Ho paura (105534)
Federica 25
Scrivo perchè ho un pensiero che mi tormenta. Alcuni anni fa, nell'estate del 2002 ho lasciato l'università in seguito ad un momento di stress dal momento che lavoravo, studiavo e venivo da un lungo periodo di disturbi alimentari e di uso di spinelli. Ho avuto un crollo totale. E' stato terribile. Mi ricordo ancora quei giorni. Ansia. Non volevo alzarmi dal letto. Volevo solo il buio. Non volevo la luce. Ma soprattutto me la sono presa con mia madre. Le ho gettato addosso tutto quello che non mi era mai andato bene di lei, dei suoi rapporti (mio padre se n'è andato di casa che io avevo 3 anni). Ma ci sono andata giù molto pesante. Molto. Di quei giorni ho un ricordo confuso. Una nuvola grigia buia. So solo che avevo pensieri orrendi, ero anche ossessionata dal fatto che i miei vicini di casa ci spiassero. La mia famiglia (mia madre, i miei zii materni e i miei amici) nel frattempo mi stavano vicino, mi parlavano. Io sembrava delirassi. In tutto questo una mattina sono scoppiata a piangere dicendo che avevo paura, che non respiravo, che non volevo alzarmi e praticamente ho confessato a mia madre che stavo così male, perchè avevo pensato una cosa brutta e questa cosa brutta era che avevo pensato di fare del male a lei. Ricordo ancora cosa pensai. Era un'immagne mentale di aggressività nei suoi confronti. Mi aveva sconvolto a tal punto da non riuscire a sostenerla, a tenerla dentro. E l'ho detta a lei che era di fronte a me. Mia madre si è spaventata e mi ha portato da una psicologa. Ci sono andata qualche volta, ma quando le ho raccontato questo fatto, ricordo che lei mi ha detto, suggerito, insinuato che io volessi fare in qualche modo del male a lei. Ma non è affatto così. Il vero fatto è che io e mia madre eravamo molto distanti. Mi ero resa conto che lei non sapeva più niente di me, della mia vita ed era poco presente in casa in un periodo per me pessimo. Così ho pensato che avrei dovuto renderla partecipe di tutti i miei pensieri. Successivamente poi le ho raccontato di tutto anche degi spinelli. Da quel periodo, che è difficile raccontare in questo modo e riassumere, è migliorato il rapporto con mia madre. Ora parliamo tantissimo cerchiamo di confrontarci. Il problema è che io non riesco a togliermi dalla testa quello che le ho detto. E' una cosa orribile. In realtà non riesco a superare il fatto di aver pronunciato quelle parole. La guardo, lei che è davvero una persona buona, cosa deve pensare di me? Ho paura di quello che ho detto. Non riesco a perdonarmi. Ho paura che mia madre ad un certo punto smetta di volermi bene per quello che le ho detto. Ho anche paura che ad un certo punto quando sarà più calma questo ricordo la assalirà e ci starà veramente male. Purtroppo non posso tornare indietro. Cerco di darle amore. Ma spesso non riesco a guardarla negli occhi con serenità. Non sono serena per questo io per prima. Ho avuto comunque delle ricadute. Due anni fa sono stata licenziata e ho iniziato di nuovo con le paranoie che mi spiassero. Una cosa terribile.
Cara Federica, credo che dovresti perdonare te stessa per quello che hai detto o fatto nei confronti di tua madre, prima di tutto cercando di capire perché l’hai fatto. In questa lettera hai provato a dare qualche spiegazione, ma io credo che tu non sia stata aiutata molto in questo. Una volta raggiunto questo obiettivo, dovresti poi chiarire con tua madre, dire come ti senti e quanto vorresti poter tornare indietro, quanto lei non se lo meritasse e così via! Io penso che forse, quello che voleva dirti la psicologa è che il tuo attacco a tua madre derivava da una tua difesa, o meglio, tu ti sentivi abbandonata e l’hai aggredita per questo; in questo senso, anche se non è stato quello che volevi e probabilmente non eri totalmente presente ai tuoi pensieri, potresti aver voluto “urlare” la tua richiesta di aiuto, in realtà accusando lei dei tuoi malesseri. Io ti consiglio di fare quindi chiarezza e di parlare apertamente con tua madre, che penso che ti potrà perdonare. Se ritieni che possa esserti utile un aiuto, torna dalla psicologa o scegline un’altra e magari confrontati con tua madre con lei come mediatrice. In bocca al lupo.
(risponde la Dott.ssa Sara Ginanneschi)
Pubblicato in data 30/11/07
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