Bambini e razzismo (113856)
Silvia 25
Buonasera, il mio problema riguarda in realtà mio fratello che ha 5 anni. Un paio di anni fa i nostri zii adottarono un bambino stupendo dall'Africa, aveva solo un anno quando lo portarono in Italia perciò si adattò subito benissimo, tutta la famiglia lo accettò senza problemi. Mio fratello però continua tutt'oggi a non volerne sapere di lui, lo chiama "marroncino", dice non gli piace perchè "sembra una castagna" e frasi di questo tipo (noi speriamo sempre che non le dica davanti a lui, fortunatamente non è mai successo). Quando vogliamo andare a trovare gli zii è una tragedia, poi quando si trovano insieme in realtà mio fratello si dimentica del colore della pelle e gioca tranquillamente con lui. Premesso che nella mia famiglia nessuno è razzista, non si dicono frasi offensive verso nessuno e se si parla di politica o cose simili di certo non si fa davanti a lui, onestamente non capisco da dove gli derivi questo razzismo, anche se di vero razzismo in effetti non si può parlare data l'età. Non è nemmeno una questione di gelosia perchè da poco è nata anche un'altra cuginetta e mio fratello non manifesta segni di gelosia, anche se l'attenzione ultimamente era spesso su di lei. Sono molto preoccupata per questo atteggiamento di mio fratello, soprattutto perchè è nato in un mondo decisamente multiculturale, io speravo che proprio il cuginetto africano sarebbe stato utile come primo approccio, e invece credo di no; come faccio a spiegargli certe cose così complicate? Come faccio a fargli cambiare idea prima che sia troppo tardi? Grazie mille.
Occorre avere molta pazienza e disponibilità nel tentare di dialogare e riportare la situazione in termini più accettabili. E' un rifiuto, una mancanza di accettazione, però a volte è solo un idea e nulla di più, perchè poi nella realtà trova dei momenti per giocarci superando ogni forma di esclusione. Probabilmente manifesta certi atteggiamenti di esclusione perché l'ha visto fare e ha sentito fuori dell'ambiente di casa certi discorsi intrisi di razzismo, appropriandosi di reazioni di emarginazione. Nel momento in cui instaurate con lui un dialogo più profondo, esponendo le vostre convinzioni più autentiche, credo che possa maturare una maggiore accettazione.
(risponde il Dott. Renato Vignati)
Pubblicato in data 04/06/08
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