Fobie (000126)
Maria, 27 anni
Salve, da ormai diversi anni soffro di una incontrollabile fobia di poter prendere una malattia infettiva del tipo Epatite o aids. Tutto è iniziato quando in seguito a delle analisi di controllo ho scoperto di avere i valori delle transaminasi alti rispetto alla norma. Io mi convinsi subito di essere affetta da epatite c in quanto mia zia, con la quale divido la casa, aveva da poco scoperto di esserne affetta, in seguito feci dei test specifici che esclusero la possibilità che fossi affetta da epatite. Nonostante ciò e nonostante negli anni successivi le analisi del sangue mostrassero dei valori normali, io ho sempre continuato ad avere questa fobia.ho paura di poter prendere l'epatite o l'aids nei modi più impensabili. E non riesco a controllarmi, nonostante sia cosciente che si tratta solo di una fobia.tutto quello che tocco mi sembra infetto..e passo il tempo a disinfettare tutto cio' che mi circonda.. vivo in uno stato di agitazione continua, ho paura di contagiare gli altri...e ho la tentazione di sottopormi continuamente ad ogni sorta di test per tranquillizzarmi... mi sono anche sottoposta al test dell'hiv senza che ce ne fosse un reale motivo e ovviamente ha dato esito negativo... so cosa fare... ho bisogno di una assistenza medica o posso farcela con la sola forza di volontà.. ammesso che io riesca a trovarla. Grazie per l'attenzione.
Cara Maria, da come mi hai descritto la situazione il tuo problema sembra avere
alla base una struttura fobico-ossessiva. Ti assicuro che questi problemi sono
abbastanza diffusi (nonostante non se ne parli molto in giro): ciò che
cambia sono i rituali che le persone eseguono; i rituali possono essere azioni
tra le più disparate e talvolta creative oppure pensieri o immagini mentali
da ripetere o da organizzare in specifiche sequenze. Non c'è limite alla
fantasia umana, pertanto non c'è limite alle forme di ritualizzazione
patologica.
Mi è capitato così di aiutare diverse persone con rituali molto
bizzarri. La formazione della patologia, nella maggioranza dei casi, prende
avvio da dubbi o eventi minimali ai quali la persona cerca di reagire con la
ripetizione di controlli o d'azioni tese alla rassicurazione, che poi gradatamente
si amplificano sino a diventare irrefrenabili compulsioni. Ma questa tipologia
di disturbo può essere suddivisa in due fondamentali classi sulla base
dello scopo verso il quale sono orientati i rituali compulsivi: la prima è
rappresentata dalla esecuzione di azioni o pensieri che debbano proteggere da
qualcosa che potrebbe essere accaduto (ad esempio lavarsi ripetutamente le mani
inizialmente come tentativo di eliminare lo sporco rimasto addosso); la seconda
è rappresentata da quel tipo di rituali compulsivi eseguiti per evitare
che accada qualcosa (ad esempio eseguire particolari movimenti in sequenza prima
di uscire di casa per evitare incidenti o perchè le cose vadano bene).
Rilevare la differenza soatanziale tra i due ruoli di un disturbo compulsivo,
quello protettivo o quello propiziatorio, è stremamente importante per
la terapia poichè le manovre terapeutiche devono calzare alla struttura
della patologia in quanto la logica di persistenza del problema è diversa.
Una patologia fobico-ossessiva (come tutte le patologie fobiche) si supera del
tutto solo quando si cambiano le nostre percezioni di realtà minacciose
e di conseguenza a ciò cambiano anche le nostre reazioni e le nostre
cognizioni. Tieni presente che la mente umana, nonostante quello che si pensa
comunemente, funziona spesso per paradossi e non per logica. Così se
ti sforzi di controllare un sintomo spesso questo sintomo si aggrava, più
lo combatti e più si aggrava. Oscar Wilde diceva che "l'unico modo
per resistere alle tentazioni e cedervi" ed è proprio questo il
senso. Spero di esserti stato un pò di aiuto. Un saluto
( risponde il dott. Fabio Gherardelli )
Pubblicita'Vuoi conoscere i libri che parlano di paure/fobie per saperne di più?
Cercali su Psiconline® Professional Store