bulimia? (48836)
Leo, 26anni (22.2.2002)
Io sono molto preoccupato per la mia ragazza....Ho paura che lei sia bulimica, ma non ne sono sicuro. So per certo che per lei la forma fisica e il peso spesso sono un'ossessione...L'ho vista piangere, per questo, piu di una volta So con certezza che a 20 anni(ora ne ha 25)la madre aveva tolto le chiavi della porta del bagno perchè lei vomitava dopo aver mangiato......E qualche volta ogni tanto lo fa ancora........Ma non é una cosa sistematica, lo fa solo in particolari periodi in cui é stressata o si sente particolarmente nervosa a causa di problemi familiari o lavorativi e allora magari mangia 20 biscotti e poi va in bagno...........Non mangia quantità enormi di cibo.E' un po in sovrappeso e frequentiamo insieme un dietologo (ha sempre avuto a che fare con le diete lei, anche prima di "noi"),l'anno scorso si era dimagrita 10 chili, ma poi ha avuto problemi in famiglia che le hanno procurato molto stress, ed ha ripreso tutto.La sua famiglia è sicuramente "patologica". I genitori sono anziani (60 anni) e di vecchio stampo. In oltre lei non dispone ancora delle chiavi di casa e dobbiamo sempre dire alla madre a che ora rientriamo.....La madre é molto possessiva e "pilota" la figlia per sentirsi tranquilla.Con loro vive anche la sorella con la famiglia che praticamente non mangia nulla e che sicuramente ha qualche problema.La mia ragazza è molto apprensiva e a volte aggressiva mi vuole tanto bene, mi ama e vuole sposarsi......Ma io ho paura che lei sia bulimica e vorrei che affrontasse i suoi problemi.Datemi delle indicazioni su come fare per capire i suoi problemi per favore....Sto impazzendo....Dimenticavo...Lei lavora è brava sul lavoro, ha delle amiche, ha insomma una sua vita al di fuori del "cibo" che comuque spesso è un problema....
Mi dispiace deluderla, ma non ci sono indicazioni per aiutarla a capire i problemi della sua ragazza. Sicuramente c'è una patologia relativa al comportamento alimentare ma solo la sua fidanzata può fare veramente qualcosa. Prima di tutto, la cosa più importante è la presa di coscienza del proprio disturbo. Lei, in realtà, può aiutarla solo in questo. Spingerla, ma senza forzature, a parlare di sè e delle sue difficoltà al fine di giungere ad una piena consapevolezza di sè e del proprio disagio. Solo così potrà rendersi conto della necessità di essere aiutata e ,di conseguenza, di affrontare una psicoterapia che, sicuramente in questo caso, si rende necessaria.