Psicologia infantile (14032007)
Roberta 3,5
Salve, sono la mamma di una bambina di 3 anni e mezzo, Roberta. E' una bambina sana, vivace e molto intelligente. Quello che da un pò di tempo mi crea qualche ansia relativa alla sua sessualità è il fatto che è quasi omofoba. A malapena sopporta il padre e la maggior parte degli uomini. Dice di essere innamorata di me o della sua cuginetta preferita o di qualche bimba dei cartoni. Da poco mi ha 'confidato' di essersi fidanzata con un suo cugino di 16 anni ma poi ha ritrattato dicendo che lui era fidanzato con 'licia' dei cartoni e lei con 'licia'. In più non le interessa giocare con le bambole. Insomma è tutto un pò contorto ma quello che mi chiedo è se devo considerarla un'anteprima del suo orientamento sessuale o se ancora è tutto da decidere. E il complesso di edipo? La verità è che per me sta diventando un problema in quanto sto cominciando a temere di non essere una buona madre e di avere una personalità magari troppo forte e insomma... ho bisogno di un parere. Grazie per il vostro aiuto
Cara signora, prima di tutto dovrei capire più a fondo cosa significa il fatto che sua figlia “a malapena sopporta il padre e la maggior parte degli uomini” in relazione alla sua perplessità “di avere una personalità troppo forte”. Generalmente a quest’età, sia i bambini che le bambine attraversano una fase precedente a quella propriamente “edipica”, caratterizzata da uno spiccato interesse per tutto ciò che rende diversi maschi e femmine (differenze legate, soprattutto, all’aspetto esteriore) e su come nascono i bambini. E’ importante, in questo periodo, non trasmettere ai bambini l’idea di curiosità “illecite” e curiosità “lecite” in relazione a certi argomenti di natura sessuale. Mentre precedentemente sia il bambino che la bambina avevano un rapporto esclusivo con la madre, fonte sia di gratificazioni che di frustrazioni, ora si relazionano con due persone, la madre e il padre, dando luogo a un gioco di triangolazione, in cui il genitore dello stesso sesso viene percepito come un ostacolo nella relazione col genitore di sesso opposto. Mentre il bambino entra in competizione affettiva col padre, la bambina diventa competitiva nei confronti della madre. Tuttavia, come il maschietto, anche la bambina all’inizio desidera la madre per cui padre rappresenta un rivale esattamente come per il bambino. Quindi, per la bambina, il legame esclusivo con la madre può estendersi anche oltre il quarto anno di età. Solo a seguito di una esatta comprensione relativa alla differenza tra i sessi (i maschi non sono diversi dalle femmine solo per l’abbigliamento, ma soprattutto perché hanno due diversi organi sessuali), la bambina comincia a rivolgere maggiormente l’attenzione al padre, sviluppando la fantasia che un giorno otterrà come regalo dal padre la nascita di un bambino. Detto questo, vorrei premettere che tali indicazioni non sempre vanno prese alla lettera, tanto più che oggi esistono correnti di pensiero che negano l’esistenza stessa del complesso di Edipo, o comunque ne danno una diversa interpretazione. Ma nel suo caso non è questo il punto più importante. Questa particolare fase di crescita, come anche le precedenti, non evolvono indipendentemente dalla “cellula familiare”, bensì i suoi esisti risentono del diverso atteggiamento che i genitori mostrano rispetto a particolari tematiche. E’ vero che nei casi più estremi si può assistere allo sviluppo di impotenza, frigidità oppure inversione nell’identificazione sessuale, ma nel suo caso eviterei di vedere la questione nei termini di tutto o niente, ovvero il sospetto di un diverso orientamento sessuale oppure “è tutto da decidere” (come mi scrive lei). Tra una fase e l’altra di crescita i bambini attraversano dei momenti di passaggio, di transizione e, spesso, potrebbero dare l’impressione di fare “marcia indietro”. In realtà, stanno impiegano le loro risorse per riorganizzare, di volta in volta, la realtà che li circonda. Per quanto riguarda lei, bisognerebbe capire, come ho detto all’inizio, quante possibilità ha sua figlia di rapportarsi con suo padre, quanto lei si fida di suo marito nel contribuire alla crescita di sua figlia, oppure quando suo marito tende a delegare a lei certi compiti educativi, ecc. Inoltre, non si deve dimenticare che l’esito di questa fase potrebbe essere condizionata sia da altri membri della famiglia, soprattutto fratelli e sorelle, o persone molto vicine alla sfera familiare, che da altre istituzioni, soprattutto la scuola, dove l’educazione sessuale è sempre più precoce. Come consiglio, le posso suggerire di proporre, insieme a suo marito, la lettura di favole dove viene enfatizzata la figura della fanciulla povera e sfortunata che alla fine sposa il principe azzurro evitando, altresì, quelle in cui viene valorizzata solo la figura femminile intesa come fata buona o strega cattiva. In questo modo, è possibile aprire un dialogo più aperto tra voi genitori e sua figlia, in modo da intuire tutte quelle fantasie che girano nella testa della bambina che, spesso, sfuggono se si tiene conto solo dei comportamenti. Spero di risentirla preso.
(risponde la Dott.ssa Aurora Capogna)
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