Bulimia (008437)
Anonima, 19 anni
Innanzitutto buongiorno
e grazie in anticipo della vostra attenzione.
tra pochi giorni compierò 19 anni, ed è da anni che soffro.praticamente
dalla prima infanzia.sarò breve: all'asilo avevo problemi a socializzare,
volevo sempre tornare a casa.mio padre mi ha sempre detto
che nel mondo per sopravvivere si deve combattere e che l'umanità è
crudele.alle elementari mi attaccavo fortemente alle amiche e mio padre ha iniziato
ad insultarmi e demolire i miei sogni.per lui il mio voler
fare la poetessa era una cretinata e mi avrebbe ridotta alla fame.in particolare
mi ricordo un episodio in cui mi ero rifiutata di mangiare perchè avevo
nostalgia di mia madre.avevo pauradella solitudine e dell'abbandono,spesso lasciavo
che le cose accadessero senza agire.alle medie sonoingrassata,66 khg per 160cm.Mio
padre mi ha probabilmente provocato dei gravi disturbi con il suo insultarmi
e i suoi disgustosi modi di fare.Nonostante le mie incessanti preghiere di non
farlo perchè disturbava il mio sonno, si lavava quasi ogni sera verso
mezzanotte
per mezzora,emettendo suoni e gorgoglii disgustosi.
lo odiavo,mi faceva
sentire una nullità, come spesso mi ripeteva.l'avevo confessato a dei
parenti ma mi avevano sgridata perchè "non era corretto odiare il
proprio padre".
quando sento l'qacquaq scorrere rabbrividisvo tuttora.
mi rinchiudevo in camera mia e ascoltavo rabbiosamente la musica.
socialmente spesso ero vittima di sfottii e bullismi a causa della mia grassezza.ero
ansiosa.
stare con mio padre mi provocava e provoca tuttora malessere psicofisico.
quindi, alle superiori, ho seguito svariate diete. sono andata dalla dietologa
in seconda superiore, ho perso svariatoi kili grazie alle camminate nella casa
che avevo in montagna e a cui ero legatissima. l'anno dopo sono ingrassata nuovamente.66-56-66.
sono tornata dalla dietologa.mia madre e i miei parenti mi facevano pesare la
mia grassezza senza tener conto dei mieik sentimenti.odiavo lo specchio. in
seconda mi sono iscritta a un corso di teatro, che ho da sempre amato.nell'estate
di due anni fa dalle abbuffate sono passata ai digiuni.in un mese e mezzo ho
perso dieci
kili. vivevo praticamente di aria e passavo almeno 6 ore al giorno a camminare
in montagna.vorrei tuttoggi essere ancora così magra e piena di controllo.
nell'inverno,sono ingrassata ancora. quindi,è da due anni
che sono relativamente "stabile", se così si può dire,tra
50 e 56.sono in amenorrea da due anni.
mi sento grassa e brutta.
non credo di avere la possibiltà di piacere,anche se alcuni giorni sono
euforica e penso il contrario.mi abbuffo e poi mi pento. odio mio padre. non
capisvco cosa voglio dalla vita, sono incapace di provare un affetto sano, sono
attaccatissima a mia madre e ai miei nonni. non capisco il senso della vita.
e mi abbuffo.fingo di essere gioiosa e socievole mas è tutta facciata.
circa due volte la settimana,quindi svolgo attività fisica smoderata
per eliminare le calorie in eccesso.
quest'estate ce l'avevo fatta.ma ho ripreso il ciclo di abbuffate.
per l'università non sapevo scegliere tra lettere, filosofia e psicologia.ero
sicura su archeologia
subacquea.ma mio padre mi ha imposto di non farla.ho scelto psicologia. salto
almeno un giorno alla settimana per le abbuffate.mi odio e non mi capisco.vi
prego,già il leggere questa lettera sarà una grande cosa per
me,ma vorrei sapere come guarire e iniziare a vivere. niente più diete,
camminate di ore e poi abbuffate.solo vita. min basterebbe questo, vivere.e
iniziare a inseguire i miei sogni che mmio padre ha sempre sminuito.vorrei vivere.
vi ringfrazio ancora e mi spiace di avere scritto così tanto.
grazie di cuore.
Quanto lei ha scritto,
la quantità di parole usate, la velocità che si riscontra nella
lettura, denota un'enorme voglia di parlare, di far uscire fuori, di sfogarsi.
Mi chiedo se l'abbia mai fatto con qualcuno veramente.
Io credo che lei debba trovare un "luogo sicuro", un posto in cui
poter parlare ed essere ascoltata.
Una persona a cui raccontare dei suoi odii, dei suoi rancori, delle abbuffate
e cercare di capire il perchè di tutto questo.
Deve giustamente, come scrive, iniziare a vivere, preoccupandosi di se stessa
e dei suoi malesseri. Questo lo può fare rivolgendosi ad un bravo psicoterapeuta
che l' aiuterà a capire e gestire le situazioni che ora la fanno tanto
soffrire. Non aspetti di stare peggio o che "qualcosa cambirà"
prenda in mano la sua vita e si
dia una mano a tirasi sù. Mi faccia sapere
( risponde la dott.ssa Anna Maria Casale )
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