bulimia (49238)
Roberta, 20anni (10.3.2002)
Gentile
dottore,le vorrei raccontare la mia storia.Mi chiamo Roberta,ho 20
anni,e la mia vita,fino a 2 mesi fa,è sempre stata felice.Dico
fino a 2 mesi fa in quanto il 17 gen.scorso,il mio ragazzo mi ha
lasciata,dopo 2 anni,senza spiegazioni ne motivi apparenti(anche se
io credo sia x un altra).Io ho preso molto male questo fatto,anche
perchè lui è sempre stato innamoratissimo di me,e non
riuscivo -e non riesco tuttora - a spiegarmi il motivo.Ho provato ad
insistere con lui per farmi dare una seconda possibilità,ma
non ci sono riuscita,allora ho pensato che se mi sarebbe successo
qualcosa di grave lui si sarebbe riavvicinato a me.
Casualmente,nei giorni in cui mi frullava per la testa questa idea ho
visto una trasmissione che parlava della bulimia,e mi sono convinta
che quella era la soluzione giusta per far tornare il mio ragazzo da
me.Per i primi giorni non sono riuscita a vomitare,e questo mi faceva
molta rabbia,allora un giorno in cui ero sola in casa ho mangiato una
quantità di cibo veramente indecente,e a quel punto vomitare
è stato facile.in quel momento mi sentivo un
leone,perchè sapevo che presto sarei potuta finire
all'ospedale,e nella mia mente vedevo l'immagine di me nel letto con
lui accanto che mi diceva che mi sarebbe stato sempre vicino....ho
continuato per qualche giorno,poi però ho deciso di
dirglelo,chiedendogli aiuto,mettendolo alle strette credevo che mi
avrebbe supportato.Lui c'è rimasto malissimo,e mi ha detto che
mi avrebbe aiutato,allora abbiamo iniziato a rivederci,da amici,ma io
mi accontentavo...perchè mentre a lui dicevo che stavo
migliorando in realtà ogni giorno continuavo ad abbuffarmi per
poi vomitare.Il mio unico scopo era,e forse lo è
tuttora,quello di finire all'ospedale per riappacificarmi con
lui.Solo che prima credevo che avrei potuto smettere in qualsiasi
momento, controllare la situazione,e dopo aver ottenuto il mio
scopo(cioè tornare con lui) dire basta e tornare alla vita di
sempre.
Ora invece ho il terrore di non riuscirci +,ho paura che questa
malattia sia entrata dentro di me,perchè ogni volta che mangio
non posso non vomitare,sto troppo male,i sensi di colpa mi
attanagliano,e allora vomito.Ma la cosa che mi fa + paura è
che dopo che l'ho fatto,anche se gli occhi mi lacrimano e le gambe mi
tremano sono felice perchè sento che il momento che lui
tornerà con me si avvicina.so che è una cosa stupida,e
che il suo consiglio sarà quello di dire che per amore non si
fanno queste cose,e che se voglio che lui torni con me devo farmi
vedere forte e felice(cosa che adesso non sono),ma io lui lo
conosco,e so che questo è solo un momento di crisi che
ha,perchè il nostro amore era troppo forte,e non credo che una
persona possa cambiare idea così,da un momento
all'altro.Inoltre quando ci vediamo stiamo benissimo insieme,e ieri
sono riuscita a strappargli una possibilità...cioè
quella di rivedersi non da amici,ma come qualcosa di +....di questo
vorrei essere felice,ma non ci riesco,perchè lui ha detto di
voler essere libero...So che le persone non si possono costringere,ma
sono sicura che se gli facessi paura veramente(tipo andando
all'ospedale)capirebbe quanto sono importanteper
lui!Perciò,anche se una parte di me vorrebbe guarire,l'altra
non vuole,io devo continuare a vomitare,per riconquistare il mio
amore!Ma ho paura,e non ho la forza di lottare...e non vorrei poter
arrivare al punto che non guarisco +...ho pensato anche di iniziare a
fare uso di lassativi,perchè il vomito indotto mi causa dei
forti bruciori di stomaco.Cosa mi consiglia?
Grazie mille.
Che tipo di consiglio si aspetta, o meglio, rispetto a cosa? Lei sta rischiando enormente sia sul piano della salute che su quello psicologico. Dovrebbe riflettere sul significato di quanto sta accadendo. Pensa che l'amore si può comprare o estorcere? E come pensa di continuare a mantenerlo, con una malattia? Perchè la bulimia è una malattia che rende schiavi e infelici, non è un gioco. Rifletta attentamente sui rischi che sta correndo e sulla gravità di quanto sta facendo per non voler affrontare il dolore suscitato dall'abbandono e dal rifiuto. Se non riesce da sola ad affrontare la situazione è bene che si rivolga ad uno psicologo.