui ..ma che date le scelte di quest'uomo come lei sa per esperienza, difficilmente sarà ascoltata la sua richiesta finchè egli trova sollievo alle sue sofferenze nell'uso della cocaina...
Le consiglio dunque di aprire per prima la strada del colloquio e sostegno per questi suoi nuovi problemi esistenziali e vedrà che rafforzandosi lei anche il suo compagno se ne gioverà... Inoltre come lei saprà.. chi sta vicino a chi abusa di sostanze stupefacenti specie se ha già un passato di dipendenza... si trova molto a rischio di ricadere lei stessa nell'uso delle sostanze anzichè dissuadere il suo compagno... tragga delle conclusioni.. e Auguri.

( risponde la dott.ssa Tina Carone )

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