Psicologia infantile (2323)
Antonio 35
Salve! Da poco ho saputo che mio nipote (6 anni) di nascosto sporca con le sue feci i muri, sia di casa che altri luoghi come di recente una stanza d'albergo. I genitori confidandomi questa situazione, non riescono a capire che comportamento prendere con lui e se questo modo di fare del figlio e qualcosa di grave o solo una fase passeggera. Il bambino ha una sorella di 8 anni e l'ambiente familiare e molto sereno, il padre è un ufficiale della finanza ed è anche diacono, la madre e proprietaria di un ipermercato. Vorrei sapere da cosa possa scaturire un comportamento simile e se è il caso di contattare un Psicologo. Ringrazio anticipatamente per la vostra attenzione. Cordiali Saluti
Caro Antonio, leggendo la sua richiesta, la prima domanda che mi pongo è se i genitori siano a conoscenza della sua iniziativa e se si, perché non hanno scritto loro? Lei mi sta parlando di un disturbo che, a mio avviso, è molto delicato da trattare e che richiede necessariamente la visita di uno specialista. Non le posso dire molto anche perché dispongo di pochissime informazioni per valutare la situazione nella sua globalità. Qui non si tratta di un raffreddore o di un’influenza, ma di un disturbo che coinvolge la personalità del bambino, di cui non so nulla,e le sue relazioni familiari. Quando lei mi parla di un “ambiente sereno”, badi bene che diverse persone hanno una diversa concezione di ambiente sereno, per cui avrei bisogno di informazioni più specifiche e personali. Le posso semplicemente anticipare che, generalmente, fra i 2 e i 4 anni, nel periodo di acquisizione della pulizia, non è raro che il bambino sparga almeno una volta le sue feci nel letto, sulle sue lenzuola o sul muro, ma questa condotta è di solito isolata e si trasforma rapidamente in disgusto. Bisogna capire, prima di tutto, in quali condizioni il bambino si comporta così: non credo che il suo comportamento sia casuale. Magari in presenza oppure in assenza di uno o entrambi i genitori, prima di andare a scuola o altro. E’ importante valutare anche il rapporto con la sorella maggiore, se esistono differenze nel modo di relazionarsi del bambino con la madre rispetto al padre, com’è il rapporto di coppia tra i genitori, e altro. Come vede, non è possibile isolare il disturbo del bambino dal mondo che lo circonda. Se lei è molto vicino ai genitori, provi a sensibilizzarli su quest’aspetto, provi magari a incoraggiarli a scrivermi personalmente mandandomi delle informazioni più chiare anche su quello che è stato lo sviluppo precedente del bambino, dal punto di vista motorio, linguistico, del gioco, ecc. Non è sufficiente esporre il “sintomo” del bambino per capire se si tratti di una “cosa grava” oppure di “una fase passeggera”: nella vita non esistono solo gli estremi, ma una moltitudine di strade intermedie che vanno percorse insieme. Spero di avere altre notizie, la saluto cordialmente.
(risponde la dott.ssa Aurora Capogna)
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