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Emanuela 38

Buonasera, ho una figlia di 14 mesi, il padre se ne è andato dopo averla riconosciuta quando lei aveva pochi giorni di vita e da allora non si è fatto piu' vivo. Mi pongo il problema di cosa e quando dovrò parlarle e se ci sara' differenza nel caso in cui dovesse essere cresciuta da un eventuale altro uomo. A che eta' parlarle e cosa dirle per evitare di crearle traumi? Potete aiutarmi a capire quale sia la cosa migliore? Confido nel vostro aiuto e vi ringrazio di cuore.

La prima cosa che salta agli occhi è una preoccupazione, comprensibile ma forse eccessiva, per una situazione che presumibilmente siverificherà in futuro. Nell'ipotesi che non vi sia in futuro possibilità di ricomposizione del nucleo familiare, qualunque sia il tempo e il modo in cui deciderà di mettere al corrente sua figlia della situazione, ciò che conta è avere in tempo provveduto a costruire una sorta di "anticorpi" affettivi e un'educazione basata sulla predisposizione di equilibrati modelli e valori. I bambini hanno una enorme capacità di adattamento, comprensione e accettazione anche di cose che magari costituiscono più un problema per gli adulti. Ciò che apprendono è soprattutto il clima e i comportamenti che fungono da esempio, più che le parole o i discorsi. Se lei riesce, anche con il supporto di una valida figura genitoriale, a creare un clima di amore, gioia e fiducia reciproca, sua figlia saprà capire e accettare come naturale questa situazione. Allora non vi sarà spazio per  traumi perchè i veri genitori sono quelle persone sempre amate e con le quali sua figlia ha condiviso i momenti più importanti della sua esistenza. Non mi sembra quindi la cosa più importante farsi prendere dalla preoccupazione o dall' ansia del dover dire a tutti i costi. L'unico problema "visibile", credo, potrebbe essere quello del cognome. Forse, a posteriori, non era necessario un riconoscimento solo burocratico da parte  del padre e sua figlia avrebbe potuto mantenere  il  cognome della mamma. Sicuramente vi sarà un tempo lontano (preadoloscenza) in cui si comincia a strutturare un'identità adulta: inevitabilmente verranno riaperte le ferite fatte di ostinate ricerche, domande e dolorosi tentativi di darsi risposte. Ma, come ho già detto, in quel tempo se la casa è costruita sulla roccia, reggerà alle intemperie e si potranno raccogliere i frutti che sono stati seminati  fino a quel momento. Cordiali saluti

(risponde il Dott. Orazio Caruso)

Pubblicato in data 27/10/08

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