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Genitori (154543)

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Maria, 35

 

Gentile Dottore,
sono seriamente preoccupata per una mia amica: i suoi genitori litigano da sempre in modo violento, da quello che so non si picchiano ma le urla si sentono in tutto il quartiere.
La mia amica è mia coetanea, lavora ma non è in grado di andare a vivere da sola e deve sopportare le liti dei genitori anche di notte.
Piange spesso e spesso parla di suicidio. Per tutto questo tempo si è augurata che i suoi divorziassero, ma ciò non èaccaduto.
Non ce la fa più, non riesce ad avere una vita sua, ha paura di tutto, soffre di attacchi di panico e alcuni DOC; mi sembra una larva ma non riesce a far nulla per cambiare le cose; non ci prova nemmeno. Credo sia caduta in un circolo vizioso. Si vergogna di andare in giro nel suo quartiere perchè tutti la riconoscono come "figlia di quelli che urlano". So che spesso i vicini si lamentano.
Le ho consigliato di chiedere aiuto ai suoi fratelli, ma pur sapendo perfettamente cosa accade, essendosi trasferiti altrove non possono aiutarla.
Le ho consigliato di chiamare i Carabinieri, di rivolgersi ad un consultorio, di inviare una lettera anonima ai genitori dicendo che disturbano la quiete pubblica, sono stata ad ascoltarla ma non so fare di più.
Io credo che i suoi genitori siano disturbati, in particolare la madre, ha sbalzi di umore repentini: passa da stati di felicità a stati di rabbia paurosi e la mia amica è il suo capo espriatorio preferito dopo il marito.
Cosa posso fare per evitare che la mia amica non si rovini la vita ulteriormete?
Vi confido che avrei preferito non sapere. Ogni volta che me ne parla, sto male per lei anche perchè mi isento impotente.
Grazie per la Vostra attenzione.
Maria

Cara Maria,
i miei consigli per la sua amica sono due. Il primo è quello di chiedere aiuto al medico di famiglia eagli assistenti sociali, perchè, se ci sono delle patologie e dei disturbi, i suoi genitori possano essere aiutati e coinvolti in un progetto di rete di sostegno e cura.
Il secondo è di deresponsabilizzarsi della situazione familiare che si è creata e di riprendere in pugno la propria vita. Inizi a progettare qualcosa per se stessa, in primis un trasferimento in un'altra casa. A 35 anni è giusto che la sua amica inizi a vivere la propria indipendenza, senza necessariamente abbandonare i suoi genitori, ma prendendo le giuste distanze e inizando a investire tempo ed energie anche per il suo benessere. Potrebbe affittare una stanza in condivisione, così ci sarebbe l'opportunità di conoscere altre persone e di cambiare totalmente ambiente.
Vista la sua disponibilità, si faccia carico e sostegno di questi cambiamenti, aiutando la sua amica in un processo che inizialmente potrebbe non essere semplice, ma che a lungo andare potrà dare dei buoni frutti.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Filomena Dongiovanni .

 

(Risponde il Dott.ssa Filomena Dongiovanni)

Pubblicato in data 08/05/2013

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