Anoressia e bulimia (009105)
Silvì,30 anni
Ormai soffro di disturbi
del comportamento alimentare da molti, troppi anni. Sono diventati la mia"coperta
di linus".Questo trascinarmi dietro la mia malattia è diventato
ormai l'unico modo che ho per non vivere pur vivendo.
E'come rimanere in stand by : aspettando cosa ? Forse qualcosa o qualcuno che
mi "riaccenda ", che riattivi le mie energie vitali (forse le poche
rimaste ) ? Mangiare per riempire quel vuoto incolmabile che sento dentro. Mangiare
/divorare cibo quasi come ad ingoiare la vita intera tutta d un fiato ,senza
assaporarla . Poi rigurgitare tutto ,perche tutto era troppo .
Troppo per essere digerito, troppo per essere assimilato ,troppo per essere
vissuto. Oppure non mangiare nulla , per non gioire e per non soffrire , per
non concedermi nessuna possibilità di vivere veramente (come se ne fossi
indegna ) . Questo è quello che si prova .... Non so perchè è
successo proprio a me ,o forse lo so ma vorrei tanto dimenticarlo.E la vita
mai permette di dimenticare ! Ormai ho 30 anni : che dire ! Ho iniziato con
l'anoressia a 16 . Sono stata seguita per un po da una psicologa insieme ai
miei genitori .Poi una psichiatra mi ha riempito di farmaci ed allora è
stato il proff. Franzoni (F.A.N.E.P ) che mi ha aiutata. Per qualche anno sono
stata bene, pensavo di esserne uscita o meglio ero uscita dalla prima fase ,quella
anoressica.
Non pensavo assolutamente che da li a poco avrei fatto i conti con il mio incubo
lasciato in sospeso .
L'incubo era tornato e ora si chiamava : bulimia! Ripensandoci ,ho sempre saputo
dentro di me( anche quando tutti pensavano ne fossi uscita ) che non era tutto
a posto. Cosa non andava ? Cosa non va ? La mia voglia di vivere e di vedere
un futuro . Forse è questo l'errore che ho sempre fatto : il mio vivere
per....o il mio vivere per non .... Forse dovrei vivere e basta .
Vivere ridendo o piangendo, rincorrendo o fuggendo, vivere assaporando le emozioni
belle e brutte , vivere lasciandosi anche attraversare dal dolore senza averne
paura , vivere senza maschera a viso scoperto , vivere senza vergogna di cio
che sono . Vivere vedendomi tutta intera con i miei pregi ed i mie difetti e
magari facendo proprio di questi ultimi il mio punto di forza. Vivere come se
fosse l'ultimo giorno ma nello stesso tempo come fosse il primo : con l'entusiasmo
e la curiosità di chi ha ancora tutto da scoprire ma con la serenità
di chi il dolore l'ha attraversato e sa che ,dove c'è "energia vitale"
le ferite si rimarginano sempre ,in un modo o nell'altro .Lasceranno solo cicatrici
qua e la come prova di una vita vissuta. Scusate per questo mio sfogo... Ora
la mia domanda è : chi mi può aiutare veramente ? Chi mi può
aiutare a vedere dove sono scomparsa (qual'è il luogo dentro me in cui
mi sono rifugiata , qual'è il labirinto in cui mi sono persa ) ?, e chi
mi può insegnare ad utilizzare quelle energie che ti spingono a vivere
la vita con passione . Perchè quando mi capita di guardare avanti mi
vedo vivere e non sopravvivere.E so bene che forse non guarirò mai completamente
,questo è come un cancro dell'anima .
Posso solo pensare al presente e dire che ora sto male e voglio guarire (ora
nel presente ). Nel futuro anche chi pensa di essere guarito dovrà tenersi
monitorato spesso perchè come per il cancro la malattia è sempre
in agguato ( pronta a colpire nei momenti in cui siamo più deboli ).
Vorrei trovare un buon terapeuta (oppure un centro), qualcuno di serio e competente,
qualcuno con cui nasca quel rapporto di empatia e fiducia fondamentale (per
me ) . Visto mie spiacevoli esperienze passate ora sono un po prevenuta. Però
da sola non ce la posso fare .Mi serve uno specchio (per il mio corpo e per
la mia anima ), ma non il mio. Grazie per l'ascolto .....Silvi
P.S. confido in una vostra cortese risposta , anche minima.
Carissima Silvi, dalla sua lettera si legge con forza la sua enorme sofferenza
ma anche la sua voglia di uscirne, di vivere. Sicuramente è una persona
che ha grandi potenzialità, ha ben chiaro quello che la tormenta ma sicuramente
c'è di più. Quello che lei con tanta lucidità da detto
di "non voler vedere", probabilmente è proprio con quello che
deve fare i conti. Sicuramente la sua decisione di farsi aiutare da uno psicoterapeuta
è molto saggia, troverà certamente lo specchio che tanto le serve
per "guardarsi dentro". Le darà la fiducia per scoprirsi, per
guardare i suoi difetti ed i suoi problemi senza farglieli sentire come insormontabili.
Riuscirà a guardare il mondo con occhi nuovi, come quelli di una bambina
che scopre la vita.
Chieda anche al suo medico curante se conosce uno psicoterapeuta valido, l'importante
è non aver vergona di farsi aiutare, di chiedere aiuto. Un consiglio
che posso darle, quando avrà trovato lo psicoterapeuta, gli dia fiducia,
non si faccia condizionare dalle precedenti cattive esperienze, viva la situazione
attuale come differente e perchè no migliore.
Con affetto
( risponde la dott.ssa Anna Maria Casale )
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