Paura dei ladri di notte (128699)
Mariateresa 6
Mariateresa 6 anni: bambina socievole e allegra di giorno , condivide la stanza con la sorellina di 8 anni. La notte non riesce ad addormentarsi perchè ha paura che qualcuno entri a farle male, dopo che un anno fa, i carabinieri di notte sono entrati in casa con un mandato di perquisizione. Che posso fare?
Cara Mariateresa, avrei proprio voluto che lei mi scrivesse qualcosa in più sull’episodio accaduto un anno fa per darle dei consigli più specifici. In generale le posso dire che le difficoltà di addormentamento fanno quasi parte dello sviluppo normale di ogni bambino, soprattutto fra i 2 ed i 5-6 anni: tali modalità testimoniano, il più delle volte, la difficoltà di gestire l’area “transizionale” tra il risveglio e il sonno, tra il giorno e la notte, la luce e il buio. Mentre il risveglio, il giorno e la luce implicano la presenza dei genitori e la possibilità di vedere chiaramente ciò che ci circonda, il sonno, la notte e il buio implicano esattamente l’opposto. Per ovviare a queste difficoltà i bambini, di solito, con l’appoggio dei genitori, ricorrono a determinati “rituali” (es. ascoltare la storia prima di andare a nanna, portarsi al letto il gioco preferito, bere un bicchiere d’acqua, aver bisogno che alcuni oggetti siano sistemati sempre nella stessa maniera, ecc). Tuttavia, quando la difficoltà d’addormentamento persiste oltre una certa età oppure si presenta con una intensità eccessiva si può parlare di “fobia” dell’andare a letto, per cui il bambino è preso letteralmente dal panico quando si tratta di dormire e non bastano le strategie “controfobiche” per tranquillizzarlo, come lasciare la luce accesa o la porta aperta. A meno che il bambino non sia molto piccolo (2-3 anni), questa “fobia” è più legata a condizioni esterne. Nel suo caso si tratta di un episodio specifico che ha lasciato “accesa” nella bambina la paura di essere aggredita. Un modo per “spegnere” la paura è quello di leggere le fiabe in quanto sono strumenti utili per aiutarla a rielaborare la paura, ma soprattutto per darle un volto. Infatti, la paura aumenta quando non c’è un “nemico” chiaramente identificabile. Per esempio, per aiutare i bambini a superare la paura dei tuoni e dei fulmini che si sentono di notte, può essere molto utile attribuire una forma, un volto e addirittura un “carattere” a questi fenomeni naturali, piuttosto che dire “non c’è niente di cui aver paura”. Sarà poi il bambino, a partire da questi elementi, a trovare il modo di mettere in moto le proprie difese. E qui apriamo un’altra parentesi. Quando un bambino è convinto di essere vulnerabile ai pericoli esterni dipende più dalla mancanza di fiducia nelle difese disponibili che dall’entità e dalla natura delle minacce effettive. Quindi, la bambina avrebbe bisogno sia di rielaborare la paura che di scoprire e utilizzare le proprie difese. Ciò significa che, oltre alle fiabe, la bambina avrebbe bisogno anche di un’esperienza concreta che la “costringa” a mettersi alla prova e a trovare le proprie risorse per affrontare le paure. Sarebbe preferibile consultarsi con uno specialista per creare quella “esperienza concreta” che permetta alla bambina di liberarsi di certe paure, esperienza che dovrebbe essere costruita ad hoc in base alla storia personale della bambina.
(risponde la Dott.ssa Aurora Capogna)
Pubblicato
in data 16/12/08
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