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Crisi di coppia: lui non sa se mi ama (060901)

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on . Postato in Relazioni, Coppia, Famiglia | Letto 655 volte

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Lara 30 anni, 03.01.2003

Sono sposata da 7 mesi con l'uomo che amo da 13 anni e con il quale ho convissuto per 2.
Abbiamo entrambi 30 anni. Il nostro rapporto è perfetto: viviamo in una bella casa che abbiamo arredato con amore, ci dedichiamo a noi stessi ( di qui la scelta di non avere figli, per il momento), usciamo spesso, ci divertiamo, ridiamo e facciamo tanto l'amore. Abbiamo entrambi ottimi lavori, remunerativi, e nessun problema di salute.
Due mesi fa, mio marito ha iniziato a provare una forte angoscia, a smettere di mangiare e a tralasciare tutte le cose belle della nostra vita insieme. Non usciamo più, non ridiamo, lui è sempre triste e dice di essere profondamente infelice. Lo trascino da un analista, convinta che soffra di depressione, ma finisco col venire a sapere che la sua tristezza è causata da me.
Dopo averlo torturato psicologicamente per farlo parlare, per fargli confessare cosa gli stia succedendo, mi dice che non prova più gli stessi sentimenti che provava un tempo, e che sente un distacco da tutti gli affetti della sua vita (gli amici, i genitori, me).
Poi inizia a parlarmi di separazione temporanea, ma io non riesco ad accettarlo. Sono sicura che, se varcherà quella soglia, non lo rivedrò mai più. Passo la giornata a piangere, anche in ufficio. Penso sempre alle cose meravigliose che abbiamo avuto, e alla mia povera, inutile vita, costruita solo ed unicamente intorno a lui. Una vita che mi si sta sbriciolando davanti agli occhi.
Dovrei lasciarlo? Cacciarlo di casa? Quando ci provo, mi dice che non vuole andarsene.
Se piango, piange anche lui tra le mie braccia. Mi dice che è tutto ok, poi ricomincia: "la mia infelicità è dovuta a te".
L'analista, che vediamo entrambi, singolarmente e in coppia, non ci sta aiutando granché: credo abbia capito poco della nostra situazione. Un giorno mi consiglia di essere paziente, un altro di arrabbiarmi e sfogare la mia rabbia repressa. Non so più cosa fare.

Non so se il collega ha confermato la diagnosi di depressione per suo marito, che mi sembrerebbe corretta.
In questo caso un supporto farmacologico potrebbe affiancare efficacemente il lavoro psicologico.
Sulla depressione di lui si è poi innescata la crisi del vostro matrimonio, che sembra dovuta alla radicale diversità dei vissuti rispetto all'esperienza comune ( come se aveste vissuto insieme, ma parallelamente senza veramente incrociarvi) e ad una mancanza di comunicazione che lascia a lei la sola possibilità di "torturarlo psicologicamente" (!) per farlo parlare.
Di solito la psicoterapia di coppia riesce a smontare questi ingranaggi bloccati e a fare ripartire il dialogo: se le sembra che non stia succedendo riparlatene con il terapeuta, dopo avere indagato se è specializzato in terapia familiare.
Solo dopo un momento di autentico confronto, sarà per lei tempo di bilanci e di decidere se proseguire o meno questa storia.
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