Cambiare vita a sette anni (1619)
Stefania, 34 anni
Buongiorno, sono sposata e ho una
bimba di sette anni. Io sto decidendo di separarmi per una forte incompatibilità
con mio marito. La mia decisione è anche quella di cambiare casa per
raggiungere la città in cui lavoro, che ora è a 65 km da casa.
Viaggio tutti i giorni, mia figlia è a scuola fino all'una e poi con
la baby sitter (i nonni paterni non si occupano della bimba: lei lavora e lui
è pieno di pensieri insensati!).
Nel paese che lascerò ci abita mia sorella, qualche parente e la casa
delle vacanze dei miei genitori (che abitualmente vivono a 450 km da noi). Chiaramente
io e mia figlia abbiamo ormai delle amicizie costruite durante i suoi anni di
asilo, e ora di scuola. La domanda che vorrei porre è questa: per mia
figlia potrebbe essere molto traumatico il cambiamento? So che molto dipende
da come io pongo le novità e soprattutto come le vivrò, io mi
sento molto positiva, ma immancabilmete faccio molti pensieri. Ricomincerei
anche io una vita diversa. Qualcuno dice che la bimba potrebbe peggiorare a
scuola, si chiuderebbe ancora di più, ecc... Io credo che l'importante
è vivere in modo sereno, ma potrei anche sbagliare ed ho paura per mia
figlia. Vi prego rispondetemi.
Ogni cambiamento comporta inevitabilmente
un disorientamento, difficoltà di varia natura, soprattutto emozionali.
Cambia completamente il contesto di riferimento e, in particolare, influisce
sui legami affettivi e amicali consolidati.
Il cambiamento perciò potrebbe, sottolineo il potrebbe, rivelarsi traumatico.
In ogni caso, dipende anche da altri fattori: le risorse personali, le capacità
di adattamento, quello che si trova nella nuova situazione e, principalmente,
come avviene la transizione da un luogo all'altro.
Consiglio di dialogare molto e spiegare chiaramente i motivi del trasferimento,
cercando di attivare nuove motivazioni e curiosità che compensino i vuoti
che potrebbero crearsi. Prestare pertanto molta attenzione e sensibilità
alle emozioni che emergono, sia per lei che per sua figlia. Inizialmente, per
evitare il più possibile i disagi, lo scambio comunicativo deve essere
molto frequente e approfondito.
( risponde il dott. Renato Vignati )
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