Bulimia nervosa (105796)
Giada 25
Salve, ho 24 anni, soffro di bulimia nervosa da 4, e sono in imbarazzo. Non ne ho mai parlato con nessuno, a parte che con mia madre, all'inizio del problema. Lei è medico, così mi dette degli psicofarmaci, poi con i mesi le dicevo che andava tutto bene e lei mi credeva. Con il tempo non ha più toccato l'argomento. Io meno che mai, mi vergognavo, mi vergogno. Credo che anche mio padre sapesse; medico anche lui, mai una parola. Naturalmente non ho mai avuto un buon rapporto con i miei genitori: gravidanza indesiderata, infanzia infelice, sensazione permanente di rifiuto eccetera. Sono andata via di casa tre anni fa, per un pò è andata meglio, ma gli attacchi continuavano. Ho avuto problemi di dipendenza da alcool e droghe, superati da più di un anno grazie al mio ragazzo. Forse lui mi aiuterebbe anche a uscire da quest'altro tunnel, ma il senso di colpa che provo, la vergogna pura e semplice, la convinzione che non potrebbe più amare questa cosa divoratrice in cui mi trasformo, mi impediscono di parlargliene. Ho attacchi frequenti, quotidiani, nei periodi di crisi. Quando sto meglio magari resisto per settimane, mesi, credo di esserne fuori, poi... che ne so, ci ricasco. Tra dieci giorni ho la mia seconda laurea, ho prospettive di lavoro, dipingo, scrivo, ho fortuna in questo. Amici, anche, nonostante mi rinchiuda sempre di più nei miei complessi. Convivo con il mio ragazzo, è molto innamorato, mi dice che sono bellissima, eppure io non voglio stare in questo corpo, eppure non ho mai avuto problemi con i ragazzi, sono stata molte volte amata e anche troppo e ho sempre lasciato, disprezzato, con questo tremendo distacco dalle cose che associo alla mia malattia. Ecco tutto, vorrei uscirne, credo. Oforse no. Mi sembra privo di senso starne fuori o dentro, mi sembra priva di senso l'esistenza, banalità suprema, ma è così che mi sento. Grazie di avermi ascoltato, Giada. Ps: Continuo con gli psicofarmaci, ma non servono più a molto.
Carissima Giada, quello di cui le ha bisogno è una psicoterapia, come dico spesso i farmaci bloccano i sintomi ma non le cause di questi. I disturbi alimentari hanno a che fare sempre con i disagi familiari. E' un modo messo in atto dalla psiche per "essere visti" dalla famiglia. Come ha sperimentato su se stessa non basta curare il sintomo, anche perchè si ricade comunque in qualcosa di diverso (droga, alcool). Deve debbellare la malattia, che purtoppo non le permette di godere delle belle cose che fortunatamente ha, nè di dare, di amare, perchè è troppo concentrata su se stessa, sui suoi problemi. Deve al più presto curare la sua psiche, capire e vedere il perchè di questo e porvi il giusto rimedio. Solo questo è il modo per poterne uscire. Lei mi sembra una ragazza sveglia ed intelligente e sono certa che seguirà questa strada. Per qualsiasi informazione sono a sua disposizione non si limiti a chiedere.
(risponde la Dott.ssa Anna Maria Casale)
Pubblicato in data 09/11/07
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