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Tatiana, 48 anni

Gentile dottore, scrivo dopo aver letto la lettera della madre il cui figlio non vuol più vederla perché è geloso del suo nuovo compagno.
Anch'io ho un figlio, che ora ha 11 anni, e sono separatra dal padre da due anni. Il mio problema è duplice. Il mio ex compagno ha sempre avuto un rapporto privilegiato col figlio, molto affettuoso e materno, dal quale mi sono sempre sentita esclusa (non per colpa del bambino ma per gli atteggiamenti del padre, che sembrava più un avversario che un alleato quando si ponevano problemi, seppur piccoli, relativi all'educazione del bambino).
Ci siamo separati in seguito a suoi problemi psichici, manie di persecuzione che prendevano di mira la mia famiglia d'origine. La separazione è stata traumatica, per tutti. Ancora oggi mi chiedo dove ho sbagliato e cosa avrei potuto fare di più per lui, ma la situazione era, per me, insostenibile (rifiuti sessuali ed affettivi continui, mancanza di un progettualità comune, nonostante il figlio). Da qualche tempo ha una nuova compagna, ed i suoi strani comportamenti si sono accentuati.
Io non gli ho mai impedito di vedere suo figlio, ma sono continuamente accusata di voler esercitare un potere su di lui. Non mi da niente per il mantenimento, dicendo che non mi deve niente.
Il bambino è scivolato impercettibilmente al secondo piano nella sua vita.(piccole storie senza importanza: era il suo turno di prendere il bambino e coincideva con il suo compleanno (del padre), e nonostante le suppliche del bambino lui lo ha lasciato con me per andare a festeggiare con la sua compagna.
Un giorno sono andata a prenderli alla stazione e lui aveva lasciato il figlio in cima alle scale, con la valigia che non riusciva a trascinare, per correre dietro alla sua ragazza che non voleva vedermi. Un'altra volta è partito per due mesi, per lavoro, insieme a lei, in un posto di vacanza...etc etc) Adesso io sospetto che lei sia incinta. Il bambino sembra tranquillo, anche se è sempre un pò taciturno e non racconta mai niente di quello che fa col padre. Io, da parte mia, ho da un anno circa un nuovo compagno, che però non vive con noi, per mia scelta.
Per il mio momento preferisco non imporre nella vita di mio figlio una presenza che andrebbe a sostituire il padre, e così, benché il rapporto tra loro due sia ottimo e ci vediamo moltissimo, la sera ognuno dorme nella sua casa. Io gli voglio bene ma non sento quel bisogno urgente di vivere con lui, voglio farmi guidare dalla testa in questo momento che vedo un pò difficile per il mio bambino. Anche mio figlio tende a dormire con me (lo faceva anche col padre, nel senso che se si sveglia di notte viene nel mio letto.
Come fare per far rispettare i diritti di miofoglio senza ledere la figura paterna? Come comportarmi? L'ansia mi attanaglia e non mi fa vivere bene.

Gentile signora, quella che lei descrive è una situazione che la vede come sola e protagonista riseptto ad una serie di responsabilità rispetto a suo figlio. Io credo che la cosa migliore da farsi è cercare di ritrovare una comunicazione e un dialogo sia con il padre di suo figlio coinvolgendolo e responsabilizzandolo rispetto al suo ruoloo e alla sua funzione paterna e sia con il bambino.
Non credo sia utile per nessuno di voi se lei si fa carico da sola di gestire una situazione complessa quale quella di una seprarzione. I diritti di suo figlio saranno rispettati se nessuno tende a sostituirsi ad un altro e convoglia le proprie energie riseptto ai propri spazi e alle proprie responsabilità.

( risponde la dott.ssa Tiziana Liccardo )

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