Sofferenza interiore, passività e autolesionismo (62902)
Daja 20 anni, 18.03.2003
Cercherò di essre breve.studio
legge, ho la media del ventisei, e vivo in una famiglia benestante...non dovrei
avere problemi...ma allora perchè sto male? nei miei pensieri c'è sempre la
morte, il buio, la tristezza, la rassegnazione. sono passiva a tutto ciò che
mi succede e sono apatica.
ho sofferto d'insonnia ma ora, dopo un paio d'ore di pianto riesco a prendere
sonno.
sono stata più male di come sto ora, ma sento che c'è qualcosa di diverso, il
pensiero di morte è sempre più vicino e concreto,quando prima ero consapevole
che non era quello che volevo.
è come se mi fosssi arresa al mio dolore e se prima mi ribbellavo con crisi
d'ansia pianti a singhiozzi ora sono quasi serena e con molta tranquillità nei
momenti più tragici piango,dicendo, ogni volta "adesso no, non ora, basta".
come se avessi una malattia che periodicamente ti porta dei dolori che non puoi
fare altro che sopportare e vivere, anche piangendo, anche stando male , ma
ci devono essere.
poi nei momenti di sofferenza più acuta dò sfoco al dolore interiore che vivo
in silenzio, con pianti sommessi anche singhiozzanti, attraverso il dolore esterno,
tagliandomi le braccia con il rasoio (vorrei precisare che ogni momento è buono
per farmi male, non mi interessano contusioni e dolori vari , ma il sangue ,voglio
vedere il sangue che esce dalla mia carne, faccio di tutto per farmi graffiare
dal gatto, ho tutte le mani diturpate dalle cicatrici,faccio di tutto per ferirmi
con il coltello quando cucino,e faccio di tutto per farlo sembrare casuale).
provo piacere e sorrido, mi sento meglio, ma mi illudo perchè il sollievo dura
poco, mi faccio schifo,mi vergogno di me, ma questa è la mia schifosa esistenza
e resterà tale, perchè so che non chiederò aiuto.
A volte pensandoci, spero che i miei si accorgano di quanto soffra e mi portino
da uno specialista, ma perchè non posso farlo da sola perchè non posso essere
io a chiedere aiuto a loro? perchè non ci riesco? voglio dire un'ultima cosa:
una volta ci ho provato a parlare con mia madre dicendole che stavo male, anche
se non avevo capito per cosa e lei mi ha risposto di smettere di vittimizzarmi,
forse non riesco più a chiedere aiuto perchè questo mi ha bloccato, perchè non
voglio essere considerata una stupida che fa la vittima per essere al centro
dell'attenzione, non lo sono è per quasto che ho deciso di soffrire in silenzio.
Io non voglio espormi e chiedere di andare da uno specialista. potrei farlo
da sola nascondendolo ai miei, oppure c'è qualcosa che posso fare da sola, una
serie di comportamenti da adottare che mi possano fare stare meglio. io non
voglio la felicità, ma solo un pò di serenità.
Volevo terminare qua la lettere ma sarebbe stupido perchè vi ho omesso un particolare
che forse è il più importante: è difficile per me dirlo, ne ho parlato solo
col mio ragazzo ( si perchè ho un ragazzo da due anni e mezzo, mi ama da morire,
abbiamo avuto rapporti ma da mesi non più, da quando la mia situazione è peggiorata,
facendo il calcolo tra alti e bassi, e bassissimi, sono cinque sei anni che
soffro) comunque.
A quindici anni circa ho avuto un fidanzato che mi opponeva violenza morale,
mi trattava malissimo, mi faceva sentire una nullita una poco di buono quando
invece era il primo ragazzo dopo una cottarella avuta a13 anni, era la prima
storia importante, non abbiamo mai avuto rapporti sessuali, ma lui ci provava
spesso, e spesso mi sono dovuta difendere con la forza i vestiti addosso.fortunatamente
sono riuscita a lasciarlo e fortunatamente quando sono tornata da lui strisciando
, lui mi ha rifiutata..
Poi dopo 5/6 mesi è accaduta una cosa brutta, un mio zio, carnale, con la scusa
di farmi dei massaggi,mi ha toccato il seno, dicendomi che da un pò di tempo
aveva la fissa re i seni e che doveva assulatemente toccarli.è accaduto più
di una volta, io ho reagito dicendo "ma che fai", abbassando la maglia. è una
sensazione bruttissima, io mi sono incolpata perchè ho creato io la situazione
dicendogli di farmi dei massaggi, la prima volta, le altre non sapevo come comportarmi,
vedendo in me il problema, mi sono odiata,e tutt'ora mi odio, con lui parlo
e scherzo tranquillamente, non posso far vedere che c'è astio o timore o che
che sia, ma è una cosa che so che non dimenticherò.
Forse anche per questo non voglio andare da uno specialista perchè non voglio
che questa cosa venga tirata fuori, voglio superarla, senza che si venga a sapere
non voglio essere la causa della rovina familiare!forse non è nemmeno la cosa
che mi fa stare male. posso dire ancora che ho sofferto sempre la paura di non
essere apprezzata dagli altri, di essere esclusa e di essre criticata di non
essere all'altezza, degli altri e delle cose.
Questo trova radici nel fatto che mi sono trasferita a otto anni da roma ad
un piccolo paese e che è stato difficiole integrarmi viste le diverse mentalità,
il falso buonismo e puritanesimo che c'è qui, il culto dell'apparenza e di ostentare
di essere i migliori, i più ricchi i più belli, è una cosa che mi ha reso molto
selettiva nelle amicizie riducendole a niente. ho tuttavia , quasi paradossalmente
molti conoscenti potrei uscire sempre con chi voglio,anche se ormai da mesi
non esco più, apatia, insofferenza, mi viene il mal di stomaco al solo pensiero
di uscire e di stare tra la folla,(soffro dall'età di 15 anni di gastrite nervosa)
mi da fastidio anche quando c'è molta gente a casa, cosa che capita anche troppo
spesso,anche se quando capita nessuno se ne accorge,perchè il mio dolore lo
so solo io, fuori il mio volto è diverso, è sereno, cerco de ssere divertente,
simpatica, di fare battute di non essere permalosa, e non so se ci riesco. scusate
per gli errori per la lunghezza del testo e grazie per iol tempo che mi avete
dedicato, spero mi rispondiate , lo spero davvero! Daja che vuole levarsi dalla
faccia dalla terra PS una volta ci ho provato prendendo delle pillole, ma non
mi hanno fatto effetto, non erano medicinali forti perchè a casa non se ne usano.
scusatemi ancora, grazie di tutto
E' più che un vittimismo, è la negazione di tutta una parte di te che nasce dal desiderio di punirti per i tuoi sentimenti, per ogni sensazione provata.
E' anche un modo per sentirti diversa dagli altri, che non sanno, non immaginano cosa stai vivendo, hai fregato tutti! In realtà questo meccanismo non serve a niente, la tua forza è una illusione e anche la tua sofferenza non è vera.
Il dolore vero è quello che nascondi anche a te stessa, è la tua incapacità di affrontare la vita e di accettarla con tutte le sue contraddizioni. Di accettare i tuoi sbagli, le tue emozioni, la tua sessualità.
Le situazioni che hai vissuto sono abbastanza frequenti, sono solo incidenti di percorso che hanno la possibilità di essere riletti in modo diverso, addirittura cancellati.
Quello che conta è la tua capacità di elaborare quello che vivi e fare pace con te stessa.
Un aiuto psicologico ti è necessario, non c'è bisogno di rovinare famiglie o creare scandali, è solo importante che tu comprenda te stessa e scopra le tue potenzialità.
Esci dalla buca che hai costruito intorno a te e cerca un confronto con te stessa attraverso una terapia. Adesso, prima che questo atteggiamento diventi il tuo modo di essere.