abituare il bambino nel lettino (47769)
Giovanni, 39anni (28.1.2002)
Siamo
una famiglia normale senza problemi particolari con un bambino di 4
anni molto vivace. Abbiamo tentato di abituarlo a stare nel suo
lettino. Niente da fare urla dice che ha paura e che nella sua stanza
ci sono i mostri e non ci vuole stare.Eppure in tanti dicono che
bisogna abituarli da piccoli a stare da solo ma lui dice di avere
paura a stare da solo quindi dorme in mezzo a noi con disagi non
indifferenti. A volte lo prendiamo mentre dorme ma si sveglia quasi
immediatamente e vuole essere rimesso nel letto grande. Abbiamo paura
per eventuali traumi che puo' avere essendo cosi' piccolo...che
fare?. Alcuni nostri amici con il secondo figlio hanno risolto il
problema ma non e' il nostro caso forse faremmo meglio a lasciar
perdere aspettando qualche anno? ditemi voi.
Grazie
Una famiglia in difficolta'.
Gentile
sig. Giovanni, molti genitori hanno il timore che alcune azioni
finalizzate ad educare i figli, possano creare dei "traumi". In
questo senso devo tranquillizzarla, poichè pur essendo
talvolta fonte di inevitabili reazioni negative, è nei compiti
del genitore prendere decisioni, che spesso non incontrano il
consenso dei bambini. Questa appare una di quelle situazioni.
All'età di suo figlio è normale avere delle paure,
quali quella del buio, dei mostri ecc... In genere queste paure si
presentano all'età di circa due anni.
Gli studi realizzati hanno mostrato che questo tipo paure sembrano
essere innate. La mancata soluzione del problema di abituarlo a
dormire nel suo lettino, potrebbe essere fonte di alcuni rischi
legati da un lato al non superamento delle paure da parte del bambino
e dall'altra la mancata acquisizione di una giusta dose di autonomia
dai genitori. Senza poi dimenticare la necessità della coppia
genitoriale di vivere la propria intimità. Ci sono dei casi
limite, in cui queste situazioni vengono protratte sino
all'adolescenza, con tutte le ovvie conseguenze che ciò genera
a livello di sviluppo psicologico, emotivo e relazionale. La coppia
genitoriale ha la necessità, anche di definire alcuni limiti
ed uno spazio vitale, al fine di evitare di essere eccessivamente
"invasivi" nella vita del figlio e viceversa. La crescita impone
necessariamente l'affrontare e superare dei piccoli "traumi" e
soprattutto nella società attuale diviene fondamentale educare
i figli a tollerare le frustrazioni. In altri termini, piccole
frustrazioni aiutano il bambino a sviluppare gli strumenti, che gli
consentiranno nella vita adulta, di non soccombere emotivamente di
fronte alle difficoltà che lo attendono. Da quanto mi comunica
nella sua e-mail, sembra che i problemi del bambino siano relativi
esclusivamente alla difficoltà di dormire da solo, che quindi
non sembra manifestare altre forme di disagio.
Se effettivamente il bambino non presenta altre situazioni di disagio
emotivo, siamo di fronte ad un comportamento appreso per rinforzo. In
altri termini, il bambino ha imparato, che piangendo e strepitando,
può ottenere la piacevole ricompensa (rinforzo) di dormire con
mamma e papà. Anche se potrei prevedere con una bassa
probabilità d'errore, che con questa modalità suo
figlio tenda ad ottenere molte cose da voi genitori (mi sbaglio?).Il
"lettone" non dimentichiamo è la meta agognata della maggior
parte dei bambini, quindi, abituarli a dormire nel loro lettino
è un' impresa che buona parte dei genitori è chiamata
ad affrontare. Ovviamente, si possono adottare delle strategie per
rendere meno "doloroso" il passaggio al lettino. Si può
effettuare questo passaggio con estrema gradualità. Prima di
cominciare però è indispensabile che i genitori siano
fermamente convinti della giustezza di questa azione e soprattutto
siano fermi, nonostante tutto. Nonostante, i pianti, le urla e vari
tentativi da parte del bambino di sottrarsi alla situazione, comprese
le notti insonni che dovrete affrontare.
Ogni vostro tentennamento o concessione (dormire nel vostro letto),
aumenterà la tenacia del comportamento negativo, rendedolo
più difficile da estinguere. Sarà, quindi,
indispensabile siate entrambi convinti di questa necessità e
che poi elaboriate insieme un programma di azione, sostenedovi a
vicenda se sarà necessario. Dovrete preparare il bambino, dopo
la vostra decisione, spiegandogli la necessità di dormire da
solo (non aspettandosi, naturalmente, che ciò sia sufficiente
a convincerlo) e che le paure si superano affrontandole.
Comunicategli, quando avrete deciso, da quando comincerete ad
adottare la nuova strategia. Attendetevi, naturalmente, che il
bambino vi metterà subito "a dura" prova, per vedere quanto
"reggerete". Potete cominciare con l'organizzare la sua stanza in
modo che ci sia sempre una luce accesa, durante la notte, poi quando
si sentirà più sicuro si potrà utilizzare una
luce notturna più tenue. Eliminate dalla stanza quegli oggetti
che potrebbero stimolare "la fantasia" notturna per i mostri ecc..In
questa fase potrete suggerire al bambino di tenere vicino uno dei
suoi pupazzi preferiti. Leggetegli delle favole ed avvertitelo che
dopo un certo periodo di tempo andrete nella vostra stanza.
Assicurategli che lascerete( in questa fase) le porte aperte e che
andrete da lui se vi chiamerà.
Gradualmente, aspettate sempre di più prima di rispondere
alle sue chiamate, fino a non rispondere affatto. Allo stesso modo
quando andrete nella sua stanza, su chiamata, gradualmente,
trascorrete sempre meno tempo a tranquillizzarlo, fino a farlo a
distanza a voce dalla vostra stanza (naturalmente, se la disposizione
delle stanze lo permette). Se il bambino si alza per venire nel
vostro letto, siate categorici, rifiutatevi e accompagnatelo nel suo
lettino. Ci vorrà del tempo e tanta, tanta pazienza. In tutta
questa situazione, sarà importante essere fermi, evitando di
irritarsi o perdere la calma, anche se vi sertirete stanchi. Lo
capisco, potrà essere abbastanza dura, ma fare il genitore non
è certo semplice.Se si vuole rendere la sequenza ancora
più graduale, si può cominiciare abituando il bambino
a dormire nel suo lettino, ma nella vostra stanza da letto e
successivamente passare alla procedura finora descritta. Accanto a
questa strategia ed in modo parallelo, sarà necessario essere
attenti a sottolineare e rinforzare (ricompensare con espressioni
sincere d'affetto, di stima, di gioia ecc..) tutti i piccoli
comportamenti nel senso desiderato. Inizialmente, un piccolo
traguardo potrebbe essere, anche, stare nel suo lettino per qualche
minuto, senza lamentarsi. Si possono stabilire con il bambino, anche
una serie di ricompense (rinforzi) cui lui potrà accedere, se
metterà in atto certi comportamenti desiderati, che si
potranno concordare insieme. Per esempio se riuscirà a stare
nel suo lettino, senza lamentarsi o chiamare per trenta minuti,
potrà vedere quindici minuti in più di televisione o
giocare con il suo videogioco preferito o altro secondo le sue
preferenze. Naturalmente, la ricompensa deve essere rapportata alla
difficoltà del comportamento richiesto al bambino.