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Disturbo alimentare (079220)

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on . Postato in Disturbi alimentari | Letto 723 volte

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Maria, 23 anni

E' sin da bambina che combatto con quello che a me, come alla mia famiglia, sembra un serio disturbo alimentare. Qualche anno fa ho persino sfiorato la bulimia ma sono riuscita a fermarmi in tempo. E' difficile spiegarlo in parole povere ma ci proverò. Arrivo a mangiare molto più di quanto il mio stomaco richieda, anche fino a sentirmi male (e a volte se sento male allo stomaco, mangio ancora, con la strana convinzione che così facendo mi passerà). Ho una strana dipendenza dalla cioccolata, come se alla fine del pasto la dovessi mangiare per forza e non mi limito mai con la quantità. Ma la caratteristica predominante è che non riesco mai a stare più di due ore (e di solito è molto meno) senza avvertire l'esigenza di mangiare qualcosa. E ancora più strano è che, se mi sento sazia, quasi sempre mi ritrovo a pensare di dover mangiare, come se fosse lo stimolo della fame.
Cerco di darmi un contegno e di impormi di fare una dieta ma, a periodi, ci ricasco. Non riesco mai a mettermi a dieta ma il mio traguardo più grande resta sempre quello di riuscire a mangiare ai soli pasti o di evitare la cioccolata per un giorno o due. Inoltre praticamente tutti i miei pasti sono formati unicamente da cose che mi piacciono. Inutile dire che sono quelle che fanno più male. Per non parlare del fatto che non faccio quasi mai quello che si suol dire "pasto tradizionale" (cioè mangiare a pranzo e a cena) dato che mangio praticamente sempre e arrivata a ora di pranzo o cena mi metto lo scrupolo di non pranzare, dato che poco prima ho mangiato, ma tanto dopo pochissimo mangio qualcosa di sicuro.
Non so cosa fare, di certo questo non fa bene al mio organismo, oltre che al mio peso. Vorrei sapere se esistono dei centri specializzati in patologie psicologiche di questo genere che però non si occupino unicamente di bulimia e anoressia, come sembra che sia. grazie mille. Maria.

Cara Maria, da quanto scrivi mi viene da pensare che tu ti sia già informata presso centri che si occupano di Disturbi Alimentari: mi sembra strano che non si occupino di disturbi che non rientrano perfettamente nella categoria anoressia o bulimia….Il tuo è comunque un disturbo psicologico che, come altri, utilizza il cibo per manifestarsi….. anche se non rientra in una precisa categoria diagnostica, l’indagine sulle tematiche che possono essere alla base di tale disturbo dovrebbe essere la stessa. In ogni caso, Maria, non è detto che sia necessario rivolgersi ad un centro che si occupa di problemi con il cibo, perché, ripeto, comunque si tratta di problematiche psicologiche interne da capire e possibilmente risolvere…. Il cibo è solo una modalità di espressione del disagio, sebbene altamente simbolica. Dunque ti consiglierei di tentare di rivolgerti ad una psicoterapia, in un posto privato o pubblico, anche se non specifica per la problematica cibo. L’importante è che tu riesca a trovare una persona con la quale ti trovi bene e che ti permetta di lavorare su di te, dentro di te, per far luce sui tuoi conflitti interiori e restituirti la possibilità di essere padrona della tua vita. Non è importante di quale scuola o indirizzo sia il terapeuta, è importante che sia bravo/a e che tu riesca a sentirti compresa. Poiché il problema col cibo si manifesta da quando eri piccola, una terapia analitica che scavi nel passato e nel mondo inconscio potrebbe essere una buona strada da seguire….. Altre terapie mirano invece al miglioramento del sintomo, non indagando troppo sulle cause….. Si tratta anche di capire come tu sia e quale tipo di lavoro ti si addica di più. Questo devi deciderlo per conto tuo. In ogni caso ti consiglio di prenderti qualche appuntamento e di tentare, tenendo conto che un primo colloquio con un terapeuta serve a lui per inquadrare la situazione, ma anche a te per capire chi hai di fronte e stabilire se pensi che quella persona sia quella giusta a darti una mano. Se non è così, permettiti di cambiare e tentare con un’altra persona.

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