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Arrivato il secondo figlio... (130381)

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Flavia 38

Buongiorno e grazie innanzitutto per l'attenzione. Il mio problema è per me fonte di grandissima ansia ed infelicità, oltre che di continui sensi di colpa. Non ne parlerei a nessuno, neanche a mio marito con il quale ho un profondo legame e grande intesa. Ho aspettato a lungo la mia prima figlia, con le sofferenze e frustrazioni della paura di non poter avere figli. Quando alla fine è arrivata l'ho amata in maniera totalizzante e viscerale. Ho dedicato per 3 anni a lei ogni istante della mia vita e ogni mio pensiero e impeto di amore, soffrendo anche solo se un'altra persona la prendeva in braccio. Ho sofferto perchè ho sentito quanto l'amore per lei avesse totalmente sopito quello per mio marito, che fino a quel momento era la mia vita e che all'improvviso è arrivato ad occupare una posizione marginale nel mio cuore, nonostante l'affetto e la stima immutate. Lo amavo senz'altro ma ad un tratto non ero più innamorata di lui ma di mia figlia. Poi è arrivata la seconda e anche con lei è successo lo stesso, mi ha rubato il cuore, la passione, tutto. Amo ogni singolo respiro, ogni curva del suo volto, annuserei per ore il suo profumo...e la prima figlia ora rimane in secondo piano, il marito occupa una triste terza posizione nel mio cuore....certo, voglio bene alla mia primogenita, ma a volte penso di non amarla più, che le mie attenzioni siano forzate, solo per risarcirla di quello che le ho tolto dando alla seconda figlia. Continuo a forzarmi di ricordare il rapporto toalitario che avevamo, come amassi tutto di lei e ora...a volte la sento quasi estranea, i baci che le do non mi vengono più spontanei , mi irrita spesso, la sgrido troppo....non mi dilungo oltre, credo che abbiate capito a sufficenza...ma possibile, a volte mi chiedo, che il mio cuore sia come una coppa troppo piccola, che può amare veramente una sola persona per volta?

Cara Flavia, il rapporto che lega una madre ad un figlio appena nato è fatto di tanti elementi: amore incondizionato, paura per la precarietà del neonato, ansia e un insieme di paure che Winnicott ha indicato come "preoccupazione materna primaria", è uno stato che inizia prima della nascita del bambino e che accompagna la mamma per un po': per qualche tempo la madre ha in mente soltanto il bambino, che diventa fonte di preoccupazione e concentrazione di ogni attenzione. Questo atteggiamento è molto importante e del tutto normale, accompagna il rapporto genitoriale dall'origine della razza umane, si è conservato a partire dagli animali perché serve per proteggere e salvaguardare la specie. Le dico questo per trasmetterle che la preoccupazione iniziale di ogni madre è naturale e fisiologica! E' una forzatura invece il fatto che lei ora non riesca a staccarsi da sua figlia e che possa, paradossalmente, con la sua apprensione e le sue eccessive cure, renderla più fragile in futuro, più spaventata e senza slancio verso le esperienze di vita. E' giusto fare sentire un figlio speciale per un genitore, perché ciò infonde autostima, ma non bisogna far sentire i figli i migliori al mondo, perché ciò potrebbe far sviluppare in loro difficoltà nel relazionarsi agli altri ed a capire i bisogni altrui. Cara Flavia penso che ora lei debba cercare di ritrovare il suo equilibrio e scoprire una visione più completa e globale di sé all'interno della sua famiglia. Parta da lei, dai suoi interessi, dedichi del tempo a sé: ricordi che il primo principio per essere un buon genitore è essere un genitore soddisfatto, che si prenda cura di sé, lei abbandoni i sensi di colpa che possono farle dubitare di lei e si rilassi: faccia un po' il punto della situazione! Poi dedichi il giusto tempo alle due figlie e conceda loro la possibilità di aprirsi agli altri bambini ed al mondo esterno; potrà essere formativo per loro. Non dia per scontato il rapporto di coppia, lo alimenti giorno dopo giorno, come si fa con un bambino, anch'esso ha bisogno di cure e può essere fragile ed aver bisogno di essere rafforzato e soprattutto cerchi di sviluppare una visione più ampia di Flavia: lei è Flavia che ha due figlie, che è madre e moglie e che ha i suoi interessi: tutte queste immagini di sé devono essere i tanti aspetti di Flavia, lei non se ne dimentichi e provi a vedersi in modo più globale! Questi aspetti sono tutti lì, fanno parte di sé , ma lei non deve escluderli! Ci provi Flavia, incominci a sganciarsi un po' e vedrà che quando osserverà di più, ciò che prova dentro di sé le sembrerà più chiaro e meno parziale! Le faccio tanti auguri per la sua famiglia e mi riscriva, se le va!

(risponde la Dott.ssa M. Rosaria Infante )

Pubblicato in data 02/03/09
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