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Coppia (111796)

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on . Postato in Relazioni, Coppia, Famiglia | Letto 383 volte

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Francesca 30

Forse la mia è una storia sentita già mille volte. E' iniziato tutto più di un anno fa, con la stessa passione per la musica che ci unisce e che ci lega,non solo professionalmente.Occhi azzurri,aria da bravo ragazzo, mi invita ad uscire e nel parlare di sè mi confida di essere sposato,separato(ha tradito sua moglie al 3°mese di gravidanza perchè non si sentiva più desiderato,perchè non andavan d'accordo..)e con un figlio di 5 anni. Ci frequentiamo, scopriamo di essere affini, ma le sue telefonate sono rare, ci si vede 1 o 2 volte la settimana (con il sospetto e poi la certezza che lui si veda con altre) e questo va avanti per qualche mese finchè arriva l'estate 2006, va in vacanza in Turchia una settimana con un suo amico,mi manda sms solo al suo arrivo e sparisce per il resto degli altri giorni. Mi insospettisco e al suo rientro gli chiedo spiegazioni, finchè mi confessa di aver conosciuto una russa con cui ha avuto una storia. Mi sento delusa, tradita, ma per fargli capire cosa si prova non rinuncio alle avances di un corteggiatore. Glielo dico e va su tutte le furie. Continuiamo a stare insieme, cercando di lasciare alle spalle il passato, ci si frequenta di più e così mi lascia la chiave di casa sua. Diventa una sorta di convivenza. Va tutto a gonfie vele, l'amore sembra sbocciato (anche da parte sua) fin quando un giorno (gennaio 2007) arriva a casa e mi dice di essere saturo, che vede solo suo padre e me (lui non ha più la madre). Questo mi manda in crisi, mi sento rifiutata, così le mie serate a casa sua diminuiscono. Sto male, soffro, per di più scopro di avere un nodulo sospetto al seno che devo operare. Lui è sempre stato poco presente in questa fase della mia vita, o almeno mai quanto una persona si immagina dal proprio compagno/a: la scusa è sempre quella del lavoro (eppure ha un' attività indipendente) e del figlio. Mi faccio forza e vado avanti, con l'aiuto della mia famiglia e dei miei amici, ma non ci lasciamo. Il mio è un continuo scusarlo,nonostante le sfuriate immediate,ma poi per paura di perderlo perché lo amo,perché ci credo, lascio passare. Arriva marzo 2007: ho una sensazione, gli controllo il cellulare e trovo un sms con la foto di una ragazza e leggo anche la sua risposta. Con un certo cinismo gli chiedo di chi è la foto e lui mi dice che me l'avrebbe fatta vedere, che mi avrebbe spiegato tutto. Gli chiedo se le ha risposto: lo nega, ed io non contenendo più la rabbia gli cito le parole che le ha scritto. Sbianca, dice che non è successo nulla tra loro, che è solo una che ha conosciuto .Gli dico che tra noi è finita, ma dopo qualche giorno sono di nuovo con lui. Mi sento stupida ed incoerente. La storia continua, amo lui più di quanto amo me. Certo, non sono mancati i bei momenti. Maggio 2007, decide di andar a fare una vacanza di 5 giorni a Cracovia con 2 suoi amici singles: vado su tutte le furie, perchè con me non ha mai fatto una vacanza, perché per me non ha mai tempo, perché non ha rispetto per me, perchè nemmeno in situazioni più importanti (rif. alla mia salute) c'è stato e dice che lui non vuole fare il fidanzato. Per l'ennesima volta, decido che non è una storia che fa per me, così mi rintano nella mia casa al mare per il periodo in cui lui va via e non mi faccio trovare, cambiando n° di cell. Mi cerca, chiama mia madre che mi riferisce la cosa. Credo di essere così forte da poterlo sentire e vedere per mantenere la posizione presa, ed invece ci ricasco. Ritorna dalla sua vacanza, dice di aver capito quanto io sia importante per lui. Mi illudo che ogni volta ci siano dei buoni presupposti per riniziare, invece aumentano le litigate. Nel frattempo, mi trasferisco al mare per lavorare durante la stagione estiva con la speranza che cambiando luoghi e persone io possa uscire da questa situazione. Invece lui continua a cercarmi, viene a trovarmi, anche in settimana. Io lo tratto male per il primo periodo, ma poi mi dico che se fa questo per me è perché ci tiene ed ogni volta che ci dobbiamo lasciare è un dramma. Vivo con lui e per lui profonde emozioni. Inizia in me un contrasto tra cuore e ragione. Settembre 2007: finalmente andiamo una settimana in vacanza e questo non senza discussioni il giorno prima di partire e durante (si guarda le altre donne come se avesse una paresi facciale!). Non mi sento amata, né sicura, nemmeno protetta da una persona che c'è solo quando vuole.. Ritorniamo ed inizio a fargli notare che dopo un anno la nostra situazione non è cambiata, che vorrei da lui più stabilità: mi rinfaccia dicendomi che sono io a non dargli per prima la sicurezza che cerco. Oltre a tutto questo devo far fronte ad una vita passata che lui ha in corso: un figlio, quando è con lui, io vengo lasciata da parte e solo dietro mie arrabbiature vengo considerata; ed un'ex moglie con cui ha un rapporto particolare (scambio di regali, termini poco chiari usati negli sms ("sono con il nostro cucciolo") e da cui si fa ancora "pilotare", a cui ha negato la mia presenza nonostante lei sapesse di me (e che poi ho anche conosciuto di mia volontà) e quando è con lei, non mi risponde al telefono,come se volesse tenermi da parte. Cosa voglio di più chiaro di così??. Il problema in tutto questo sono io, la mia emotività, la mia sensibilità il mio sentirmi in colpa per le cose che fa lui. La cosa che mi fa stare ancora più male è vederlo depresso, forse perché insoddisfatto della sua vita, ma che non riesce nemmeno a far sorridere quando vede me ed io mi sento inutile. Ps: non dico che lui non abbia mai fatto nulla per me, i fatti però parlano chiaro e tanti episodi non sono state citati per evitare un'ulteriore sofferenza. Ma perché non riesco a lasciarlo?

E' vero la situazione è chiara. Non riesci a lasciarlo per tue caratteristiche di personalità ma, soprattutto perchè a volte, quando si ama, ci si ancora con tutte le forze a qualsiasi cosa, si proiettano le proprie sensazoni, le proprie emozioni sull'altro, credendo in questo modo che anche il partner abbia il nostro modo di sentire e di vedere il rapporto, ma non è così. Per molti versi state camminando su strade parallele che non credo si uniranno facilmente. Forse i tuoi tentativi di lasciarlo dovrebbero essere accompagnati da un percorso terapeutico che ti porti a far luce su alcune tue carattestiche personali oltre ad iniziare una rielaborazione della storia che avete vissuto ma che in qualche modo è finita.

(risponde la Dott.ssa Maristella Copia)

 

Pubblicato in data 24/03/08

 

 

 

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