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Abbuffate(009165)

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on . Postato in Disturbi alimentari | Letto 663 volte

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Monia,21 anni

Buonasera, sono una ragazza 21 enne e la mia problematica consiste in un disturbo alimentare.
Da circa 1 anno e mezzo tento invano di perdere alcuni kg di troppo(circa 8). Le diete drastiche che ho seguito hanno provocato in me delle "abbuffate" e,di conseguenza,il risultato opposto,cioè un aumento di peso. Queste abbuffate sono state alimentate fisiologicamente dalle privazioni alimentari, però io credo che in parte siano state causate anche da altre cause: insoddisfazione fisica, frustazione, mancanza di serenità e apatia(a causa dell'insoddisfazione fisica).
Adesso io mi rivolgo a lei proprio perchè non riesco a comprendere la natura dei miei gesti,del mio comportamento alimentare.
Io voglio al più presto ritrovare la mia felicità ,che purtroppo so bene che consiste solo e soltanto nel raggiungimento del mio peso forma. Essendo consapevole che la mia felicità è uguale a dimagrimento cerco quindi di dimagrire in meno tempo possibile(da qui si spiegano le diete drastiche).
Non riesco a seguire 1 dieta lenta perchè comporterebbe molto tempo e,di conseguenza,raggiungerei la mia felicità molto tardi.
Io invece voglio risolvere questo problema al più presto!Però,così facendo,ho perso 1 anno e mezzo in vani tentativi..perchè comunque,come le dicevo,le diete drastiche sviluppano una modalità alimentare compulsiva.
Ho proprio bisogno di un consiglio,di un aiuto.Grazie

Carissima Monia, è proprio un serpente che si morde la coda questo! La tua felicità dipende dai tuoi chili, ma mandare giù dei chili comporta una modalità compulsiva di approvvigionamento di cibo e dunque determina nuovamente infelicità.........mmmmm ci dev'essere qualcosa che non funziona in tutto questo, bisogna che trovi il modo di uscire da questo circolo vizioso, altrimenti sembra impossibile immaginare una fine.
Ti invito fin da ora a cercare di immaginare un'altra lettura della tua vita, in particolare a non legare la tua felicità alla perdita di 8 chili, perchè se fosse veramente e solo così, saresti già dimagrita e non avresti nemmeno avuto bisogno di diete così drastiche e soprattutto non ti saresti abbuffata di cibo durante o dopo le diete. Insomma, se realmente tu risuscissi a volerti bene e a pensare a te stessa, non ti troveresti in questa situazione. Mi sembra piuttosto evidente che semplifichi un po' il problema. In particolare non stai tenendo conto del fatto che la bulimia nervosa, le abbuffate e altri disturbi legati al cibo hanno una causa, e la causa è psicologica. Esiste dentro di se una tendenza a migliorare, ma anche una tendenza a non volere questo. Una parte di sé vorrebbe il proprio bene, ma ce n'è un'altra che sembra agire nella direzione opposta. Allora forse è un po' superficiale pensare che la propria felicità sia legata a quegli otto chili: forse faresti bene a considerare che possa essere legata alla risoluzione di un conflitto interno che ti costringe continuamente a vivere dimensioni contrapposte.....forse dovresti andare all'origine dei tuoi problemi, invece che occuparti solo della superficie. Io penso che tu non sia felice per altre ragioni, che non so, ma che possono avere a che fare con l'insicurezza, la disistima, la paura. Da queste, e probabilmente anche altre, realtà interne si generano i conflitti e i nodi che ti costringono in questa immobilità, o circolo vizioso. E fintanto che non risolverai i motivi reali che sono alla base del tuo non piacerti e non stimarti, fuori di te, nel corpo, non potrai che cercare in tutti i modi di riflettere questo tuo non piacerti, per esempio non riuscendo a dimagrire. Purtroppo la psiche funziona così: per lei l'interno e l'esterno non sono mondi separati; la persona è una cosa sola, e nel corpo esiste ciò che esiste nell'anima. Se ci sentiamo brutti dentro, tradurremo questo anche all'esterno di noi stessi. Prova a cambiare visuale, magari aiutati con dei libri sull'argomento, ce ne sono tantissimi; e vedi se riesci a convincerti ad affrontare il problema da un'altra prospettiva, o almeno anche da un'altra psospettiva, quella psicologica. Buon lavoro.


( risponde la dott.ssa Elisabetta Corberi )

 

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