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Psicologia infantile (12012007)

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Marzia 29

La mia bambina ha 3 anni e mezzo. Circa 1 anno e mezzo fa abbiamo cercato di vendere la nostra casa e per varie vicissitudini non siamo riusciti. Giulia (la mia bimba) ha vissuto questo periodo in maniera tranquilla, non faceva domande e quando le faceva le rispondevamo sinceramente spiegandole ciò che stava accadendo... la prospettiva per lei era una sua cameretta personale in cui poter mettere tutti i suoi giochi e un lettino che lei poteva scegliere così glielo avremmo comprato. Le dicevamo anche che se questa situazione non le piaceva lei poteva scegliere e dirci tranquillamente di rimanere qui in questa casa.E' andato tutto bene, non ha mai mostrato segni di insofferenza etc... Il suo atteggiamento in verità è cambiato un po' ma è dovuto ai litigi che purtroppo per il nervosismo mio e di mio marito era costretta a vedere, cercavamo come sempre di fare la pace davanti a lei e il tutto finiva a giocare in tre sul lettone. Il mio problema è uno..o meglio ho proprio bisogno di un consiglio. Giulia è una bambina molto intelligente e molto dico molto sensibile. Sa affrontare bene le sue frustrazioni a suo modo, il fatto è che ora andremo ad abitare dai miei suoceri per un po' di tempo circa un anno fino a che la nostra casa grande non sarà pronta. Mia suocera è di quelle che si reputano le migliori mogli per i propri figli, super mamma super tutto....abbiamo deciso di iscrivere giulia ad una materna privata in modo da farle affrontare questo periodo insieme ai bambini..io non lavoro ma 24 ore da sola con me in una casa non sua ...boh...lei che ne pensa?...vorrei tanto un consiglio su come affrontare al meglio questo periodo per lei per cercare di sbagliare il meno possibile....Mi aiuti per favore una mamma insicura

Cara signora, dalla mia esperienza clinica mi rendo sempre più conto di una cosa, vale a dire che l’insicurezza di una madre, o anche di un padre, si misura spesso dall’esigenza di strutturare una “vita molto sicura” per i figli, senza dolori e sofferenze. All’opposto esistono genitori piuttosto distratti nei confronti dei bisogni dei figli, che non si pongono affatto il problema. Come primo consiglio, le potrei dire di non aver sempre paura di fare la cosa sbagliata con sua figlia; ai genitori, di solito, è richiesto di essere “quasi perfetti” e non perfetti! Ironia a parte, il genitore ideale, deve essere “sufficientemente buono” con i propri figli, il che significa accogliere le loro richieste quando sono presenti e lasciarli soli (chiaramente in presenza di un genitore) di fronte ad altre piccole e grandi esperienze. Per esempio, quando il bambino gioca da solo o con altri bambini, senza rivolgersi alla madre, è bene che la madre lo metta in condizioni di sperimentare sia la solitudine che il confronto con altri bambini, anche quando c’è in corso una piccola lite, altrimenti si rischierebbe di bloccare determinate emozioni, impulsi, ecc nonché la capacità di tollerare quelle piccole frustrazioni, necessarie per crescere e diventare autonomi. E’ ovvio che un atteggiamento del genere possa implicare, da parte del genitore, qualche sbaglio, ma è altrettanto vero che solo in questo modo il genitore si rende conto di quanto suo figlio stia crescendo e, viceversa, il figlio percepisce, da parte del genitore, fiducia e incoraggiamento. Detto questo, vorrei riferirmi in particolare ad una sua frase che qui riporto: “Le dicevamo anche che se questa situazione non le piaceva lei poteva scegliere e dirci tranquillamente di rimanere qui in questa casa.” Ecco il punto: se lei e suo marito avete fatto una scelta chiara, ovvero comprare una casa grande, con vantaggi anche per sua figlia, sarebbe bene non tentennare di fronte a qualche segno di insofferenza di sua figlia, ma piuttosto spiegarle qual è la situazione, perché mamma e papà hanno deciso di cambiare casa, e rassicurarla sul fatto che porterà con sé tutti i suoi giochi e le cose, in genere, a cui è più legata. Comunque, a quanto ho capito, l’insofferenza della bambina è probabilmente di gran lunga legata al fatto che lei sarà costretta a vivere per un anno a casa di sua suocera che, secondo lei, tende a dominare la situazione, e questo rischierebbe di creare tensioni fra lei e suo marito e forse anche fra lei e sua figlia. Sicuramente è stata una buona idea mandarla alla scuola materna, a prescindere dal fatto che lei lavori oppure no. Anzi, le consiglierei di portarla spesso al parco nel pomeriggio o addirittura a praticare uno sport, che non sia troppo specialistico (forse il nuoto, che a quest’età è un corso di ambientamento nell’acqua, è più consigliato). O, ancora le consiglierei di andare ogni tanto a trovare le altre mamme i cui bambini frequentano la classe di sua figlia. Insomma, visto che i rapporti con sua suocera non sembrerebbero dei migliori, sarebbe meglio che si organizzasse per stare insieme a sua figlia fuori casa, e non “ventiquattro ore da sola in una casa non sua”. Per quanto riguarda lei, proverei a fare la stessa cosa, concedendomi spazi personali, es, palestra o altri hobby o vedere spesso le amiche, mi informerei sulle attività promosse dal comune (es. gite di famiglia), ecc. Probabilmente non mi preoccuperei di competere con sua suocera, o di lasciarmi condizionare da quello che dice o pensa su ciò che deve fare una mamma e una moglie, ma piuttosto cercherei di coinvolgere sia la suocera che il marito nelle attività che farà sia con sua figlia che per conto proprio. Inoltre, visto che per un anno sosterà dalla suocera, potrebbe approfittarne per uscire qualche sera insieme a suo marito, in modo da rinforzare il rapporto fra voi due, e non il contrario. Detto questo, come vede le ho dato molti consigli per “sbagliare”….ora sta a lei fare le prossime mosse.

(risponde la dott.ssa Aurora Capogna)

 

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