Pubblicità

Coppia (110090)

0
condivisioni

on . Postato in Relazioni, Coppia, Famiglia | Letto 357 volte

1 1 1 1 1 Votazione 0.00 (0 Voti)
Angela 39

Sono sposata da otto anni, dopo tredici anni di fidanzamento. Ho due bambini di 5 e 1 anno. Mio marito è sempre stato un tipo irascibile e ansioso e questo ha sempre creato problemi tra di noi, tanto da portarmi a lasciarlo più volte durante il nostro fidanzamento. Ma lui, consapevole dei suoi limiti e follemente innamorato di me, è sempre riuscito a riconquistarmi, anche perchè l'ho sempre visto come una persona speciale, brillante, divertente e di intelligenza superiore. Da qualche anno, però, specialmente da quando abbiamo bambini, il suo nervosismo peggiora; è violento, non fisicamente parlando, ma nei modi e nelle parole. Lavoro anch'io full time e ho poco tempo con 2 bambini, la casa e la gestione familiare, eppure mi faccio in quattro per riuscire a fare tutto. Lui mi aiuta poco, una volta mi aiutava moltissimo anche inutilmente. Adesso mi aiuta sempre meno e comunque non regolarmente. Invece di riconoscere tutto questo, non fa altro che criticarmi e controllarmi per ciò che non riesco a fare, es. per una cena arrangiata, per il letto non fatto, per una stanza disordinata ... Offende, urla, critica, demolisce e non vede le mille altre cose fatte, ordinate, pulite. Basta una piccolezza per farlo diventare una furia e nelle sue parole sembra ci sia odio e cattiveria. Questo capita con me e con il bambino più grande che comincia ad avere timore di lui e a non dirgli cose, anche banali, per paura che lui si arrabbi. Sono sicura che questo accadrà anche con l'altro quando crescerà. Anch'io ormai temo il suo giudizio e per prevenire la sua ira, cerco di fare sempre di più, ma non è mai abbastanza. Io non riesco più a sopportare tutto questo: non mi sento apprezzata, rispettata, amata. Litighiamo spesso per questo motivo, perchè comunque non mi sono mai sottomessa a nessuno nè tanto meno intendo farlo con lui. Ma le mie rivendicazioni, le mie risposte e le prove che do della mia operosità e del suo maschilismo non sortiscono alcun effetto: sbuffa, mi dice che sono esaurita, di stare zitta e non mi da nessuna soddisfazione nè scuse. Una volta quando litigavamo lo avevo prostrato ai piedi per giorni, adesso ci ignoriamo e lui aspetta solo che mi passi, solo aiuta un po' di più in casa. Quando è lucido, mi dice che è nervoso per un qualche motivo, ma in realtà da quando lo conosco ha sempre un motivo per essere nervoso; mi dice che mi ama profondamente, che a volte la notte non riesce a dormire pensando a come fare per rendermi felice, ma io non sento amore da parte sua e purtroppo sempre meno io per lui. Ho un lavoro dove sono apprezzata, dove ho responsabilità e soddisfazioni. In casa, mi tratta come una nullità e sono infelice. Sto diventando piena di ansie e timori, io che sono sempre stata una persona aperta, solare, allegra e ottimista adesso sono sempre taciturna e di cattivo umore. A volte penso a soluzioni orribili. Se non avessi i bambini lo avrei già messo alla porta. A loro vorrei dare una famiglia normale e mi sento in colpa per avergli dato questa. Aiutatemi: come posso fare a far capire a mio marito che sbaglia: gli ho detto di andare dallo psicologo, l'ho minacciato di lasciarlo, gli ho detto che parlerò con la sua famiglia, ma niente ha effetto.

Cara Angela, una soluzione possibile è un incontro con un consulente della coppia. Con gli anni il rapporto tra i coniugi cambia, purtroppo spesso in peggio: non si riescono a tollerare i difetti che nei primi anni vengono guardati con indulgenza dal partner innamorato. Il fare sempre di più in casa non ti porterà alla soluzione, c'è sicuramente una componente fantasmatica non collegata alla concretezza della realtà, che fa scattare l' aggressività di tuo marito. Valutate la possibilità di farvi aiutare, se ritenete che alla base ci sia ancora amore, altrimenti non ti "nascondere" dietro i tuoi figli e prendi la decisione di troncare: i bambini fondamentalmente necessitano delll'affetto di entrambi i genitori, poi se questi stanno insieme arminiosamente meglio, ma anche qualora fossero separati l'importante per loro è assicurare la qualità del tempo trascorso insieme, l'affetto e l'amore. Non è certo lo stare fisicamente sotto lo stesso tetto che garantisce una crescita sana, ma avere dei genitori equilibrati e sereni che li seguano nelle diverse fasi della vita. Sei ancora giovane, hai la possibilità di cambiare il corso degli eventi. Auguroni.

(risponde la Dott.ssa Maristella Copia)

Pubblicato in data 25/01/08

 

 

 

Pubblicità
Vuoi conoscere i libri che parlano di coppia per saperne di più?
Cercali su Psiconline® Professional Store

0
condivisioni

Guarda anche...

Pubblicità

Pubblicità

I Sondaggi di Psiconline

Dopo tanto il nuovo Psiconline è arrivato. Cosa ne pensi?

Pubblicità

Le Risposte dell'Esperto

Pensiero ossessivo (1624140870…

Fabio, 34 anni     Gentile Dottoressa/Dottore! Mi chiamo Fabio e 5 anni fà ho commesso un errore di tipo erotico.Ho cominciato a scambiare dei...

Problemi con marito [162342796…

Viola, 38 anni     Buongiorno, avrei bisogno di un consulto per dei problemi con mio marito.Mio marito è molto irascibile ma oltre a urlare no...

Ansia e paura nella guida [162…

Clarissa, 22 anni       Salve, vi scrivo perchè da un paio di mesi sto facendo le guide in autoscuola ma la sto vivendo un po' male...

Area Professionale

La trasmissione intergenerazio…

Modificazioni epigenetiche nei figli di sopravvissuti all’Olocausto I figli di persone traumatizzate hanno un rischio maggiore di sviluppare il disturbo post-t...

Il Protocollo CNOP-MIUR e gli …

di Catello Parmentola CNOP e MIUR hanno firmato nel 2020 un Protocollo d'intesa per il supporto psicologico nelle istituzioni scolastiche. Evento molto positiv...

Come gestire il transfert nega…

Per non soccombere alle proiezioni negative del transfert, lo psicoterapeuta deve conoscere con convinzione ciò che appartiene alla psiche del paziente e ciò ch...

Le parole della Psicologia

Sindrome di Munchausen

S'intende un disturbo psichiatrico in cui le persone colpite fingono la malattia od un trauma psicologico per attirare attenzione e simpatia verso di sé. A vol...

Claustrofobia

La claustrofobia (dal latino claustrum, luogo chiuso, e phobia, dal greco, paura) è la paura di luoghi chiusi e ristretti come camerini, ascensori, sotterranei...

Disturbo schizoide di personal…

Disturbo di personalità caratterizzato da mancato desiderio o piacere ad instaurare relazioni altrui e chiusura verso il mondo esterno. Il disturbo schizoide d...

News Letters

0
condivisioni