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Infanzia (121908)

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Andrea 32

Ciao a tutti mi chiamo Andrea, ho una bellissima figlia di nome Romina e una compagna di nome Francesca, avrei cortesemente bisogno di una opinione. Mia figlia sta per compiere i due anni e finora ha sempre avuto la sua stanza da letto e il suo lettino per dormire senza avere problemi. Da circa tre mesi le abbiamo cambiato il letto e così lei può scendere e salire quando vuole. A parte il fatto che al mattino ci viene a svegliare nel nostro lettone (che fra l'altro è bellissimo) si è sempre comportata bene e non si è mai approfittata della situazione, sino a circa 2 settimane fa quando pian piano non ha più voluto restare da sola nel letto, né il pomeriggio e né la notte e cominciando a piangere, gridare e singhiozzare finché qualcuno non le faceva compagnia fino a quando lei si addormentava. Questo è andato avanti per 4 giorni di pomeriggio e di sera, poi abbiamo deciso che non ci dovevamo lasciare influenzare da questo suo "capriccio" e ci siamo procurati un cancelletto, che le abbiamo messo davanti alla porta della camera e, quando è l'ora della nanna, la si mette a letto e si chiude il cancelletto e lei si, se ne va a dormire, ma dopo un buon quarto d'ora di grida, pianti e singhiozzi. Sarei curioso della vostra opinione a riguardo, perché devo essere sincero che mi piange il cuore tutti i giorni sentirla piangere prima di addormentarsi, ma ho paura allo stesso tempo che si prenda dei "vizi" che dopo, con ben molta più difficoltà, riuscirò a toglierle. Ringrazio dell'attenzione e aspetto risposta. Andrea.

Caro Andrea, capisco il suo dilemma: si sente diviso tra la necessità affettiva di assecondare la bambina per non farla soffrire e la necessità educativa di renderla autonoma e libera da certe paure. Tanto per “rassicurarla” le posso dire che la difficoltà ad addormentarsi, specie la sera, è molto frequente, e fa parte dello sviluppo normale di ogni bambino di età compresa tra i 2 ei 5-6 anni. Spesso l’ora di andare a letto coincide con l’ora del capriccio. Nel secondo anno di vita, ogni bambino ha imparato da tempo a dire di “no”, fa continue prove di forza con i genitori per affermare la propria volontà e la propria autonomia e, naturalmente, quando arriva il momento di andare a dormire vuol dire la sua. Una certa resistenza ad andare a dormire è normale, ma se sua figlia non ne vuole proprio sapere è probabile che non abbia davvero sonno, in questo caso non le resta che rimandare l’ora della buonanotte e cercare di trasformare il rito dell’andare a dormire in un appuntamento piacevole. Per esempio, si può rendere la stanza da letto più confortevole possibile, adottando lenzuola e pigiama colorati, pupazzi, una lucina accesa. Permettetele di tenere con sé un oggetto o un giocattolo che la rassicuri, cantate una ninna nanna oppure raccontate una storia semplice con tono pacato. Insomma, sarebbe opportuno sostituire il “cancelletto” con altre strategie adatte per entrambi, che rendano il momento del distacco il meno angoscioso possibile. Per quanto a fine giornata non si veda l’ora di metterla a letto e riposarsi, bisogna avere un po’ di pazienza. Per una bambina di questa età il sonno è qualcosa di angosciante: non sa che ci si addormenta e poi ci si risveglia, per lei, come per ogni altro bimbo di questa età, dormire significa “non esserci”. Non sa se il mattino dopo troverà ancora i genitori e i suoi giochi, il sonno è un salto in un buco nero, comprensibile quindi che cerchi di rimandare questo momento. Per affrontare questo viaggio, quindi, la bambina avrebbe bisogno di addormentarsi abbracciata al suo “orsacchiotto” (eventualmente anche al suo “ciuccio”) o comunque di avere con sé qualcosa di rassicurante, oppure di godere della presenza dei genitori, di essere rassicurata dalla loro voce che racconta la favola o canta la ninna nanna. Sperando di esservi stata utile, vi saluto con affetto e vi do la buona notte.

(risponde la Dott.ssa Aurora Capogna)

Pubblicato in data 12/08/08

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