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Famiglia e relazioni (154302)

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on . Postato in Relazioni, Coppia, Famiglia | Letto 406 volte

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Renato, 37

 

Gentile Dottore,
buongiorno, vorrei un parere riguardo quelle che ritengo le mie principali problematiche, sperando di riuscire a descriverle esaurientemente.
La prima riguarda i miei genitori, che hanno superato i 70 anni e stanno bene, ma verso i quali, da qualche anno, vivo l'angosciosa prospettiva della loro morte: ho paura dello smarrimento che proverò, dell'impossibilità di ricevere i loro consigli, di sentire il loro affetto concreto quando non ci saranno più.
La seconda riguarda la mia sessualità, che definirei feticista-sottomessa: premesso che dai 20 agli attuali 37 anni ho avuto 3 relazioni importanti intervallate da brevissimi periodi da single, il problema non sta nella capacità di costruire relazioni serie, né tantomeno nella parte feticista della mia sessualità, anche perché il tipo di feticismo dal quale sono attirato, oltre a non essere particolarmente ossessivo, è abbastanza comune e semplice da "soddisfare" (sto parlando di calze e scarpe col tacco, oggetti che le donne indossano comunemente). Il problema emerge nell'atteggiamento "dominante" che cerco nelle donne, relativamente ai momenti di intimità sessuale: il gioco di essere "costretto" a comportamenti che in realtà mi piacciono ma che amo farmi "imporre", il gioco di essere condizionato, quasi "ipnotizzato" dalla mia partner al fine di essere sottomesso. Nella mia esperienza relazionale, ho conosciuto donne di forte personalità (anche troppo, al punto da scontrarmi con loro nella vita extra sessuale, poiché anch'io possiedo una personalità forte al di fuori del sesso), che però non amavano il tipo di femminilità e di dominazione di cui sopra, oppure donne di minore personalità, con le quali creavo un ottimo feeling extrasessuale, ma non capaci di assumere quel ruolo "dominante/condizionante" nella vita sessuale che ricerco nella mia partner.
Il mio dilemma è se cercare di cambiare i miei gusti, per evitare l'infelicità e la frustrazione che derivano dal mancato appagamento degli stessi, o se continuare a cercare la donna "giusta", ammesso che esista (intelligente e con personalità, ma affabile e di buon senso nella sfera extrasessuale; convintamente femminile e in grado di "condurre" nella vita sessuale).
Il terzo problema, che mi crea momenti di tristezza anche a distanza di anni, consiste nella mia difficoltà ad accettare serenamente la fine delle relazioni amicali e sentimentali: le vivo come sconfitte, fallimenti, mi chiedo continuamente come avrei dovuto comportarmi per non farle finire, anche perché a volte si è trattato di decisioni unilaterali (della controparte) abbastanza repentine, e talvolta giustificate con il fatto che le amicizie e le relazioni finiscono, anche senza motivo, se ad un certo punto si smette di provare amicizia o amore per il partner (cioè io).
Forse dovrei entrare più nello specifico, ma non voglio dilungarmi troppo, sperando che quanto ho scritto risulti chiaro.
Ringrazio anticipatamente per il parere che vorrete darmi.

Caro Renato,
andando in ordine delle questioni che mi sottopone, vorrei partire dal timore della morte dei Suoi genitori. Quando i genitori diventano anziani è naturale e abbastanza comune iniziare a temere per la loro incolumità e immaginare una vita senza di loro. La perdita dei genitori, anche qualora non avvenga in maniera improvvisa, comporta la perdita di punti di riferimento e di una parte fondamentale della propria vita, originando senso di smarrimento, disorientamento e dolore.
Dal momento che è consapevole dell'importanza e dell'affetto che nutre per i suoi genitori, Le consiglio di vivere i momenti che avete a disposizione, comunicare i suoi sentimenti e di godere della loro presenza. Non lasci che questa angoscia rovini questi anni che potete godere insieme e assapori tutte le fasi che la vita offre, compresa quella della vecchiaia e della preparazione alla dipartita.
Per quanto riguarda la vita relazionale mi pare che abbia le idee molto chiare su quale sia il genere di donna che desidera al suo fianco, il rischio è che a volte essere molto certi su un'idea di partner comporta il non apprezzare totalmente chi si ha affianco, attivando continuamente confronti con una figura dei desideri.
Ciò non significa che la strada giusta sia "accontentarsi" e avere una relazione con chi non piace a sufficienza, bensì accettare i limiti e le virtù di ciascuno, dando rilevanza alla qualità delle emozioni e al livello di benessere del rapporto (che ha necessariamente alti e bassi, aspetti di gioia e sofferenza).
Le interruzioni dei legami con gli altri, comprese le amicizie, sono effettivamente momenti di fallimento e delusione e apprezzo che nella sua vita ne segua una fase di discussione e critica personale. Tuttavia, come lei stesso dice, non sempre la fine delle relazioni ha come causa un suo errore o un motivo generato dall'altro, a volte è la vita con i suoi impegni ed imprevisti ad allonatnare le persone. Faccia ciò che sente opportuno e se desidera ricontattare una persona che ha perso di vista, anzichè impiangere i tempi passati, faccia un passo e provi a riallacciare i rapporti.
Spero di aver risposto a tutti i suoi dubbi.
Cordialmente,
Dott.ssa Filomena Dongiovanni

 

(Risponde il Dott.ssa Filomena Dongiovanni)

Pubblicato in data 25/03/2013

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