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Bulimia (112052)

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on . Postato in Disturbi alimentari | Letto 667 volte

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Stella 22

Non so perchè sono capitata su questo sito proprio oggi, domani ho un esame, probabilmente l'ultimo prima della laurea... e invece di studiare sono qua che leggo queste richieste di aiuto e man mano che leggo mi sento meno sola. Non mi sembra possibile che ci siano altre persone che provano paure e angosce simili alle mie, sentimenti inconfessabili, di cui mi vergogno profondamente e che non ho mai avuto il coraggio di rivelare a nessuno. Le occasioni per chiedere aiuto ci sono state, eppure non sono mai stata in grado di coglierle. E neanche di abbassare un pò la barriera che ho innalzato davanti a me, altissima.. altro che filo spinato, ci ho messo la corrente elettrica per fare in modo che nessuno entri in questo incubo. Se ho deciso di parlarne è proprio questo il motivo: io odio la mia situazione, non sopporto di essere dipendente dal cibo e soprattutto dal vomitare, ma soprattutto non la augurerei a nessuno al mondo, nemmeno al mio peggior nemico. La mia paura è che il mio comportamento abbia indotto la mia sorellina minore a cadere in questo baratro atroce. E se così fosse non potrei mai perdonarmelo. Abbiamo perso il papà 6 anni fa, ma nella mia famiglia non c'è mai stato molto dialogo, figurarsi in una situazione come questa. So che soffriamo tutti terribilmente per questa perdita, ma nessuno di noi ne parla. Non so perchè succeda, ma è così. Nessuno inizia l'argomento e così passano i giorni, gli anni, e tutto diventa più difficile perchè sembra di voler far soffrire di nuovo la mamma che si è trovata sola ad affrontare il resto della vita, o le sorelline che erano piccole allora e forse non hanno nemmeno capito quello che è successo. O semplicemente sono solo io a soffrire e a non riuscire ancora adesso a affrontare il suo essersene andato volontariamente da me. Io non so come definire la mia famiglia, siamo legati nel momento del bisogno, ma non siamo abituati a esternare i sentimenti reciproci. Non è che non siamo legati, ma semplicemente siamo stati educati ad essere forti, a non mostrare segni di debolezza o cedimento. Siamo stati cresciuti per essere dei vincenti, la parola sconfitta non DEVE esistere. E così io sono sempre stata la sorella maggiore, la più brava della classe, la più brava all'università, la vincente nello sport, il modello odiato e allo stesso tempo invidiato dalle mie sorelle minori. Vedo come mi guardano, quasi una seconda mamma visto che nostra madre ha mille impegni per poter permettere a noi di arrivare a fine mese. E per questo ho sempre cercato di essere forte, per dare sia a loro sia a mamma la possibilità di aggrapparsi a me in ogni momento. Il problema è che io non sono così forte e così, quando ho iniziato a vedermi leggermente grassa, un pò per gioco un pò per curiosità, ho iniziato a ingurgitare quantità sproporzionate di cibo. Mi faceva e mi fa sentire bene. Ma solo fino a quando mi sento troppo piena o troppo in colpa e vado in bagno a vomitare. I primi tempi facevo fatica a vomitare, dovevo mettermi le dita in gola e la cosa mi faceva alquanto schifo. Poi ho imparato a vomitare a comando. La cosa più assurda è che in certi momenti ne sono pure orgogliosa, perchè ci metto anche di meno a far uscire tutta la roba che ho buttato giù. Ho iniziato a vomitare, ovviamente di nascosto, quando ero ancora a casa. Il problema è che a casa mia non sono mai esistite le chiavi e così, per essere sicura che nessuno potesse vedermi, mettevo un asciugamano davanti alla serratura e un pezzetto di legno per incastrare la porta per terra. La mia paura più grande infatti era proprio che le mie sorelline cercassero di vedere cosa stavo facendo in bagno visto che ci stavo davvero tanto. A distanza di anni adesso non sono più tanto sicura che queste mie precauzioni siano state sufficienti, perchè proprio la più grande tra le mie sorelle, che adesso ha 15 anni, sembra avere dei problemi con il cibo. Non so se sono io che sono diventata paranoica a furia di osservare come gli altri potevano guardarmi mentre dicevo di non aver fame o mentre mi abbuffavo, ma ci sono dei segnali che io colgo come campanelli d'allarme perchè rivedo le "astuzie" che adottavo io: la scusa dello studio o dell'uscire per saltare la cena e le interminabili ore passate in bagno. Io so quanto sia brutto e non voglio che ci caschi pure lei. Cosa dovrei fare? Vi prego, aiutatemi ad aiutarla. La mia speranza è che magari anche io riesca a uscirne, non credo sia troppo tardi. Adesso sono andata via di casa, convivo con il mio ragazzo. All'inizio credevo che non essendo più a casa, dove c'erano il frigo e la dispensa sempre pieni, sarebbe stato più facile. Ma non è stato così. La cosa più strana, che da una parte mi rassicura e dall'altra mi fa imbestialire, è che il mio ragazzo non si è mai accorto di niente. (Io vomito addirittura 2-3 volte al giorno!) Sono contenta che lui non se ne accorga e non mi faccia domande a riguardo perchè me ne vergogno troppo. D'altro canto a volte lo guardo e vorrei che lui capisse, che mi aiutasse a uscirne. Non so se sono forte anche in questo, come mi è stato insegnato. Mi autoimpongo spesso delle diete molto rigide, ma, soprattutto in periodo di esami, ci ricasco. Tutte le volte mi dico: "passato l'esame non succederà più" e poi arriva un altro esame e tutto ricomincia. La stessa cosa che è successa oggi, visto che domani ho un esame, l'ultimo. E dopo, che succederà? Ce la farò finalmente? Quando sono con il mio ragazzo riesco a stare anche dei mesi senza vomitare, come succede quando siamo in vacanza, ma appena sono da sola sento la voglia matta di andare verso il frigo o di comprarmi un dolce. Sono molto golosa di dolci, ma dopo averli mangiati mi sento in colpa e corro a vomitarli. Grazie per l'attenzione.

Cara Stella, come pretendi di aiutare tua sorella, se non sei stata capace di aiutare neanche te stessa? Scusa la domanda forse dura, ma è proprio così che funziona perché lei non ti riterrebbe di certo una fonte di consigli utili. Tu ci sei passata e non vuoi che ci passi pure lei? E allora perché non ne esci una volta per tutte? Cosa significa: so che è brutto e non voglio che lei lo viva…e te? Perché se è così brutto continui a viverlo? Perché mangiare e vomitare non è brutto!!! Ti senti una grande perché nessuno ti ha scoperto, perché hai colmato la fame e comunque non prenderai un etto di peso, perché ti sei sfogata dell’ansia e delle preoccupazioni con un solo gesto. È chiaro che non sai come venirne fuori da sola, quindi, trova una psicologa, una psicoterapeuta o un centro, che trattino la bulimia con tecniche cognitivo-comportamentali. Vuota il sacco in famiglia e con il tuo ragazzo. Davanti alle tue sorelle dì che hai sofferto da anni di questa malattia orribile ma che ti ha fatto sentire bene in molte occasioni e che adesso sei decisa a venirne fuori e farti curare. Questo è il miglior insegnamento che puoi dare a tua sorella e l’unico mezzo per stare bene!

(risponde la Dott.ssa Sara Ginanneschi)

Pubblicato in data 20/02/08

 

 

 

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