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Disturbi di apprendimento (101771)

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Ale 42

Ho un bimbo di 8 anni con disturbo dell'apprendimento, soprattutto nell'ambito della scrittura; la neuropsichiatra che lo ha in cura ha consigliato una terapia dal logopedista. Siamo in lista di attesa e tengo a precisare che questa dottoressa ha tutta la mia stima e fiducia come persona, però credo ci sia un aspetto nel problema di mio figlio che è spesso sottovalutato: lui è un mancino puro e io che sono ambidestra capisco molto bene le sue difficoltà; una volta sotto forma di gioco ho provato facendolo insieme a lui a scrivere come leonardo; era ordinato e pulito nella sua scrittura e non vi erano errori! E' possibile che l'essere mancini non abbia nessun significato? Perché chi non vive le stesse difficoltà non capisce che non è solo una questione di mano dx o sx? Io ho 42 anni e per quanto mi riguarda le mie mani lavorano allo stesso modo, mi è infatti molto difficile riconoscere la destra dalla sinistra in maniera automatica, ma tutto questo è il frutto di una continua frustrazione per non poter usare oggetti comuni da mancina. Com'è possibile che di questo si parli così poco, perché? Ci sono testi o altro da poter consultare? Grazie

Cara Ale, per quanto ne sappia il mancinismo non dovrebbe costituire di per sé un fattore importante per l’apprendimento. E’ pur vero che la realtà fisica che ci circonda è fatta prevalentemente su misura dei destrimani, basti pensare ai vari elettrodomestici, al cambio della macchina, alla posizione delle serrature, al mouse del computer, alle comuni forbici, ecc. Per questo motivo, ad ogni mancino è richiesta una maggiore adattabilità nel compiere certe azioni, ma ciò non dovrebbe implicare maggiori difficoltà nell’apprendimento. L’apprendimento, infatti, è un processo complesso, non riconducibile ad una o due cause. Prima di tutto coinvolge diversi livelli dello sviluppo: quello cognitivo, quello sensomotorio e quello affettivo e sociale. Questo terzo livello è spesso trascurato all’interno della scuola, senza considerare che l’apprendimento della scrittura è un fenomeno squisitamente socio-culturale che richiede, a livello corticale, l’integrazione di diverse aree corticali preposte per funzioni semplici, come la percezione di stimoli visivi (area visiva), la decodificazione verbale (area del linguaggio), ecc.Queste singole aree corticali, geneticamente determinate, si integrano tra loro sotto la spinta di fattori socio-culturali, che rendono possibile l’apprendimento della lettura, della scrittura e del calcolo. Detto questo, ciò che rende possibile ed effettivo il processo di apprendimento della scrittura è la possibilità che viene data al bambino di utilizzare la scrittura per esprimersi, per creare, comunicare e non semplicemente per aderire a delle aspettative esterne. Inoltre, l’apprendimento di qualsiasi materia non dovrebbe mai prescindere dalla condivisione, ossia dalla relazione con l’insegnante e con i coetanei. Per concludere, sono rimasta sorpresa dal fatto che mi ha raccontato di aver giocato con suo figlio a “scrivere come Leonardo”, e nella sua scrittura non aveva notato errori. Probabilmente, lei ha realizzato quello che ho appena scritto, ovvero ha condiviso con suo figlio una modalità di apprendimento che gli ha permesso di esprimersi al meglio, ha saputo dare quello spinta giusta, attraverso il gioco, per innescare nel bambino quel processo di integrazione e apprendimento che permette di scrivere in modo adeguato. Personalmente le consiglierei di considerare meglio quest’aspetto e di approfondirlo con la sua logopedista, ovviamente senza neanche sottovalutare il suo punto di vista. D’altra parte chi le scrive è mancina! Affettuosi saluti.

(risponde la Dott.ssa Aurora Capogna)

Pubblicato in data 13/10/07

 

 

 

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