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rapporto con mia figlia (47230)

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Chiara, 42anni (12.1.2002)

Sono la mamma di due bambine, di 12 e 11 anni.Da 7 anni sono separata e da 2 convivo con colui che lo scorso Aprile è diventato mio marito, e dal quale, dallo scorso settembre, aspetto un figlio.Fin dalla nascita della mia seconda figlia P, la prima ha manifestato fortissima gelosia. Era il periodo in cui il rapporto con il mio primo marito aveva messo in evidenza tutti i suoi limiti: la tensione in casa era forte!Dopo circa un anno dalla nascita di P. se ne è andato di casa. Nel settembre successivo ho chiesto la separazione.Fin dalla nascita il mio rapporto con A. (la mia prima bambina) è stato molto forte: l'ho desiderata tanto, la allattavo con immenso piacere. Il nostro era un rapporto forse troppo stretto, tanto che ero "gelosa" di chiunque la prendesse in braccio. Non ho mai, per questo, delegato niente della sua gestione a nessuno. Io mi sono senza dubbio sentita realizzata alla sua nascita, o anzi, ancor prima, al suo concepimento; mi sono detta: adesso la mia vita ha un senso. Più passa il tempo più mi rendo conto che forse in quell'emozione sta buona parte del mio errore!
Il fatto è che non si può essere solo in funzione del proprio figlio, non io almeno. Ero e forse sono una contraddizione vivente: vorrei essere esaustiva e, nello stesso tempo, vorrei che mi venisse lasciato uno spazio, che tutti fossero più autonomi!Il fatto è che da qualche tempo le cose tra me e A. sono peggiorate (da prima di scoprire la mia nuova gravidanza). Non riesco più a relazionarmi con lei, che agisce comportamenti che io non riesco a condividere e che non sopporto: disordine, ricorso frequente alla bugia, non si appaga di nulla, le interessa solo ciò che è NUOVO (dal gioco all'abito al...fil di ferro, ad un mobile.),ma, un istante dopo, la passione svanisce. Sembra finalizzare ogni suo comportamento adeguato alla sua età e al fatto di essere parte di un gruppo, solo quanto ha in vista un nuovo acquisto, tanto che, quando il tempo stringe, devo dire cose tipo: "allora, adesso facciamo tutti i compiti, quando avrai finito andiamo fuori a comprare..le tazze per la colazione (si perché non è importante tanto cosa si compra, ma il fatto stesso di comprare!), ed allora tutto gira...
A. agisce spesso di nascosto: si appropria di cose non sue, nasconde ciò che fa quando sa essere cosa sbagliata, ecc..
Come le sue insegnanti ho spessissimo la netta sensazione che sia assolutamente impermeabile ad ogni intervento educativo.I suoi comportamenti sono decisamente infantili: la sua giornata è costellata di capricci, che neppure la sorella minore regge più, di pretese, gioca ancora come una bimba, ai giochi di imitazione (il ristorante, la maestra ec..).Nel tempo ho cercato di correggere il tiro dei miei comportamenti con lei, senza successo alcuno, forse solo ottenendo un sempre maggior confusione. All'inizio avevo una tale rabbia nei confronti del padre, che gli avevo impedito di vivere il ruolo educativo, che avevo assunto io integralmente, anche perché all'origine del nostro conflitto stava proprio il fatto che lui non aveva rinunciato, neppure dopo la nascita delle nostre bambine, ai comportamenti da "ragazzo" che lo caratterizzavano. Ora mi sono resa conto che anche questo era stato un errore ed ho modificato i miei comportamenti, anche, a dir la verità, perché ho dovuto cedere all'idea che A. voleva solo lui come modello, era lui il suo riferimento. Così, soprattutto per la gestione dei compiti, ora lascio che anche lui se ne occupi, anche perché così può toccar con mano le difficoltà...
Ora mi sento in drammatica difficoltà perché ho paura di me stessa, ho paura dei troppi errori che faccio e continuo a fare, ho paura del fatto che sempre meno riesco a sopportare mia figlia, ho paura perché troppo spesso mi ritrovo a pensare che vorrei stesse di più con il padre, ma soprattutto ho paura che mia figlia non cresca..perché so che la responsabilità è soprattutto mia se lei continua a restare bambina, se la diventa sempre più.C'è qualche aiuto che sia possibile darmi, almeno qualche suggerimento di tipo operativo?

Chiara, ho letto con attenzione la tua lunga lettera e la cosa che traspare con più evidenza è il modo, pieno di sentimento e passione, con il quale vivi la tua vita e fai le tue scelte, anche quelle più difficili.E' difficile discriminare ciò che è giusto da quello non lo è: l'unico suggerimento è di riflettere quando ti trovi ad un bivio e non sai che cose devi fare, fermati e prenditi tutto il tempo possibile per tentare di capire quello che veramente vuole il tuo cuore e i tuoi sentimenti. Anche gli errori si possono riparare. Tua figlia A. sta crescendo e ha bisogno di tutti e due i genitori per vivere la sua età. Quando sta con te cerca di trovare il tempo per dialogare, per comunicare le cose che senti più in profondità, anche i dubbi (confrontarsi anche con le tue perplessità, per lei rappresenterà un modo per responsabilizzarsi). Per A. è il periodo difficile della preadolescenza e le regressioni comportamentali sono previste, non dipendono da te.

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