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Fagofobia (16527500)

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on . Postato in Ossessioni e Fobie | Letto 2888 volte

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Chiara,35 (165275)

Buonasera,
ho 35 anni, sono laureata in ingegneria (voto 106/110), ho un fidanzato da oltre 1 anno e convivo da circa 6/7 mesi anche se a mezzogiorno ho sempre pranzato a casa dei miei genitori. Da 5/6 anni lavoro in proprio (con partita IVA) e collaboro con alcuni studi di Ingegneria. Soffro di problemi di deglutizione da alcuni anni (per 3 anni ho assunto il Daparox che ho smesso ca. Un anno e mezzo fa in quanto il problema sembrava oramai superato).

Purtroppo da 2/3 mesi questo problema si è ripresentato e negli ultimi giorni si è accentuato. Infatti solo pensare al cibo mi vengono attacchi di panico, ansia e stress. Anche solo avvicinare il cibo alla bocca. Senso di restringimento della gola, soffocamento e paura che il cibo vada per traverso e mi soffochi. Vado avanti solo con cibi liquidi e bevande sostitutive di pasti (tipo ensure).

Mi alimento in una stanza a parte, da sola in quanto devo assolutamente concentrarmi sul cibo e sulla corretta deglutizione (anche se liquido). Sono diminuita di peso (ora peso 43 Kg. Con una altezza di m. 1,65). Non sono mai stata grassa, al massimo sono arrivata a pesare 48/49 Kg.

Ora la mia ossessione è non potere mangiare. Mi vedo magra e vorrei mangiare di tutto ma non riesco. Dopo tante visite mediche mi è stato riferito che non ho nulla fisicamente e che non sono anoressica. Però io mi vedo magra eccessivamente e ho paura di non farcela. Attualmente sono in mano ad una brava psicologa però ad oggi nessun risultato.

Potreste consigliarmi? Secondo voi il mio caso è da sottoporre ad un Neurologo oppure ad uno Psichiatra?
Vi ringrazio ed attendo con trepidazione una vostra risposta.
Chiara

 


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Gentile Chiara,
in primo luogo complimenti per la sua laurea, credo abbia di che sentirsi orgogliosa.

Per quanto attiene al problema rispetto al cibo che descrive, la prima cosa che mi viene in mente è se quando andava a pranzo dai suoi genitori soffriva già del disturbo di deglutizione.

Oltre a questa domanda, ne avrei un'altra: da quanto tempo è in terapia dalla psicologa? Ora penso che, una volta fugati tutti i dubbi rispetto all'eventuale origine organica del disturbo, la via giusta sia proprio quella di affidarsi ad uno psicologo. Certo il percorso sovente è lungo e occorre tempo per vedere risultati, tante manifestazioni si sono cristallizzate nel tempo e trovare , e poi rimuovere o ridimensionare l'origine del fenomeno, richiede un lavoro di "scavo" lento, profondo e talvolta doloroso. In linea di massima i disturbi dell'alimentazione sono spesso correlati al rapporto con i genitori, ma questa è un'affermazione generica che può darsi non si attagli al suo caso. Per ora credo che lavorando con la sua psicologa possa trovare la via giusta. A volte quando si incomincia a "scavare" i sintomi peggiorano, ma questo è segno che si sta andando nella direzione giusta. Credo anche che questo " alimentarsi in una stanza a parte" probabilmente le crea problemi sociali, il non poter condividere un pranzo con amici porta ad isolarsi un po', e forse questo le pesa o forse è ciò che desidera....

Non ho elementi, ma sembra che lei si fidi della sua psicologa e probabilmente sarà questo percorso a aiutarla ad uscire da una situazione che magari oggi le sembra una gabbia.

Le auguro di stare meglio molto presto, riconoscendo però che i sintomi si sono sedimentati in tanti anni e che è necessario procedere con cautela e tempo per affrontarli, e la saluto.
S.Bertini


(Risponde la Dott.ssa Susanna Bertini)

 

Pubblicato in data 30/10/2014

 

 


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