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gelosia (47198)

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on . Postato in Relazioni, Coppia, Famiglia | Letto 476 volte

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Cristina, 35anni (11.1.2002)

Gentile Psicoterapeuta, sono una donna sposata dal 2000, con un uomo amorevole ma con un matrimonio fallito alle spalle e sooprattutto con un figlio di 8 anni che e' geloso di me, pur nutrendo anche dell'affetto nei miei confronti. Io e quest'uomo ci frequentiamo fin dal 95 e quindi questo bambino era molto piccolo. Ma non le scrivo per parlarle di lui, bensi di me che sono terribilmente gelosa e non sopporto la sua presenza intermittente in casa nostra. Premetto che sono in analisi da circa un anno e mezzo e che molti vissuti infantili sono stati riconosciuti e compresi ma che queste emozioni fortemente negative non accennano a sparire pur non essendo continue. Sono la primogenita, di due fratelli, il secondo un maschio, che ha 2 anni meno di me e mi ha creato non pochi problemi. Un padre incapace di comunicare, a sua volta con rapporti problematicissimi con sua madre, imprevedibile e castrante. Una madre, unica figlia femmina di 4 fratelli, con madre autoritaria e una netta predilezione per il secondo genito.
Non so proprio come uscirne, inoltre non riesco a 'mettere a posto' questo piccolo dittatore che e' il figlio di mio marito, dicendogli che non sono a sua disposizione. Mi ferisce che cerca continuamente di mettermi da parte e anche alle nostre nozze ha chiamato il padre in disparte per molto tempo cercando delle scuse edei capricci. Io non riesco a vederlo come un bambino ma le sue strategie per dividerci mi sembrano adulte e pericolose, tanto piu' che mio marito sminuisce l'importanza di questi atteggiamenti e inoltre ho timore a parlarne piu' di tanto con mio marito.La ringrazio e spero di essere stata abbastanza chiara.

Ciao Cristina, non nascondo di essere sorpresa nel leggere la tua lettera e scoprire che, sebbene tu sia in analisi da un anno e mezzo, chiedi un sostegno attraverso un sito. Dalle tue parole mi sembra quasi che tu ti aspetti una soluzione "tecnica" della situazione, che forse non è venuta dal tuo analista: parli di un padre con difficoltà a comunicare che ha avuto a sua volta una madre castrante e imprevedibile e di tua madre che ha dovuto subire una figura autoritaria con preferenze che non erano rivolte a lei ma ad un fratello. L'individuazione di tutti questi elementi, che certamente hanno avuto un'influenza sulla tua vita, come avrai avuto modo di comprendere attraverso la tua terapia, non è la premessa per trovare una formula precisa attraverso la quale risolvere le questioni che la vita ci propone.
Rispetto al problema che poni, ho la sensazione che tu viva una condizione di accesa competizione con il bambino di tuo marito e lui con te, solo che tu sei un'adulta. Intendo dire che se hai questi attacchi di gelosia forse è perchè lo consideri una minaccia per il rapporto con il tuo compagno. Credo, però, che invece di "metterlo a posto" dovresti cercare di avvicinarti al bambino anche perchè lui è una parte importante di tuo marito.
Cerca di comprendere che un bimbo di otto anni che ha visto i suoi genitori separarsi forse ha qualche difficoltà a riguardo e può mettere in atto comportamenti anche non piacevoli pur di garantirsi l'attenzione dei genitori o magari per comunicare una sua sofferenza.Con questo non voglio dire che devi accantonare le tue esigenze e i tuoi bisogni ma forse, grazie anche al tuo percorso personale di terapia, puoi rintracciare in te stessa, più di quanto non possa fare lui, qualche risorsa per cercare di avvicinarlo, anche, eventualmente, con l'aiuto del tuo compagno.Se invece di competere riuscissi a trovare una canale attraverso il quale comunicare potresti cominciare a vederlo sotto un'altra ottica e magari arriveresti a non provare più tutta questa gelosia.
Un rapporto tra un uomo e una donna adulti non può in nessun modo essere paragonato a quello tra un padre e un figlio; entrambi sono importantissimi ma non possono essere confrontati, quindi non credo che facendovi "la guerra" possiate arrivare a niente di costruttivo. Siete due cose diverse nella vita di tuo marito, non due cose che si escludono a vicenda.Dici che non riesci a vederlo come un bambino e forse è proprio questo il punto. Lui lo è, qualunque sia l'intenzione che ti sembra di rintracciare nei suoi comportamenti.
Non so se queste mie parole ti sono d'aiuto ma spero che possano rappresentare almeno uno spunto di riflessione.

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