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Dipendenza affettiva (103929)

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on . Postato in Relazioni, Coppia, Famiglia | Letto 326 volte

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Marta 34

Dopo quattro anni di storia tormentata, fatta di tira e molla, litigi, scenate, grandi passioni, in un'altalena devastante, oggi bene, domani è tutto finito, si è conclusa la mia storia d'amore o meglio di dipendenza affettiva, per volontà dell'altro. Perchè io, pur stando male, non ho avuto e tutt'ora non ho la forza. Ho letto tutto quello che ho trovato sull'amore, sui rapporti di coppia maturi, sani, insani; frequento un gruppo di auto mutuo aiuto sulle dipendenze affettive qui a Roma; da due anni frequento una bravissima psicologa ogni settimana, ho capito tanto, mi sono resa conto dei giochi assurdi ciclici di servilismo-ribellione-pentimento, eppure non riesco ad andare avanti, amare me stessa, riempire il vuoto altrimenti ci si aggrappa all'altro, si rischia di scegliere la persona sbagliata, non avere paura di stare da sola. Teoricamente so tutto, praticamente sono uno straccio! Se mi sforzo di uscire non resisto, mi viene da piangere, se sto a casa mi deprimo mi metto a letto e i mesi passano; sul lavoro non mi concentro, gli amici di sempre sono sposati e/o genitori. Come si fa ad accettarsi? Ad amarsi? Mi sembra che le lacrime non finiscano mai e penso continuamente al mio ex. So che ho sbagliato, mi sono mostrata diversa, ho fatto quello che pensavo che lui desiderasse, gli ho fatto scenate mettendo in dubbio il suo amore, però lui è il mio specchio: è insicuro, terribilmente geloso, rigido, critico su tutto e tutti, ed io, pur consapevole che insieme non avremmo potuto andare da nessuna parte se non verso la distruzione, ancora lo voglio. Tutte le volte che abbiamo ricominciato non ero comunque serena per la paura che tutto finisse, che non fosse l'uomo per me, che mi stava riducendo a un'ameba; eppure adesso che potrei respirare finalmente libera di essere e di esistere non lo faccio. Ho avuto un padre assente ed autoritario, di quelli per cui non sei mai abbastanza, anzi non vali nulla; un giorno era buono, il giorno dopo crudele senza un perchè. Igiorni brutti erano sempre tanti, ho rivissuto tutto nella mia storia d'amore, via via sempre più consapevolmente, con il desiderio di liberarmene, e adesso che sono libera vorrei tornare in gabbia. Vivo sola e non ho più contatti con la mia famiglia. Potete aiutarmi? Darmi un consiglio, una speranza? Grazie infinite.

Cara Marta, continua con assiduità a frequentare il gruppo di auto-aiuto e la psicologa. Devi però tirare fuori la volontà di venirne fuori e non continuare questa coazione a ripetere da tuo padre in poi, cioè il ripetere della stessa situazione affettiva dolorosa. Rielaborando il rapporto affettivo con tuo padre attraverso un lavoro analitico dovresti riuscire a "rinascere" per poter costruire rapporti meno problematici con gli uomini. Il ragazzo con il quale uscivi collude con il tuo modo di essere e questo non aiuta un'evoluzione del rapporto ed un superamento delle tue problematiche. La speranza devi concedertela da sola Marta, con l'accettazione della rottura di quel legame nonostante la sofferenza che comporta. Il rientrare nella "gabbia" è più rassicurante, sai di soffrire mettendo però in atto tutte le modalità già sperimentate: stare in una prigione dove è l'altro che decide e tu sei "costretta" ad essere la vittima. Cerca di uscire da questo circolo. Soffrirai lo stesso ma per una crescita psicologica personale, non c'è nulla di peggio che sentirsi imprigionato affettivamente da qualcuno, ancor più quando questo gioco non è sano. Il cammino non è breve ma è necessario molto impegno e motivazione per uscirne. Se non dovessi avere buoni risultati cambia indirizzo terapico. Auguri.

(risponde la Dott.ssa Maristella Copia)

Pubblicato in data 04/11/07

 

 

 

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