Adolescenza /ansia (13122006)
Gianni 18
Sono la madre di un ragazzo di 18 anni che in generale e' in buona salute, ma soffre da qualche anno di episodi di attacchi di panico con svenimento tutte le volte che deve aver a che fare con l'ambiente medico: prelievo di sangue,documentari e perfino sentir parlare di argomenti medico-scientifici scatenano l'attacco fino a fargli perdere i sensi. Questi attacchi possono essere riconducibili ad un episodio traumatico vissuto durante l'infanzia? (Al pronto soccorso gli sono stati messi dei punti sopra al labbro - in seguito ad una caduta - senza anestesia all'eta' di 4 anni).Come posso aiutarlo? Grazie per un Vostro consiglio.
Cara signora, la situazione di tuo figlio oggi è molto comune fra i giovani: quindi non è assolutamente l'unico. Gli attacchi di panico sono diventati forse il problema più frequente soprattutto fra i giovani. Gli studi più recenti affermano come la causa scatenante del primo attacco di panico sia uno STRESSOR psicologico (ad esempio una perdita, un lutto, un trauma, o qualcosa vissuto dalla persona negativamente e che porta stress) o fisiologico (abuso di caffeina, tabacco, marijuana, hascisc, alcol ecc.); dopo aver subito il primo attacco di panico di solito la persona si preoccupa e comincia a temere che gli possa tornare un altro attacco di panico: ecco che allora si innesca il circolo vizioso del panico; ossia la paura della paura. Ovviamente più la persona teme che gli possa tornare questo strano attacco di panico e più è probabile che l'attacco torni. E' come una profezia che si autoavvera... il panico viene quindi alimentato dalla paura: è come un fantasma, più uno ne ha paura e più ci scappa e più il fantasma diventa grande; ma se uno affronta il fantasma e lo tocca esso svanisce. Come diceva Oscar Wilde "spesso è con le migliori intenzioni che otteniamo gli effetti peggiori". Quindi i fattori che alimentano i successivi attacchi di panico si basano su questo circolo vizioso che bisogna rompere per fare in modo che la persona stia bene. Oggi esistono diversi interventi psicologici che consentono di rompere questo circolo vizioso in tempi brevi e che hanno una efficacia molto elevata. Psicoterapia cognitiva-comportamentale o strategica possono rappresentare una buona soluzione. Questo vuol dire che oggi da questa patologia si può guarire in maniera definitiva. Un saluto
(risponde il dott. Fabio Gherardelli)