tricotillomania (43690)
Andrea, 28anni (24.9.2001)
Gentile
Dottore, Le scrivo in merito ad un problema che non riguarda
direttamente me, per quanto mi senta coinvolto, bensì la mia
fidanzata, una donna di 31 anni, molto colta, intelligente e
sensibile che soffre enormemente a causa della tricotillomania che
l'affligge fin da quando era ragazzina. Mi rendo perfettamente conto
che il problema è complesso e non posso pensare di farvi un
quadro esauriente della situazione in queste poche righe. La domanda
che pongo, e per la quale aspetterò fiducioso una Vostra
risposta, è semplicemente la seguente: come devo comportarmi e
cosa posso fare per aiutarla? Certamente non le faccio delle prediche
quando mi accorgo che attraversa i momenti più difficili,
però ho anche la sensazione che essere solo comprensivo e
partecipe non la aiuti molto; o meglio, vorrei fare di più...
(Naturalmente le ho già suggerito di rivolgersi ad uno
specialista, ma questa è una strada che ha già
intrapreso senza risultati apprezzabili qualche anno fa e non ha
intenzione di spendere una seconda volta tutto quel tempo e tutti
quei soldi. D'altra parte penso anche che tornare dal dottore con un
tale atteggiamento di sfiducia possa essere controproducente, o mi
sbaglio?)
Cosa posso suggerirle e cosa posso fare io stesso per aiutarla a
risolvere un problema che la fa (e mi fa) soffrire moltissimo? Cosa
posso fare per aiutarla a riempire i suoi vuoti? Qualunque
indicazione sarà per me preziosa. Vi ringrazio fin da ora per
l'attenzione che mi avete riservato. Andrea
Caro
Andrea, è molto importante che tu stia vicino alla tua ragazza
con un atteggiamento affettuoso, comprensivo, non critico o
svalutante. E però purtroppo solo la tua ragazza che
può convincersi dellidea di farsi nuovamente aiutare,
lunica strada percorribile per risolvere questo problema.
Potresti cercare di farle capire che il fatto che non abbia
funzionato un intervento psicoterapico non significa che non ne
funzionerà nessuno. La psicologia, come la medicina, non
è una scienza esatta: a volte un farmaco non funziona e se ne
assume uno diverso.
A questo proposito consiglierei di cercare nella tua città, se
cè, o regione uno psicoterapeuta che effettui un
intervento psicoterapico breve strategico o
cognitivo, che sono i più efficaci al riguardo ed anche
relativamente brevi ( alcuni mesi, non anni). Forse lintervento
effettuato in passato dalla tua ragazza era diverso, da come lo
descrivi sembra più di carattere psicoanalitico. Puoi insomma
farla riflettere su questo aspetto, fermo restando che se la sua
convinzione è fondamentale perché lintervento sia
efficace.
Capisco che tu sia molto preoccupato e desideri in tutti i modi di
aiutarla, ma non puoi e non devi neppure porti in una situazione
terapeutica, devi fare il suo ragazzo, non il suo psicologo. E da
ragazzo, come ti ho detto, devi starle vicino, parlarle, cercare di
farle capire che se il suo disagio è così forte forse
ne vale la pena di riprovare con un approccio psicoterapico
diverso.