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comportamenti infantili (2006-12-09)

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Oreste 36

Ho una figlia di 2 anni e mezzo che ha iniziato a parlare molto presto e ora parla (quasi) perfettamente. Recentemente, ha iniziato una fase "regressiva" dove associa gestualità e modalità di linguaggio associabili ad una bambina di età decisamente inferiore. Gestualità e modalità di linguaggio comunque mai avute in età precedenti. Questo comportamento voluto, si presenta 2 o 3 volte alla settimana e dura parecchie ore. Aggiungo che non siamo separati, che è figlia unica e non frequenta scuole o asili. Cerco delucidazioni su questo fenomeno e suggerimenti sul comportamento da tenere. Grazie

 

Caro Oreste, devo dire che sono rimasta piuttosto colpita dal suo modo di esprimersi, particolarmente tecnico, da un lato come se fosse un “addetto ai lavori” e dall’altro come se volesse prendere le distanze da una situazione che le crea disagio, senza correre il rischio di lasciarsi coinvolgere troppo affettivamente. Certo, la mia è solo un’ipotesi fondata su poche righe che lei mi scrive, avrei bisogno di parlare con lei direttamente e, soprattutto, avrei bisogno di sapere molto di più di sua figlia. Tanto per cominciare dovrei ripercorrere più precisamente le tappe linguistiche di sua figlia e non solo, anche quelle motorie e dello sviluppo cognitivo ed affettivo. Ciò significa che solo una visita specialistica presso uno psicologo dell’infanzia può fare il punto della situazione. Io posso limitarmi a dire che “precocità” nello sviluppo non sempre è sintomo di un “sano sviluppo”, anche se oggi viviamo in una società dove si richiede al bambino di essere sempre in linea con le pressanti richieste di crescita veloce. Poi, c’è anche da dire che bisognerebbe sempre valutare la reazione dell’ambiente familiare di fronte alle manifestazioni precoci del bambino: imbarazzo, aspettative elevate, senso di beatitudine, o altro ancora? Il modo di reagire della famiglia, sia di fronte ad un bambino precoce che di fronte ad un bambino “lento” potrebbe influenzare le tappe successive di sviluppo. Inoltre, il bambino impara a parlare non per esprimere un linguaggio formalmente corretto, ma semplicemente per il desiderio di comunicare i propri bisogni e le proprie intenzioni. Attraverso il linguaggio il bambino struttura la propria vita affettiva ed intellettiva. Ancora, lo sviluppo del bambino non procede mai in modo lineare, ma segue fisiologicamente delle apparenti “regressioni” che di fatto costituiscono un modo per “riorganizzare” le precedenti conoscenze per fronteggiare nuove esperienze e integrarle nella propria crescita. Poi, esistono tappe particolarmente importanti nel corso dello sviluppo del linguaggio; per esempio intorno ai 18 mesi, circa, appaiono le prime “frasi” composte di due parole come “braccio-mamma” o altro: si tratta di un linguaggio molto legato al contesto, che solo chi conosce bene la bambina può capire. Nello stesso periodo compare la negazione: il “no” dei bambini introduce il bambino verso la formazione dei primi concetti. Tuttavia, il parlare del “bambino piccolo” dura ancora per alcuni mesi, e potrebbe costituire un segnale di allarme solo se persiste oltre i 3-4 anni, ma non prima, e in ogni caso andrebbe consultato uno specialista prima di saltare alle conclusioni. L’età che sta attraversando sua figlia è particolarmente delicata, perché solitamente è caratterizzata da un comportamento ambivalente: se da un lato vuole dimostrare la propria autonomia, dall’altro si aggrappa con tutte le sue forze a mamma e papà. Molti genitori che hanno bambini di questa età scrivono o richiedono aiuto perché non sanno più cosa fare con i loro bambini, hanno l’impressione di non poter più gestire la situazione, è come avere in casa degli “adolescenti in miniatura”. A quest’età sarebbe positivo che sua figlia frequentasse spesso i suoi coetanei, con cui confrontarsi su diversi piani. Il modo che ha di parlare un bambino con i genitori, è molto diverso da quello che utilizza con i coetanei. Lei mi ha detto che recentemente la bambina ha adottato un linguaggio da bambina piccola. A questo proposito le potrei suggerire di riflettere se recentemente è accaduto qualcosa, per esempio un trasloco, o altro. Inoltre lei aggiunge che sua figlia parla in questo modo due o tre volte a settimana, per cui devo pensare che il resto dei giorni la situazione è normale. Bene, anche in questo caso potrebbe notare, per esempio, se la presenza di un linguaggio da “bambina piccola” sia associato a particolari circostanze della routine familiare. Per ultimo, non so se sua figlia in questo periodo sta togliendo il pannolino o l’ha già tolto. Di solito quest’esperienza, in parte fisiologica e in parte caricata delle aspettative culturali e familiari, avrebbe un impatto importante nello sviluppo dello bambino, e non andrebbe considerato separatamente dallo sviluppo del linguaggio. Per terminare, in ogni caso, dovrebbe consultare direttamente uno psicologo dell’infanzia che le permetta di capire che fase sta attraversando sua figlia… e forse anche lei. Un saluto a lei e alla sua bambina.

 


(risponde la dott.essa Aurora Capogna)

 

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