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Dipendenza affettiva (25092014)

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on . Postato in Relazioni, Coppia, Famiglia | Letto 557 volte

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Marianna, 22

Buongiorno, vi scrivo per chiedere qualche consiglio su come uscire dalla gabbia della dipendenza affettiva. Essendo giovane ammetto comunque di aver questo problema. Ne sono consapevole da qualche mese quando dopo l'altra  "delusione d'amore" ho capito che ogni storia segue lo stesso scenario. Anzi, in qualche parte (o magari in tutto) è il mio comportamento che 
indirizza verso la distruzione. Ho avuto qualche seduta con psicologo ma per questioni economici essendo stagista dovevo interrompere la cura. Adesso cerco di curarmi da sola ma a volte crollo. Ho gli attachi di panico forti fino a rimanere bloccata trattenendo il fiato. Premetto che adesso sono sola, sono riuscita a mettere la fine all'ultima relazione malsana. Come potete immaginare tutto parte dall'infanzia. La mia mamma è partita per lavoro quando avevo 8 anni. Praticamente sono cresciuta con papà che faceva poliziotto e non era sempre premuroso. Anzi, tante volte ero maltrattata. Altri parenti avevano sempre tanti impegni. Io piccola mi sono chiusa a riccio. La mamma portava sempre tanti regali ma io ero sola(sono anche figlia unica)..Avevo un'amica a cui ero 
legatissima. Ma quando avevo 12 anni mi abbandona anche lei. Adesso guardando indietro vedo solo "abbandoni" gravi  o meno ma che sempre provocavano il dolore. A 15 anni mi sono danzata con un ragazzo bravo e buono ma che non sapevo amare. Ero con lui perche' era unico che mi voleva bene. Cosi mi sembrava a quell'epoca. Lui mi amava ma fra 4 anni la storia finì. Uno schock per me. Credo che la mia autostima si è abbassata soto zero(mi ha lasciato ma io lo perseguitavo, lui si ha messo con un'altra e davanti a tutti amici mi ha spinto proteggendo lei che conosceva da due settimane)Poi altre storie che finiscono sempre con abbandono. Alcuni mi hanno definita bisognosa, problematica, pessimista, che non sa godere la vita. Altri scappavano che non riuscivano ad respirare o credendo che li voglio legare a ogni costo. Ma io solo cercavo un po' di amore. Come faccio ad andare avanti? Abito con i miei,c'è anche mamma ma siamo estranee. Ci sono liti, mai un abbraccio. Credo che non mi serve altra relazione finché non divento piu' sicura finché non imparo a stare da sola. Ma come si fa...Vorrei tanto qualcuno accanto, di chi fidarsi.. Un dolore che non so come gestire.

Vi ringrazio in anticipo per qualsiasi consiglio.

 


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Buongiorno Marianna, come lei stessa dichiara la dipendenza affettiva è una gabbia dolorosa ma da cui si può uscire, le sbarre potranno diventare mano mano più larghe per permetterle un passaggio verso un “altrove” che la accoglierà senza intrappolarla ma ci vorrà tempo, pazienza e lavoro analitico. È importante che si possa chiedere cosa rappresenta per lei “l’Altro” inteso come forza vitale per la sua vita emotiva, cosa la spinge a cercare al di fuori di se stessa ciò che la “dovrebbe” completare, è considerevole evidenziare come è stata capace di analizzare i suoi vissuti che le donano una riorganizzazione unica e centrale del suo Io che seppur descritto come carente e bisognoso le ha permesso di osservare ciò che le accade e che forse fa in modo di produrre.  Il bisogno di amore corrisposto, reciproco, appagante, sembra essere sempre lontano e le delusioni  in continuo susseguirsi, sarebbe importante comprendere come mai il punto di partenza è il profondo senso di vuoto che la spinge a cercare nell’Altro qualcosa di diverso, questo meccanismo  non è unicamente riconducibile al singolo ma fa parte di una dinamica a due, e come lei stessa dice è qualcosa che nasce da relazioni precedenti e significative.  Ripercorrendo la sua storia sembra porre l’accento sugli abbandoni, può pensare di riviere ciò che le è accaduto da una prospettiva differente? Questo l’aiuterebbe a recuperare un po’ di quell’autostima che con gli eventi si è nascosta troppo profondamente ma che è comunque dentro di lei. Quando parla del rapporto con sua madre si percepisce una certa nostalgia, forse non è troppo tardi per provare a stabilire una relazione che sia per lei più appagante. Non è possibile darle consigli su come ciò debba avvenire, ma riflettendoci potrà trovare dentro si se una via che l’aiuterà. Per imparare a stare da sola è prima necessario amarsi, volersi bene e soprattutto prendersi cura di se stessa. Se la psicoterapia che aveva iniziato è difficile da proseguire per questioni economiche potrebbe pensare di seguire dei gruppi di auto-mutuo aiuto sulle dipendenze affettive, oppure seguire dei seminari gratuiti che la potrebbero aiutare a ritrovare la forze per superate la dipendenza.  Spero di averle fornito degli spunti da cui partire per trovare la sua strada ed affrontare il dolore che risiede dentro di lei.

(Risponde la Dott.essa Luisa Bonomi)

 

Pubblicato in data 25/09/2014

 


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