Bulimia (08121999)
Anna M., 37anni (8.12.99)
Innanzitutto buongiorno...vorrei porvi un paio di domande coincise,e perciò vi sintetizzo la mia attuale vita:sono sposata da 14 anni ,ho 2 figli maschi ,lavoro in ambienti piacevoli e la mia giornata è piena..Ho dovuto subire un'intervento ad una gamba ,niente di grave,ma la mia convalescenza a casa è stata di 20 giorni...In questo periodo sono stata malissimo,non solo per il dolore alla gamba ,ma sopratutto per gli attacchi di pianto e la depressione che non mi abbandonava mai..la notte mi alzavo e zncora mi succede per mangiare e la mia vita è completamente sbalestrata...premetto che il rapporto affettivo con mio marito è praticamente inesistente...vi chiedo potrà essere per questo motivo tanta depressione in casa e gli attacchi di fame???' grazie di cuore!!! Cara Anna,
da quello che racconta, sembrerebbe una persona molto attiva, sempre in movimento e sempre pronta a rendersi utile. Il suo intervento l'ha costretta, invece, a fermarsi e, questo, suo malgrado, l'ha messa di fronte a se stessa. Spesso l'attività frenetica o, una vita piena, come la descrive lei, possono nascondere una grande paura: la paura di sentirsi vuoti, abbandonati, soli, piccoli, inutili e indifesi, insomma la paura di guardarsi dentro, di scoprirsi, magari, completamente diversi da come avevamo sempre creduto o, ci eravamo sforzati, di essere. Lei è stata costretta a casa 20 giorni.....20 giorni di dolore..... in tutti i sensi ...dipendente...in una condizione che forse per lei è difficile da accettare. Comunque, deprimersi perchè si ha la sensazione di aver perso, anche se per un brevissimo periodo, la propria integrità fisica, la propria autonomia, è una reazione che, in sè, non ha nulla di preoccupante, come del resto, può non esserlo il cercare di alleviare il proprio stato d'animo, mangiando. Questo suo ammalarsi, però, forse, non è stato un caso, infatti la sta costringendo a porsi delle domande, la sta mettendo, per esempio, di fronte alla consapevolezza dell'inesistenza del rapporto affettivo con suo marito. Da come lei descrive i fatti, mi sembra di capire che questa situazione con suo marito non sia recente, e allora, come mai, solo ora se ne accorge, tanto da starne male? Il suo doversi fermare, il suo sentirsi in una condizione di dipendenza, per lei inaccettabile, l'ha resa più fragile, e ha favorito un maggior contatto con le sue emozioni. Forse proprio quelle che, con la super attività, "la vita piena", si è sempre negata di sentire. Quale migliore occasione, dunque, questa sua condizione di oggi, per cominciare a riflettere di più su se stessa? Non mi preoccuperei molto per i suoi attacchi di fame, tra l'altro, non ho elementi sufficienti per valutare se trattasi di bulimia o meno. In questo momento, la cosa più importante, credo, sia quella di guardare un pò più attentamente dentro di sè e affrontare apertamente il rapporto con suo marito.