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Mancanza di autostima forse? (106543)

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on . Postato in Relazioni, Coppia, Famiglia | Letto 346 volte

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Floriana 21

Buonasera, sono una ragazza di 21 anni, frequento il 2° anno di psicomotricità, ho due sorelle e tre fratelli. Il rapporto con loro è ottimo, ma non posso dire lo stesso del rapporto che ho con mio padre e mia madre. Mio padre non fa altro che criticare, dice spesso che devo cambiare il mio carattere; lo so è un carattere particolare, ma un padre non dovrebbe amare la propria figlia con i suoi difetti ed i suoi pregi? Poi continua a ripetermi che sono "chiatta" e che devo dimagrire e con tutte le sue critiche non riesco proprio ad accetarmi, per quanto abbia un ragazzo vicino che mi ama e che continua a ripetermi che sto bene fisicamente. Non mi basta, forse? Quando ho una discussione con mio padre, piango spesso, anche per una sciocchezza, ma la prima cosa che mi viene da fare è piangere, è come se le lacrime uscissero da sole. Questo è uno dei miei "problemi" (aggiungo, e credo sia importante, che ogni volta che litigo con i miei sento di dovermi fare del male; è successo già in passato, con una lametta mi procuravo dei tagli sul braccio ma loro non se ne sono mai accorti). Il secondo è che all'università c'è la mia professoressa di psicomotricità che mi ignora completamente o meglio ignora la mia esistenza! Vi spiego un'episodio :oggi stavamo al corso e lei, parlando con l'amministratrice, ha fatto molti complimenti a tre ragazze frequentanti il mio stesso corso, dicendo che sono brave. Ho rivolto il mio sguardo verso di lei e mi dice: "tranquilla anche tu sei brava", come a prendermi per i fondelli e questo succede sempre, ogni volta che parla con qualcuno si parla solo di queste tre (ne siamo in 6 al corso, di cui due non vengono mai). Da premettere che non parlo mai a lezione, sono molto ma molto timida. Detto questo spero in un vostro aiuto, anche perchè sento che sto scoppiando e non posso parlarne con nessuno. Datemi dei consigli...

Cara Floriana, cominciamo dal primo elemento che porti: le liti con i tuoi genitori ed in particolare con tuo padre, una persona molto critica nei tuoi confronti, ti portano spesso al pianto; questo lo riporti come “problema” forse perché vorresti essere più forte e non avere questa reazione, ma in realtà, anche se i dati sono relativamente pochi, piangere non è un problema, ma una naturale espressione del sentirsi ferita, umiliata o non amata abbastanza. Sarebbe quindi utile chiarire questo vissuto, che forse tuo padre in buona fede ignora o sottovaluta, perché attualmente non hai in te le certezze e le sicurezze per non rimanerne colpita. Magari pensa solo di spronarti un pò, senza capire l’effetto deleterio del suo comportamento. Assume una forma un pò più problematica invece il farti del male. Quando lo fai hai senz’altro la sensazione di poter controllare il tuo dolore, o meglio la parte fisica di esso e questo può farti sentire “all’altezza ed adeguata” alla situazione con cui ti confronti. In realtà è solo un effetto momentaneo e disfunzionale, ossia che funziona a brevissimo termine e che può diventare una sorta di “droga” che col tempo perderà la sua efficacia. Tagliarsi, infatti, oltre a questo senso psicologico di “padronanza della situazione”, ha inoltre un aspetto del tutto fisiologico che si caratterizza con la liberazione nel cervello di alcune sostanze (le endorfine) che servono ad anestetizzare il corpo e a far provare sensazioni piacevoli in contrasto con quelle dolorose. Quindi è necessario che tu interrompa questa pratica fin da subito, perché non può che peggiorare la situazione a lungo termine e, qualora sia troppo impegnativo farlo da sola, ti consiglio di rivolgerti ad uno psicologo, sia tramite la Usl della tua zona che contattando un privato. Per quanto riguarda la tua professoressa, credo che la tua autostima già fragile non viene per niente rinforzata neanche in un ambito lontano dalla famiglia. Forse dovresti lavorare un pò su questo aspetto e cercare di farti notare un pò di più in classe; forse la tua professoressa ti ignora perché “non ti vede” ed a volte le persone timide e riservate sanno davvero mimetizzarsi con l’ambiente. Quindi penso che quando uscirai dal tuo guscio troverai anche molti più consensi all’esterno, ma il primo passo devi farlo tu, con o senza l’aiuto di uno psicologo! In bocca al lupo!

(risponde la Dott.ssa Sara Ginanneschi)

Pubblicato in data 12/11/07

 

 

 

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