Figlia (119)
Anna 50 anni, 27.11.2002
Temo di aver riconosciuto
in una delle lettere a voi inviate mia figlia (Camilla n.53518)anche se il vero
nome e` diverso e non tutti i particolari collimano, manca qualsiasi accenno
al fratello, per esempio.
Se cosi` fosse per me e` veramente angosciante, perche`, pur amando tantissimo
sia io sia il papa` la nostra bambina non ci siamo accorti di quel che le sta
capitando.
Io non mi sono mai
accorta che mia figlia vomitasse, nonostante stia molto a casa con noi ( ma
certo non la seguo in bagno...), a me risulta che un ragazzo ci sia, ma in effetti
non si vedono poi tanto e lei alla sera rientra sempre presto (altra bugia?,
ci dice di uscire con lui e sta sola ?).
Il mio impulso e` stato di parlarle, chiedere se era lei e parlare anche al
papa`; poi mi sono chiesta: a che titolo se sono stata una madre tanto incapace
? Ho il diritto ora di inteferire? E se mi sbaglio? Voi che pensate, devo tentare
di affrontare l'argomento o sperare che sia lei a parlarmi ( magari leggendo
qui la mia lettera e capendo?). Grazie se vorrete darmi un consiglio, sono veramente
in ansia.

Non deve necessariamente far riferimento alla lettera che forse sua figlia ha scritto a Psiconline ma prendere spunti da ciò che osserva nella vita di tutti i giorni. Le faccia sentire che può comprenderla e che può aiutarla e che se ci sono dei problemi è bene affrontarli subito prima che la situazione si complichi ulteriormente.
Le suggerisco, intanto di leggere il manuale di auto-aiuto di Riccardo Dalle Grave "Alle mie pazienti dico...." Ed. Positive press per informarsi sui disturbi del comportamento alimentare. Non nasconda il libro alla vista di sua figlia che vedendola interessata a questi argomenti potrebbe essere invogliata a parlarle.