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Familiari (122580)

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on . Postato in Relazioni, Coppia, Famiglia | Letto 309 volte

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Mammina 40

Salve, sono una mamma di una bambina di 8 anni che per la maggior parte della sua vita ha vissuto solo con me, dato che il suo papà è stato sempre una figura discontinua: quando la bambina era di pochi mesi è andato a vivere fuori, veniva solo ogni 15 giorni, in seguito ha fatto dei corsi fuori, facendosi vedere ben poco. In tutta questa situazione la bambina ha sempre saputo che il padre lavora tanto e fuori. Adesso che sta crescendo e capisce le nostre litigate; lui spesso non rientra e le dico che il padre lavora quando invece sta fuori casa, vive altrove e facendo ogni tanto delle comparse. Un mese fa ci siamo separati, ma la bambina ancora non lo sa e quando non vede il papà mi chiede se sta lavorando e le rispondo di sì. La mia domanda è come devo affrontare con la bambina questo argomento? Lei non vuole sentirsi dire che il papà vive in un'altra casa, ma, del resto, nell'accordo della separazione, ci sono dei giorni stabiliti durante i quali lei dovrebbe dormire da lui, ma la bambina si rifiuta e mi chiede di uscire con loro due, di far dormire il padre a casa mia, di preparargli da mangiare. Come posso togliere la confusione a mia figlia?

Cara mammina, penso che in cuor suo sappia benissimo che il modo migliore per togliere confusione alla bambina è quello di dirle la verità, concedendole del tempo per accettare gradualmente la realtà. A seconda dell’età del bambino, al momento della separazione dei genitori, emergono diverse espressioni del disagio. A otto anni esistono due modalità di adattamento: in un caso i bambini sono “ipermaturi”, prendono a carico se stessi, domandano poco agli adulti, giocano poco o niente; nell’altro caso, invece, tendono a “caricare” gli altri dei loro problemi, attribuendo colpe a destra e a sinistra. Se il papà è d’accordo, le consiglierei di rivolgersi a un mediatore familiare, che è una figura specificamente formata per questi casi, con l’obiettivo di rendere la separazione e l’affidamento dei figli più accettabile e vivibile per tutti, riducendo e risolvendo il conflitto familiare. Se non è possibile un lavoro di “squadra” tra lei e il suo ex-marito può rivolgersi presso il proprio consultorio e chiedere un appuntamento con un professionista specializzato per i problemi durante il periodo dell’infanzia. Infine, può provare a esplorare il sito www.psicologi-italiani.it e cercare, all’interno della sua città, lo specialista più adatto alla sua situazione. Le auguro buona fortuna!

(risponde la Dott.ssa Aurora Capogna)

Pubblicato in data 18/08/08

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