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Coppia: lui, lei, la madre e la sorella. Donne oppressive (123011)

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on . Postato in Relazioni, Coppia, Famiglia | Letto 345 volte

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Trentenne 31

Spero che questa sia la volta buona per ricevere una risposta visto che da un anno non ci riesco. La mia dolce metà, siamo tutti e due sulla trentina, è aggressiva nel modo di porsi e ritengo che questo derivi dall'educazione ricevuta in famiglia. Un'educazione molto autoritaria e a tratti repressiva con una presenza materna molto molto forte e, una presenza maschile scarsa. La mia ragazza, che dovrei sposare, quando frequenta più spesso la madre esaspera i suoi aspetti prepotenti e aggressivi. Io ho un temperamento nervoso e mi scontro spesso con lei perchè non accetto l'aggressione verbale, soprattutto quando questa serve per darsi un contegno di fronte a terzi. Cerco di dialogare il più possibile e ogni volta che riesco a farle uscire fuori il suo reale pensiero mi rendo conto che tutto ruota attorno all'esempio avuto in casa. In casa è un soldato ma con me, pur amandomi e facendomi sentire amato come mai nella mia vita, mette sempre in dubbio tutto ciò che dico e che faccio. Si fida solo della madre e della sorella, sposata che mette bocca su tutto, ma che con me si contiene perchè sa che non ammetto ingerenze nelle mie cose. Le stesse parole pronunciate da bocche differenti, per la mia ragazza, hanno un peso diverso. Io rispetto il loro modo di fare perchè non mi interessa entrare nei rapporti interpersonali tra sorelle, o tra madre e figlia, ma non permetto che queste abitudini possano solo lontanamente coinvolgere me e, questo a volte è motivo di impalpabile tensione . Da un lato vengo rispettato per il mio modo di fare, dall'altro è come se ci si chiedesse "ma questo perchè oppone resistenza". Morale della favola, adesso lei inizierà a lavorare con la madre ( della quale posso solo parlar bene per come si è sempre dimostrata con me ) ma ho paura che questa eccessiva vicinanza possa acuire i lati già spigolosi del carattere della mia ragazza. Non so che strada percorrere, sono stato morbido, sono stato duro, voglio solo lei non tutto il pacchetto ( madre, sorella, nipoti, cane, gatto, canarino, nonna, e chi più ne ha più ne metta ).

La sua richiesta è più che legittima, poichè i matrimoni d'amore nascono per amore del partner e non per l'amore verso la famiglia, questa viene conosciuta in un secondo momento. Credo che sarebbe opportuno per lei non prestare più molta attenzione ai motivi profondi (e senz'altro fondati) all'origine del comportamento della sua futura moglie, quanto al "qui ed ora" della vostra relazione. Anche se dalle vostre discussioni emerge una forte componente educativa genitoriale questo ha in fondo poca importanza, poichè l'importante è che a lei questo le da fastidio. In altre parole sia lei per primo a separare il Vostro rapporto da quello con tutto il resto della famiglia. In quest'ottica è poco rilevante che la sua compagna vada a lavorare con la madre, poichè se è innamorata sarà disposta a venirle incontro e saprà fare le sue scelte per il bene del Vostro rapporto. La invito ad affrontare le vostre discussioni come l'inizio di un dialogo, dove l'aggressività iniziale è dovuta a tensioni e rapporti esterni a voi due, e cercare invece di aprirsi maggiormente su un piano emotivo più profondo, dove trovino spazio anche altri sentimenti (tristezza, delusione, paura, amore, gioia, svalutazione, disconferma, felicità) e favorendo quindi un dialogo maggiormente incentrato sul vostro rapporto e su come intendete impostarlo per la Vostra felicità, spostandolo dunque dalle influenze esterne alle Vostre influenze interne. Mi rendo conto che questo almeno inizialmente risulterà difficile, ma un dialogo diretto, privo di strategie, dove si parla di "noi due" è senz'altro più fruttuoso di uno scontro, dove per'altro la sua fidanzata sarà influenzata dai genitori così come lei ed il suo "temperamento nervoso" dai suoi. L'esistenza di un dialogo diretto ed aperto, privo di rivalsa, rancore ed eccessi d'ira, è senz'altro faticosa ma garantisce le basi di un rapporto il più a lungo felice. Ovviamente questo vale tanto per la sua compagna quanto per lei, poichè richiedere uno sforzo senza darne dimostrazione per primi può essere vissuto come forma di arroganza o autorità, delegittimando le proprie richieste e rafforzando le convinzioni altrui. Qualora dovessero continuare le vostre difficoltà relazionali non escluderei una esperienza di terapia di coppia ma, anche, di gruppo. Un Saluto.

(risponde il Dott. Massimo Giusti)

Pubblicato in data 31/07/08

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