Disturbi alimentari (107061)
I miei genitori, nonni e zii dicono che rischio l'anoressia, ma secondo me, da essere anoressica ad avere un aspetto decente ci passa un abisso. Solo che loro non ne capiscono la differenza, essendo sempre stati abituati ad una bambina e poi ragazza "paffutella" (mio padre addirittura mi cantava che ero una "bambina fatta a forma di bigné"). Insomma, adesso che ho deciso di mangiare un pò meno, per avere un fisico leggermente più accettabile, sono tutti preoccupati per me. E' vero, c'è stato un periodo (da gennaio a marzo dello scorso anno) in cui mangiavo davvero poco: col fatto che passavo quasi tutte le mie giornate in biblioteca a preparare i miei esami mangiavo per pranzo una mela, o gallette di riso e poi a cena un pò di verdure. Dimagrendo mi sentivo (parlo all'imperfetto perché ora, col fatto che le lezioni e gli esami sono finiti, passando la maggior parte del tempo a casa ho smesso di "poter" dimagrire) più sicura di me e mi sono trovata improvvisamente circondata da tante persone, ho fatto tante amicizie, molti mi dicevano "Quanto sei bella!". Ora però, sono tornata a casa e non posso più stare attenta come prima, perché mia madre passa le sue giornate a cucinare per noi. Il fatto che ora posso guardarmi un pò allo specchio mi fa sentire meglio. E i miei genitori non lo capiscono. Vorrebbero che ricominciassi a "rimpinzarmi", ma non vogliono proprio comprendere che così mi farei solo del male. Io non voglio assolutamente riprendere peso per farli felici! Sì, di questo me ne sento in colpa, non mi piace farli soffrire, ma non so come fare per far capir loro che in realtà io NON SONO ANORESSICA e nemmeno rischio di esserlo. Semplicemente non voglio essere brutta. Chiedo troppo? Vorrei che qualcuno mi desse la conferma che non sono anoressica e, soprattutto, che riuscisse a farglielo capire ai miei. Non lo sono, vero?
Cara Anastasia, è impossibile dirle senza conoscerla un minimo se lei è anoressica o meno. Chi si azzarderebbe a dare una opinione così superficiale? Quello che posso dirle è che dal sentirla raccontare i fatti mi sembra una ragazza consapevole, che non si è “persa” nel desiderio illusorio di dimagrire sempre di più. Ma capisce che da qui a fare una diagnosi ce ne passa. Così come è difficile fare capire a dei genitori preoccupati per la figlia che creano con la loro ansia sensi di colpa in lei. Quello che le consiglio è di andare tutti a fare un consulto da uno psicologo che vi potrà dare delucidazioni in merito. In tal modo tutti sarete soddisfatti, lei avrà la sua risposta ed i suoi genitori anche. Credo che questo possa essere un modo che metta tutti d’accordo. Un saluto.
(risponde la Dott.ssa Anna Maria Casale)
Pubblicato in data 28/01/08
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