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Confusione (079549)

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on . Postato in Relazioni, Coppia, Famiglia | Letto 275 volte

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Lella, 43 anni

Mio padre è morto 14 anni fa e mia madre 10 anni fa. Ho un fratello più grande che vive a 40 km da me. Cinque anni fa ho sposato mio marito e abbiamo avuto un figlio che oggi ha due anni. La famiglia di mio marito vive a 300 km di distanza. Sono laureata, con un buon lavoro.
Da quando ho avuto mio figlio mi sono sentita completamente trasformata in peggio, non sapevo cosa dovevo fare, soffrivo e soffro ancora della mancanza di libertà ed inoltre mi sembra di essere diventata meno intelligente, una tonta che collega a fatica concetti astratti (che sono sempre stati il mio pane), senza fantasia.
Mi sono distaccata dal lavoro perchè non mi riesce fare due cose insieme(mamma e lavoratrice)sono in tilt. Naturalmente un anno fa mio marito mi ha lasciata (nel senso che si è trovato un'altra, ha fatto di tutto per farsi beccare e io l'ho invitato alla porta) e si è trasferito dai genitori a 300 km di distanza. Da allora ci siamo visti nei weekend per far star bene nostro figlio.
Ma di tutto ciò, la cosa che più mi spaventa è la mia involuzione psicologica e intellettuale, io ho sempre contato sulla mia testa per andare avanti, non ho altro e se succede un blackout? Dove posso cercare aiuto? Io abito a Milano.
Grazie.

Gentile Lella, la nascita di un figlio è sempre, per quanto lieto, un evento che sconvolge profondamente gli equilibri dei genitori. E forse la mancanza di libertà è una delle prime cose che fanno soffrire la neo-mamma, soprattutto se (e mi sembra di capire che questo è il suo caso) è una donna indipendente, con un lavoro di responsabilità e con dei ritmi già consolidati.
Probabilmente anche suo marito ha vissuto un momento di crisi, ed è possibile che sia per questo motivo che abbia intrapreso una relazione con un'altra donna.
Un'altra cosa che potrebbe contribuire a spiegare le sue crisi è il fatto di aver perso i genitori in giovane età; non mi ha scritto nulla riguardo a ciò, ma potrebbe essere possibile che lei non abbia elaborato in pieno il lutto, e che l'essere genitore le abbia riportato alla luce dei vissuti difficili come figlia. Naturalmente le mie sono solo ipotesi.
Il consiglio che posso darle è di rivolgersi ad un bravo psicoterapeuta nella sua zona. Per avere informazioni può chiedere all'Ordine degli Psicologi della Regione Lombardia oppure all'ASL più vicina o cercare sul sito di Psicologi Italiani (www.psicologi-italiani.it).
Le faccio molti molti auguri

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