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Genitori o marito: chi scegliere? (47279)

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on . Postato in Relazioni, Coppia, Famiglia | Letto 597 volte

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Laura, 34anni (14.1.2002)

Gentile dottore, ho 34 anni e sono sposata da un anno e mezzo con un coetaneo, molto affettuoso e rispettoso, di cui sono innamoratissima. L'unico "problema" è che abita e lavora (come me del resto) in una città diversa da quella mia di origine (che si trova a 100 km di distanza), nella quale mi son dovuta trasferire, non senza rimpianti per tutto ciò che lasciavo nella mia: famiglia, interessi culturali e sociali.Comunque, si sa, "amor vincit omnia", sicché...L'anno scorso "riparavo" a questa situazione di "sdoppiamento", viaggiando, con piacere e ogni giorno, come facevo, per lavoro, prima del matrimonio.
Ora, però, sono in attesa di un bambino, che dovrebbe nascere a marzo, per cui di viaggiare così spesso non se ne parla proprio. Così, adesso, mi trovo in una sorta di riposo forzato, che non mi si addice. Non mi sono affatto ambientata in questa cittadina, dove non trovo interessi culturali, come nella mia, e dove, per conservare la mia indipendenza e quella di mio marito, anche lui molto legato ai suoi, coltivo solo un rapporto di rispetto affettuoso e di circostanza con i miei suoceri e le mie cognate (sempre un po' invadenti nei miei confronti, con i loro continui inviti a pranzo e a cena e il loro desiderio di "accorparmi" nella loro famiglia di stampo patriarcale, quasi fossi un'altra figlia). Eppure sono sempre stata aperta e socievolissima, e nella mia città d' origine avevo una vita ricca e brillante.Per concludere: mi sento "sradicata" e molto sola (mio marito lavora tutto il giorno) e lontana irrimediabilmente dai miei, a cui sono sempre stata legatissima, e che prima del matrimonio sono stati i miei veri, unici, punti di riferimento.
In più, è da un po' che sono tormentata dai sensi di colpa: i miei genitori, sebbene attivi e in discreta salute, sono soli nella mia città di origine, giacché anche i miei fratelli vivono altrove per lavoro. Adesso vado a trovarli ogni fine settimana e loro vengono da me quando possono. Però sento che ogni distacco fra noi è traumatico, e leggo un profondo dispiacere nei loro occhi, quando io e mio marito andiamo via o quando sono loro ad andarsene. Forse vorrebbero che io, che ora sono a riposo per maternità dal lavoro, restassi qualche giorno in più con loro e raggiungessi mio marito successivamente, in treno, o mi facessi accompagnare da loro in auto. Ma restare nella mia casa d'origine mi fa sentire in colpa nei confronti di mio marito, che mi vuole davvero tanto bene e che mi aiuta e sostiene come può. Andare via con lui, d'altro canto, mi lascia profondissimi sensi di colpa nei confronti dei miei.Queste preoccupazioni aumenteranno, certo, con il passare degli anni, man mano che i miei invecchieranno. Avevo pensato, con i miei genitori, di affittare un appartamentino accanto al mio in cui loro potessero venire a stare ogni volta che vogliono. E' una buona idea?
Come uscire da questo mio stato psicologico di dubbi ed incertezze sull'opportunità del mio comportamento nei confronti dell'uno e degli altri?
Laura

Cara Laura, purtroppo ogni scelta comporta una perdita ed occorre accettare, nel cambiamento, la dolenzia di non ritrovare le cose lasciate. Il tuo dispiacere pur giustificato non deve, perciò, dilagare sino al punto di impedirti un godimento pieno della tua nuova esistenza. Succede che non si possano trovare automaticamente in una nuova città gli stimoli gratificanti della precedente residenza, ma questo non deve lasciar pensare che non si possano alla fine scoprire nuove e diverse cose altrettanto gradevoli. Del resto è come pretendere di indossare un vestito bellissimo per sempre; viene sempre il tempo, in cui anche se a malincuore bisogna sosituirlo.

Occorre che tu faccia leva sul tuo ottimismo e la tua curiosità senza lasciarti atterrare dalle prime naturali delusioni. Crescere e diventare adulti significa oltretutto proprio attraversare il guado di dolorose esperienze ed uscirne migliori. I tuoi genitori ed i loro conforto ti assisteranno comunque; se, però, reputi che affittare questo appartamentino non crei un eccessivo disagio, fallo pure, ricordando sempre e in ogni caso che la tua famiglia ora è un'altra. quella che stai formando con tuo marito e con tuo figlio.

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