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IPERATTIVITA' INFANTILE (071845)

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MANUELA 36 anni, 24.04.2004

Siamo una famiglia composta da: marito (promuove la vendita di prodotti elettronici a catalogo - perciò viaggia molto), moglie (dipendente pubblico), 2 figli maschi di 4 (primo anno di materna) e 8 anni (seconda elementare). Scrivo per avere consigli su mio figlio di 8 anni.
Ha iniziato verso i 3 anni a parlare con difficoltà di linguaggio, tanto che abbiamo deciso di fargli seguire una terapia logopedica a 5 anni. La diagnosi finale positiva, nel senso che il bambino non ha disturbi comportamentali, ha risolto la pronuncia della "R" e "L", mentre per la "S" e "Z" il problema è dovuto per la maleocclusione dentale.
Problema confermato dall'ortondonzista che lo segue e che ora ha deciso di applicargli l'apparecchio (quindi a 8 anni).
Alla scuola materna, come ora alla scuola elementare, ha sempre dimostrato partecipazione alle attività didattiche con risultati eccellenti.
E' ordinato, gli piace disegnare e pitturare anche con varie tecniche, sa gestirsi autonamente sia a casa che fuori casa, gli piacciono giochi di movimento all'aria aperta ma soprattutto giochi da tavolo (scacchi, carte, puzzle).
I numeri sono sempre stati la sua passione fin da piccolo: ha imparato le tabelline già a 4 anni. Non vuole giocare da solo.
Se è costretto, per esigenze familiari, allora gioca a playstation - computer, guarda le videocassette.
Suo fratello è troppo piccolo per lui, fa giochi diversi che non gli piacciono.
A volte sono riuscita a convincerlo - inventati un gioco, hai tanta immaginazione! - e allora va in camera e gioca con i pirati, la nave, i soldatini.
A scuola, mentre aspetta i suoi compagni, lui è il più veloce nell'esecuzione delle attività, disegna e inventa percorsi del tipo "giro dell'oca" da giocare poi con i compagni.
E' un bambino minuto - sempre stato così - anche dopo l'intervento di stenosi aortica all'età di 8 mesi. Non mangia molto, ha i suoi gusti.
Con fatica sono riuscita ad abituarlo a finire il piatto. Preferisce la carne, il pesce, la minestra (passato di verdura), la pasta. Non sopporta - sforzi di vomito, per cui ho lasciato perdere - il formaggio, le uova.
All'età di due anni si è manifestata per la prima volta una dermatite atopica al braccio, non più ricomparsa in quella zona, ma sempre e in alcuni periodi dell'anno attorno alla bocca.
La tengo sotto controllo applicando regolarmente, ma soprattutto in primavera e autunno, una pomata di prevenzione. Da piccolo dormiva solo la notte.
Poi crescendo ha sempre avuto bisogno di addormentarsi con me. Ho provato vari metodi: canzoni, racconti, dialogo, a volte sgridate, ma inutilmente.
Ha detto che ha bisogno delle mie coccole per addormentarsi, altrimenti il sonno non arriva.
Attualmente alcune sere ci prova da solo, dopo una lettura, ma rimane sveglio anche due ore al buio senza risultato, poi viene in camera nostra demoralizzato, si ferma, e dopo un paio di minuti si addormenta.
Una volta addormentato rimane nel suo letto tutta la notte, tranne rari casi in cui si sveglia per brutti sogni.
Le insegnanti mi dicono che è intelligentissimo, capisce al volo, ha una bella mente, ma appena gli si chiede di stare fermo, iniziano i guai: non rimane al suo posto, gira per la classe per verificare se qualcuno ha finito e per iniziare a giocare; non sopporta i tempi morti (esempio il cambio dell'insegnante) e per trascorrere il tempo dà calci alla cartella dei compagni, prende le loro cose, li provoca, fa dispetti di ogni tipo. In mensa, mentre gli altri mangiano, e lui no (perché il cibo non era di suo gradimento) gioca con le stoviglie, le rompe, disturba continuamente.
Perchè lo fai? Chiedo. E lui: mi annoio, non so cosa fare. Nel gioco esige dagli altri osservanza totale delle regole, non si ammettono imbrogli anche se l'altro è in buona fede e non si è neppure accorto di quello che ha fatto. Litiga,diventa isterico se non lo assecondano, ha bisogno dell'intervento dell'adulto per fermarsi.
Nel gioco all'aperto è lo stesso. Manifesta le sue opinioni, le considera giuste e pretende che gli altri si adeguino, altrimenti sfocia il litigio. Aggredisce fisicamente (con calci e spinte), ma anche verbalmente (con parolacce).
L'aggressione verbale è da poco che l'utilizza.
Credo da quando io gli dico che è sbagliato alzare le mani verso gli altri, che se ha qualcosa da esprimere lo deve fare con la bocca. Istiga gli altri a sfide: chi arriva primo, chi è più bravo a salire in cima all'albero, e senza rendersi conto mette in pericolo l'altro.
Di recente è capitato che, siccome non si gioca come voglio io, allora gioco per conto mio e faccio quello che voglio.
Naturalmente "quello che voglio" é buttare la palla nel fo sso (so che è vietato, so che potrei farmi male, cadere nell'acqua sporca, ma non me ne frega niente).
Se si prova a farlo ragionare, risponde - io non ho sbagliato, sono loro brutti e cattivi.
Fa la vittima, l'incompreso.
Tu mamma difendi sempre loro e non mi vuoi capire perchè non mi vuoi bene. Queste sono frasi dette per rabbia, poi a casa con il dialogo se ne rende conto e chiede scusa.
Non ha manifestato da subito la gelosia per il fratello, forse perchè all'inizio il fratellino dormiva molto e le attenzioni che chiedeva gli sono state date. Però mi ricordo che quando allattavo si sedeva sempre accanto a me. Il fratellino lo adora, lo segue dappertutto e ha sempre accettato tutto ciò che gli imponeva.
Crescendo, però il fratellino ha manifestato la sua personalità, diversa: ha gusti diversi nel gioco, modi di giocare diversi.
Quando li mando in camera a fare un gioco insieme, il più grande infastidito lo manda via. Il fratellino ora non subisce più le sue decisioni, espone le sue ragioni anche se diverse.
Sfociano i litigi solo verbali. Si vogliono bene e si coccolano. Il fratellino ora vuole i suoi spazi, a volte lo giudica.
Per esempio il grande si è comportato male e io non ho visto: chiedo cosa è successo.
Mi racconta (non dice bugie, è convinto di quello che dice: è la sua versione)Il piccolo si intromette e mi dice la sua versione: a volte uguale a volte diversa. Al grande non dà fastidio: conta quello che penso io.
Si guardano molto e prestano attenzione ai regali dell'uno e dell'altro.
E' un bambino che ha succhiato molto il ciuccio. Forse qui ho sbagliato io e non so come rimediare. Con l'inizio della scuola materna glielo ho tolto. Succhiava per un po', poi lo lasciava cadere dove capitava.
Così un giorno gli ho detto che l'aveva perso e che non riuscivo più a trovarlo. Con il tempo, non da subito o forse non me ne sono accorta perchè ha sempre portato tutto alla bocca fin da quando gattonava, ha iniziato a succhiare il retro dei pennarelli (alla materna pasticciava i disegni), ora le matite e penne (una nuova dura un giorno: è tutta masticata), ma e soprattutto il colletto, la manica dei grembiuli, camice, magliette, pigiami. Ricordo che lo facevo anch'io da piccola e la sensazione che provavo era di gratificazione. Le insegnanti mi dicono perchè è iperattivo. Ha preso anche una nota in tal senso.
Signora deve maturare, è ancora un tato, speriamo che impari l'autocontrollo perchè altrimenti alle medie avrà seri problemi comportamentali.
Alla scuola materna il bambino è stato visto dalla pedagogista che mi ha tranquillizzato dicendo che non ha rilevato problemi affettivi o comunque legati in qualche modo alla famiglia.
Frequenta calcio, ci va volentieri, ha sempre amato la palla. Da piccolo il suo giocattolo preferito era una pallina blu che teneva sempre nella mano sinistra gattonando per casa dappertutto. Lui sapeva muoversi per casa e dava istruzioni alla nonna quando per malattia rimaneva a casa con lui. Ho letto diverse informazioni sul deficit di attenzione-iperattività-impulsività.
Ho dubbi che sia il caso di mio figlio e comunque sono convinta che l'eventuale soluzione non sia il farmaco.
Mio figlio è veramente iperattivo? Perchè succhia ancora?
Perchè ha bisogno di me per addormentarsi? Perchè non riesce a controllare gli scatti d'ira ed applicare i miei insegnamenti, cioè che i conflitti di gioco non si devono risolvere con l'aggressività.
Perchè non riesce a fare a meno dei dispetti, delle provocazioni nei confronti degli altri? Perchè non capisce che fa stare male il suo amico? Perchè giocare sempre con qualcuno? Sono domande che mi pongo ogni volta.
Vorrei capire per aiutarlo. Io e mio marito la pensiamo diversamente: lui dice che sono troppo buona e comprensiva, che ha bisogno di maggiori sgridate perchè un'azione è sbagliata e non va permessa.
Io sono convinta, proprio perchè in questo modo ho ottenuto più risultati nel tempo (intendo il rispetto di alcune regole, il dialogo), che la soluzione sta nel farlo ragionare e comprendere cosa lo fa scattare in modo che lui prenda coscienza di ciò che lo infastidisce e trovi da solo una soluzione.
Ringrazio fin da ora per ogni suggerimento, consiglio e soprattutto desiderio di aiutarci. Grazie!!!

Gentile signora Manuela, ho letto diverse volte la sua lettera perchè veramente ricca di contenuti ed informazioni.
Si evidenzia, infatti, una certa preoccupazione ed attenzione alle difficoltà manifestate dal piccolo.
A primo impatto credo che il bambino metta in atto una serie di comportamenti funzionali ad attirare su di lui tutte le attenzioni, azione che gli è riuscita completamente, dal momento che la cronostria che lei presenta nella lettera è indicativa degli occhi sempre puntati verso il bambino.
Credo che il piccolo, al di là di qualsiasi etichetta diagnostica, stia manifestando un disagio, una preoccupazione probabilmente legata alla paura di non essere considerato dagli altri, osere dire di non essere visto, al punto che lui continua a utilizzare delle modalità vistose nei giochi che predilige.
Sembra, però, anche evidente la paura e l'ansia che il bambino a tratti vive rispetto al fatto di sentirsi cattivo, e ciò lo sivede nella proiezione che fa sugli amichetti che reputa brutti e cattivi.
Sarebbe utile che voi genitori consultaste un esperto al quale esporre il caso, e succesivamente sarà lui stesso ad indicarvi la strada terapeutica adatta ad aiutare il bambino che credo abbia bisogno di un percorso psicoterapeutico ad hoc.
I comportamenti dei bambini, sono generalmente dei messaggi che spesso da soli non riusciamo a cogliere perchè troppo coinvolti o perchè il più delle volte sono molto complessi. Nell'augurarvi una rapida soluzione ai vostri problemi colgo l'occasione per porgere cordiali saluti.
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