Crisi di coppia (063648)
Lucia 36 anni, 21.04.2003
E' da 2 mesi che leggo
le risposte dell'esperto per cercare di trovare una situazione analoga alla
mia e un consiglio che possa aiutarmi a capire come agire, per non sbagliare,
e risolvere il mio problema, però visto che comunque ogni situazione è "unica"
e non ci si può rispecchiare se non a grandi linee nelle storie altrui, ho deciso
di scrivervi.
Sto vivendo un periodo di grande sofferenza dovuta ad una crisi con il mio ragazzo
( o magari per lui sono già ex) ma, prima di arrivare al motivo della crisi
devo premettere un po' di cose: stiamo insieme per 5 anni, lui più giovane di
me di 4 anni, siamo sempre stati bene, abbiamo coltivato molti interessi, molte
passioni, sessualmente non ci sono mai stati problemi, anzi l'attrazione non
è mai mancata, caratterialmente penso che ci sia una buona intesa anche se io,
che mi reputo una persona piuttosto aperta, ho sempre cercato di smuoverlo,
far sì che si aprisse di più con me, ma lui è un tipo chiuso di poche parole,
non abituato a buttar fuori quello che sente a livello emotivo, molto insicuro
timido ansioso, mai "felice"come dice lui.
In 5 anni di relazione io non ho mai conosciuto i suoi genitori e questo non
l'ho considerato un problema, anche se avrei comunque avuto piacere di entrare
a far parte della sua famiglia in modo più ufficiale. Lui vive ancora con i
suoi, come del resto io, sua madre, da quel poco che posso aver intuito nei
suoi discorsi, credo sia molto ansiosa e forse anche depressa ma lui non ha
mai voluto parlarne apertamente e io non l'ho mai sforzato nel farmi dire cose
che lui di spontanea volontà non voleva dirmi ( forse ho sbagliato anche in
questo).
Arriviamo al dunque; l'estate scorsa inizio a pressarlo con richieste e progetti
sul nostro futuro; gli chiedo se anche lui non sente il bisogno di uscire di
casa e di iniziare una vita a due, lui mi risponde di sì, però dice " non c'è
fretta".
Io, non sentendolo convinto batto il chiodo per tutto l'autunno e l'inverno
aggiungend o successivamente anche il mio desiderio di maternità, cosa che lo
prende di contropiede e che gli crea non poche ansie.
Mi rendo conto di aver dato un colpo molto forte al nostro rapporto,ma reputo
che dopo 5 anni, e visto che non siamo più adolescenti, sia venuto il momento
di decidere cosa fare della nostra relazione, o ci si sposa o ci si lascia.
Lui un mese e mezzo fa, mi dice che queste mie continue richieste lo hanno reso
ansioso, che mi vuole bene, ma che forse non mi ama più, o meglio non mi ama
abbastanza per fare il grande passo visto che nota in me un grande entusiasmo,
cosa che lui invece non prova.
Io allora cerco di andargli incontro, anche perchè lo vedo molto giù, gli dico
che possiamo lasciar perdere questa cosa se al momento gli crea così tanta angoscia
e riparlarne in un momento successivo, ma lui dice che le mie richieste sono
lecite e che non è giusto che io rinunci ai miei desideri anche perchè, dentro
di me ci sarà sempre comunque questo desiderio insoddisfatto. Mi chiede un po'
di pausa per capire se gli manco.
Durante questo periodo di separazione, a parte la prima settimana in cui mi
chiamava tutti i giorni, poi mi ha mandato qualche sms, e un paio di mail.
Qualche giorno fa l'ho chiamato al telefono e lui sembrava molto contento di
sentirmi, abbiamo parlato di molte cose senza addentrarci nel merito della nostra
situazione ma comunque facendo molti riferimenti a cose vissute insieme.
Ci siamo salutati con l'idea di risentirci,anche se io avrei preferito che mi
chiedesse di vederci. In questo momento non so cosa fare, forse ho sbagliato
a rompere il silenzio, però non ce la facevo più, anche se mi reputo una persona
forte a volte lascio che sia l'irrazionale ad agire.
Mi sento inerme, forse mi illudo che lui mi ami ancora e che probabilmente il
suo non voler creare una famiglia con me sia dovuto ai problemi che vi sono
nella sua famiglia, ma cosa posso fare?
Restare qui ad aspettare mi sembra stupido, io che sono abituata ad agire, sto
mali ssimo in questa condizione. Cosa mi consigliate?
Di cercare di vederlo,per parlargli, per capire cosa sta veramente succedendo
o di lasciare le cose come stanno e aspettare? Vi ringrazio molto del vostro
prezioso consiglio.
Lottare non serve a cambiare le cose, ma ad allontanarsi di più perchè il partner (non pronto), sentendosi sotto pressione per automatismo ed ansia eccessiva, finisce con lo scappare.
D'altro canto niente deve essere più spontaneo del volere qualcosa di più da una relazione, perchè deve nascere come processo conseguenziale della capacità di impegno di ciascuno.
Mi rendo conto che alla tua età e dopo 5 anni di fidanzamento ti sembrava molto logico e di coronamento arrivare al matrimonio.
La tua delusione è stata perciò oltre che nei confronti del tuo ragazzo anche nel non vedere realizzato un sogno più che legittimo.
Sarà banale dirlo ma se ti può consolare cerca di riflettere che comunque questo può essere un sintomo di malessere del rapporto in sè per sè; per cui forse è meglio aver rotto un fidanzamento e non un domani trovarsi di fronte al dolore di un divorzio.
A questo punto ti conviene semplicemente aspettare, ricordando a te stessa che finito un amore non si esaurisce la nostra capacità di amare, ma si è solo chiuso un capitolo della nostra esistenza.
Non trascurare perciò di frequentare altre persone e se dovesse subentrare un allontanamento definitivo con il tuo attuale fidanzato, cerca solamente di riflettere che il sogno si è solo rinviato e sarà realizzato con un uomo più valido ed affidabile.