Anoressia (21112002)
Angela 23 anni, 21.11.2002
Buona sera, sono una studentessa di psicologia di 23 anni e scrivo per un problema che riguarda una mia amica d'infanzia, Graziella. L'anno scorso ho perso i contatti con Graziella, e quando l'ho rivista mi ha colpito quanto era dimagrita.
Mi ha confessata di "avere fatto qualche cavolata" ovvero vomitare ma di avere fatto anche tanto esercizio fisico.
Vedo che tuttora Graziella continua a dimagrire eccessivamente, mangia un pasto al giorno e va ogni giorno in palestra.
Ogni volta che cerco di parlare con lei dell'argomento sento che mi allontana, e non è quello che voglio. Quello che voglio è starle vicina e farle sentire che ci sono ma vorrei anche poterla aiutare più concretamente.
Mi sento male perchè non mi so quanto il mio aiuto possa servirle.
Non è chiaro cosa voglia sapere. Le dico solo che se vuole bene alla sua amica le resti comunque vicino al di là del fatto se la sua presenza è utile o meno alla risoluzione del problema.
Una persona che soffre di disturbi dell'alimentazione, in particolare di anoressia nervosa, molto difficilmente accetta di parlarne perchè quasi mai accetta che quel modo di alimentarsi costituisca un problema, anzi! Deve avere molta pazienza e sopportare la frustrazione di non riuscire a cambiare la situazione nel breve periodo.
Cerchi di non essere mai troppo giudicante ed affronti, per il momento, la situazione in modo indiretto per evitare che la sua amica, per paura, si allontani. Da sola, comunque, non può esserle di grande aiuto. I genitori, per esempio, sono a conoscenza del problema? Molto probabilmente no. La sua amica ha sicuramente bisogno di aiuto ma non è assolutamente facile farle prendere coscienza di questo in quanto il disturbo anoressico è il modo che la sua amica ha trovato per affrontare il suo disagio. Rappresenta, cioè, la risoluzione ottimale a tutti i suoi problemi. La presenza del bisogno di vomitare potrebbe nel tempo rappresentare un elemento di disturbo tale da indurre la sua amica a chiedere aiuto.